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BRUNNDL - Brünndl (Review)

Full-length, Grom Records
(2016)

Brünndl. L’antico nome germanico del Brenta, fiume che attraversa le terre natie del terzetto, che al suo album d’esordio (marchiato Grom Records e uscito a febbraio 16) ci presenta cinque canzoni decisamente lunghe di un Pagan/Folk Black Metal asciutto e compatto, perlopiù privo quindi di qualunque strumento folkloristico (ad eccezione di un breve intermezzo di valzer al suono di una fisarmonica in “Magaan”), che sa essere sì marziale e feroce, ma a tratti sfocia in soluzioni dal sapore di folk “saltellante”, fin quasi allegro, che ne stravolge le atmosfere, ma senza snaturare la musica dei Brünndl.

Le loro tematiche prettamente localistiche, rafforzate dall’uso dell’antico dialetto germanico (chiamato Tzimbar) tipico delle popolazioni longobarde stanziatesi nel nord-est italiano in epoca altomedievale per alcuni dei testi, spaziano dal folklore alla saggezza nascosta nelle leggende, e non c’è pertanto alcun bisogno di una cattiveria assoluta per rendere il messaggio che la band vuole trasmettere attraverso queste cinque tracce (più un intermezzo atmosferico, decisamente inaspettato, suggestivo ed evocativo). Da segnalare anche la produzione, curata quanto basta per rendere onore ai tre strumentisti, e la minuziosa cura negli arrangiamenti di basso durante i delicati arpeggi di chitarra.

La proposta della band risulta essere abbastanza valida, anche se talvolta l’uso delle voci pulite ha alterne fortune e, se in alcuni punti (la ripresa di “Sonno e Verena” è sicuramente tra questi) è decisamente azzeccato, in altri (come nell’opener “La via della Valsugana”) sfiora, per l’impostazione usata, il confine tra il grottesco e il buffo (molto meglio gestite sono le parti in scream). L’approccio al genere non presenta nulla di nuovo persino alle orecchie di un non-cultore del Black Metal come il sottoscritto: i richiami alla scena norvegese, ma anche a Nargaroth, sono forti e chiari, e sebbene i Brünndl risultino abbastanza caratterizzati sia dalle succitate voci pulite (che perlomeno personalizzano le canzoni) e dalle scelte linguistiche, la loro fatica discografica auto-titolata è da considerarsi diretta a un pubblico di appassionati del Black Metal classico, non certo di innovatori. 

Recensione a cura di: Venconus 
Voto: 68/100

Tracklist:

1. La via della Valsugana 07:28 
2. Marckwisenkhalt 12:10 
3. Freyjoch 01:39 instrumental
4. Magaan 09:36 
5. Sonno e Verena 07:04
6. Il portale del Tramonto 08:24 

DURATA TOTALE: 46:21

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