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SIGNS PREYER - Mammoth Disorder

Full-length, Buil2Kill Records
(2015)

Un hard rock dalle forti tinte southern e stoner quello proposto dagli umbri Signs Preyer, che approdano sul mercato col secondo full-length, ed esce per la attivissima Buil2Kill Records. Un sound che riporta in mente act come Down, Black Sabbath e Coorosion Of Conformity, ma con un grandissimo groove e una spiccatissima vena blues. Un disco che puzza di sudore e whiskey, di deserto e che riporta ad una concezione di musica viscerale e senza tanti fronzoli. Queste le credenziali di base per questa band, e fondamentalmente dischi come questo non avrebbero bisogno di molte parole per essere descritti. 

Andando un po' più nello specifico, le chitarre sono la colonna portante del tutto, coi loro riff settantiani e massicci, e la voce di Ghode, ruvida al punto giusto, dona colore al tutto con la sua spinta e grinta. In alcuni momenti l'hard rock si trasforma quasi in metal tout-court, ma non si spinge mai troppo il piede sull'acceleratore, preferendo rimanere sui sentieri del "cadenzato ma d'impatto", della pesantezza e di un senso della melodia che sembra uscito da qualche fumoso locale della Louisiana. 
Per quanto riguarda la sezione ritmica, che vede Viktor al basso e Mapo alla batteria, possiamo solo spendere parole di elogio, in quanto il loro apporto è essenziale per una band di questo tipo. Pur rimanendo entrambi due musicisti essenziali e non dei virtuosi, sanno sempre collocarsi nella maniera ottimale nel tessuto sonoro della formazione, non facendo gridare al miracolo ma, pregio non da poco, non risultando invadenti o fuori luogo.

Devo, per dovere e sincerità, dire che questo disco manca di qualcosa a livello compositivo, nel senso che alla fine tutte le canzoni si assomigliano abbastanza e non hanno quel qualcosa in più che potrebbe innalzare tutto ad un livello ancora superiore. Di base tutte le canzoni sono buone, ma nessuna a mio avviso si candida come vera hit. Insomma il disco è davvero buono, ma si sarebbe potuto lavorare meglio su alcune melodie vocali.
Tolto questo particolare, che potrebbe essere solo un mio personale parere, questo "Mammoth Disorder" è un disco solidissimo e cazzuto, che non deluderà tutti gli amanti del southern hard rock, e che riporta la musica dura ad una dimensione genuina e sanguigna, e questo ,lo si nota anche dall'ottima produzione, potente ma non artefatta. Band da tenere d'occhio sicuramente!

Recensione di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 68/100

Tracklist:
01. It Comes Back Real, Pt. 2
02. Homies
03. I Want A Big Black Mama
04. New World Order
05. Anal Fisting
06. BBQ Sauce
07. Mad Slit
08. Damned

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