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JARUN - Pod niebem utkanym z popiołu

Full-length, Independent
(2015)

I polacchi Jarun sono autori di un Black Metal potente senza essere per questo particolarmente “violento”: un sound carico, compatto, eppure intramezzato e alleggerito da una consistente parte acustica, retaggio delle origini, quando ancora tutto era il progetto solista del mastermind Zagreus (chitarra) e il Black Metal si fondeva al folk, che non teme di accompagnare e sostituire chitarre distorte e doppio pedale lanciatissimo.

Come nell’opener “Przedświt” (per le traduzioni, mi affido a Google traduttore, non me ne vogliate in caso di errore: “Alba”), bel brano strumentale e atmosferico che termina tutto d’un colpo, quasi mozzato, prima che la più minacciosa, quasi behemothiana, “Kamienie” (“Pietre”) si faccia avanti: ferocissima e possente, eppure anche qui c’è spazio per un rallentamento, atmosferico ed emotivo, che impreziosisce nel mezzo un pezzo tendenzialmente improntato sulla violenza. Questa formula, che unisce potenza e aggressività ad atmosfera e sonorità acustiche, talvolta quasi sognanti, si ripropone costante in tutto l’album, composto da pezzi di discreta durata (quasi tutti sopra i 5 minuti) e decisamente costanti, in quanto a qualità della composizione, degli arrangiamenti e dell’interpretazione.

Da segnalare ancora la potentissima “Zawołaj mnie a przyjdę” (“Chiamami e io verrò”), terza traccia, impreziosita da una delicatissima sezione solistica prima di sfociare in un outro decisamente sinistro e maligno, e “Noc niedokończona” (“Notte incompiuta”), con influenze che scivolano volentieri verso il Post-Black Metal piacevolmente accompagnate ad altre più pesanti e corpose e che a tratti sfiorano il Death, ma come già detto, quest’album sembra benedetto dalla virtù della costanza, ed è difficile trovare un punto debole così come una vetta di magnificenza, ma personalmente ho trovato parecchio apprezzabile anche “Piołun” (“Assenzio”), e la lunghissima “Jak wiatr” (“Come il vento”), che chiude il lotto. 

“Pod niebem utkanym z popiołu” (“Sotto un cielo tessuto di ceneri”), seconda fatica in studio della band, è quindi un album complessivamente di buona qualità: il songwriting, anche se talvolta più derivativo che ispirato, si mantiene comunque su livelli di tutto rispetto, efficace mezzo di resa di atmosfere ben curate, a cui abbandonarsi passivamente. Dieci canzoni piacevoli, che scorrono per quasi 55 minuti come in un sogno, altalenante tra tratti più introspettivi e altri decisamente più demoniaci, inquietanti, da incubo: se piace il genere, è decisamente un acquisto da tenere in considerazione. 

Recensione a cura di: Venconus 
Voto: 75/100 

Tracklist: 

1. Przedświt 04:29 
2. Kamienie 06:54 
3. Zawołaj mnie a przyjdę 05:53 
4. Pod niebem utkanym z popiołu 05:44 
5. Cisy 02:37 
6. Noc niedokończona 06:00 
7. Trzy Śmierci 07:18 
8. Piołun 05:25 
9. Jak wiatr 10:34 

DURATA TOTALE: 54:54 

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