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MEMBRANCE "Goat's Guts" (Review)

Demo, Independent
(2016)

 
Un gradito ritorno quello dei Membrance da Venezia, un gradito ritorno di carne e sangue, interiora e marciume di cui il nostro apparato uditivo non smette mai di sentirne la mancanza. Un demo, questo “Goat's Guts”, composto da tre pezzi propri più una cover, in questo caso “Black Star” dei Carcass, ossia Gloria in excelsis deo, perlopiù quelli della terra d'Albione. Da subito si può notare una netta progressione ed un notevole passo in avanti dei combo in questione. In effetti rispetto ai precedenti lavori (il loro debutto “Horror Vacui”, artigianale e acerbo, e il loro secondo Demo “Revenant” recensito qui) si nota una cura del dettaglio ed una ricerca di soluzioni esecutive decisamente maggiore.  

Se già nella prima traccia “Shreds of Flesh” il loro stile resta ancorato al recente passato, ossia un putrido e marcissimo Death Metal di stampo svedese misto all' ignoranza tipica dei Pungent Stench, quindi un malevolo Death'n Roll d'annata, la qualità del suono è decisamente migliorata, sia dei singoli elementi che nell'insieme. Il basso di Davide suona esattamente come un trattore, facendo da tappeto ideale su cui Emma può gentilmente pestare i suoi pezzi di batteria senza ritegno e con dovuta perizia esecutiva. Le chitarre di Pietro e Samantha sono corpose quanto basta (anche se ancora leggermente acerbe in fase di registrazione) e la solistica è pregevole, rendendo il sanguinolento piatto di membra umane un po' più saporito. La seguente traccia “Toxic Vision” è quella che risente forse di un maggiore distacco dal loro stile, essendo molto più groove, con rimandi più al Thrash anni '80 che al Death canonico, quindi da questo punto di vista, resta un episodio un po' più progressivo e distante da ciò che è il loro tratto distintivo. Anche i samples e le voci filtrate, nonché una certa melodia di fondo la rendono particolare, ma proprio per questo motivo, probabilmente più “strana”, essendo quasi tutta in mid-tempo e in doppia voce. 

L'ultimo pezzo di questo (ahimè) breve demo è la title-track, ossia “Goat's Guts”, un pezzo tipicamente Death Metal, putridissimo, anche se ho trovato al suo interno delle nette influenze appunto, “Carcassiane”, in particolare negli stacchi, che restano più articolati ed elaborati, insomma, un deciso passo in avanti rispetto ai seppur nobili stop'n'go di cui il genere abbonda. Ho apprezzato anche l'idea di rendere il pezzo più compatto e senza troppe variazioni di che; probabilmente alla lunga l'avrebbero reso un po' anonimo, ma del resto se ci inspira a Jeff Walker & soci, si sa che almeno il risultato non è scontato. Della bonus track, ossia la cover dei Carcass “Black Star” non mi esprimo se non ritenendolo un dovuto omaggio ai padri del genere, non me ne vogliate ragazzi, ma una cover su un album ci sta, ma su tre pezzi, per quanto bonus track, la trovo un po' superflua. Avrei preferito un pezzo in più, così da gustarmi il piatto per intero non lasciando avanzi. Resta comunque una cover di tutto rispetto, pur ricordandosi che si tratta del meglio che il genere abbia espresso, e quindi avendo io stesso fatto delle cover dei Carcass in passato ("Heartwork" nel dettaglio), mi rendo conto che è difficilissimo rendergli giustizia.
 
Per il resto un lavoro che si sta staccando dal concetto di amatorialità e che sta iniziando a prendere la via per un futuro più professionale e completo. Dimenticavo: su tutto spicca la voce di Davide, che è esattamente ciò che ci si aspetta, un rantolo gutturale che ci racconta che Venezia non è un posto tranquillo e ricolmo solo di turisti, ma che nasconde un po' di Silent Hill e Racoon City, specialmente la sera, fra le nebbie e le calli deserte, in cui è meglio non stare mai troppo da soli...
 
Recensione a cura di: D666
Voto: 70/100

Tracklist:

01. Shreds of Flesh 04:06
02. Toxic Visions 04:04
03. Goat's Guts 05:42
04. Black Star (Carcass Cover)
 

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