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MACHINE HEAD "Bloodstone & Diamonds"

Full-length, Nuclear Blast 
(2014)

Robb Flynn è sempre stato un gran furbacchione. Abilissimo nel fiutare l'aria che tira, ha sempre saputo su quale carro musicale saltare, adottando quell'approccio compositivo che altri avevano inaugurato proprio poco prima di lui. Già “Burn my eyes” non aveva di certo inaugurato il trend del groove thrash (sia Pantera che Sepultura erano arrivati qualche anno prima); così come l'alternanza tra strofa ruvida e ritornello declamatorio che troviamo sia in “Burn my eyes” che particolarmente in “The more things change” sono appannaggio dei Fear Factory; dopo lo split dei Sepultura hanno cominciato a tingersi i capelli e vestirsi da imbecilli per poi mettersi a fare post-metal; e adesso, potevano forse fare finta di niente di fronte all'avvento del metalcore, dei suoi breakdown e dei suoi ritornelli accorati?

“Bloodstone & Diamonds” è un disco molto pretenzioso nella realizzazione e nella composizione, proprio a partire dall'opener e singolo “Now we die”, con i suoi arrangiamenti barocchi ed orchestrali, ma in generale per tutta la durata del disco che è davvero variegato ed articolato. Le ritmiche sono davvero complesse, ma alla fine della fiera scorrono davvero bene non risultando un'accozzaglia informe, pur abbisognando di più ascolti per essere assimilate, e troviamo sia rallentamenti quasi doom che accelerazioni all'arma bianca (sempre troppo poche, secondo me). I ritornelli, poi, non mancano mai: l'alternanza tra ruvidezza e melodia c'è sempre stata ma, come sopra ricordato, se prima i ritornelli erano epici alla Fear Factory, oggi sono più melliflui ed a tratti quasi cantautorali (non parlavamo di metalcore?). La produzione è davvero scintillante ed ogni strumento risuona forte, libero e potente (ci hanno lavorato sia Colin Richardson che Andy Sneap). Ma, diciamocela tutta, è un disco da fighette. 

Come quasi tutti i lavori metalcore, genere cui fanno assoluto riferimento. È duro, pesante, arrabbiato, ma spesso in modo non continuativo e all'acqua di rose. Robb Flynn è ancora quello che, dopo aver gridato a tutto il mondo di essere un supermacho cresciuto nei duri bassifondi, si è combinato come tutti ben sappiamo nel video di “From this day” per fare arrapare le ragazzine del nu metal, e che ancora oggi scrive pezzi calcolati al millimetro per piacere (tranne forse la bella “Beneath the silt”, in tutto e per tutto una canzone heavy doom). Quindi “Bloodstone & Diamonds” può essere considerato sì un disco riuscito, ma di sicuro niente di eccezionale ed a tratti molto noioso. Come i suoi racconti di quando era uno spacciatore e certa gente lo voleva ammazza

Recensione di: Fulvio Ermete
VOTO: 68/100

Tracklist:

1. Now We Die 07:10
2. Killers & Kings 04:31
3. Ghosts Will Haunt My Bones 06:06
4. Night of Long Knives 06:48
5. Sail into the Black 08:29
6. Eyes of the Dead 06:24
7. Beneath the Silt 04:43
8. In Comes the Flood 07:22
9. Damage Inside 03:24
10. Game Over 06:36
11. Imaginal Cells 03:36 instrumental
12. Take Me Through the Fire 05:48

DURATA TOTALE: 01:10:57

1 commento:

  1. Disco per fighette???!!?? Certo che a scrivere puttanate sei insuperabile...complimenti vivissimi!!!

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