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Intervista: KILLIN' KIND

Amanti del metal classico e di rocciose cavalcate power/speed metal in stile Rage e Judas Priest, siete avvisati! Il nuovo lavoro dei Killin' Kind condensa queste influenze nel nuovo lavoro intitolato "Dying Earth" (recensito QUI), e le arricchisce con la mestria di quattro musicisti molto praparati. A voi il resoconto nelle parole del chitarrista-cantante Tito.

1) Ciao e benvenuti sulla nostra zine! Vogliamo iniziare facendo una breve introduzione con qualche cenno biografico sulla vostra band per presentarvi ai nostri lettori?

Ciao a te Sergio e ai "tuoi" Metal Maniacs! Ho fondato i K’K ormai più di 20 anni fa e ripercorrere tutte le alternanze mi rimane complicato …e poi non voglio far addormentare i tuoi lettori.
I punti salienti della storia che portano ai giorni nostri sono il sodalizio con il mio amico e fido solista Daniele Genugu (King Wraith + Ex Bejelit) dal 1997, ed i più recenti, si fa per dire, incontro e reclutamento di Dest (Heavenfall e Altjira) e di Paolo "Hammer"(Necroart + Nevrast). Trovare i giusti compagni di viaggio è molto importante perché con loro si crea quel mix fondamentale per comporre musica di carattere ....a pensarci bene le formazioni dei K’K sono sempre state piuttosto fortunate, ma questo giro il quartetto, per quanto mi riguarda, ha una formazione da vera botta di culo!

2) Come nasce di solito un vostro brano?

Da un’ossessione: un riff, una melodia nella mente mia o di Dan, la condividiamo per poi trasformarla in un embrione che cresce fino ad esprimere uno stato d’anima ben definito: rabbia, malinconia, paura… Il testo cresce con la musica, ne è parte espressiva complementare. Ognuno dei 4 K’K porta il suo contributo agli arrangiamenti finali ed ecco che i nostri brani ci convincono quando sanno di band e non di solo unico compositore. Almeno, questo è quello che proviamo a fare.


3) Dove sono avvenute le registrazioni di "Dying Earth" e come siete arrivati al deal con Underground Symphony?

Comodamente a casa nostra! Giuro! Ormai la tecnologia a portata di tutti consente di fare delle prese che rispondono alle esigenze di un genere come il nostro, quindi abbiamo optato per la serenità dei nostri studi esclusivi radunandoci e divertendoci un mondo ad ogni sessione ed invertendo i ruoli di produttori/musicisti di volta in volta. Ovviamente il mixing è stato affidato esternamente ad un nostro caro amico ed ex membro della band che è Maurizio Cardullo (Folkstone) che ha sviluppato le sonorità letteralmente leggendoci nella mente. 
Underground Symphony: what else? Maurizio e i ragazzi di US sono sulla piazza da abbastanza tempo per supportare dei dinosauri dell’Heavy Metal come noi siamo. Tempo di ascoltare un paio di song, il deal era già fatto!

4) "Dying Earth" è un disco che esprime un concetto di heavy metal molto classico e sembra che non vogliate discostarvi molto dai dettami di questo genere. Vi chiedo quindi cosa vuol dire per voi suonare ancora questo stile al giorno d'oggi...

Ci piace farlo e non andiamo alla ricerca forzata di altre sonorità. Come ti dicevo, i brani si sviluppano in vari passaggi e filtrano attraverso le influenze di tutti, alla fine conta che esprimano il concetto per il quale sono nati e siano coerenti musicalmente ad esso. Se ci violentassimo a diventare più moderni probabilmente ci autobocceremmo o non riusciremmo a venire a capo dei brani. In pratica il genere Heavy Metal ci classifica, ma non ci costringe: è naturale. Ecco: per noi fare HM oggi è naturale.

5) Di cosa parlano i testi di "Dying Earth"? C'è un messaggio in particolare che volete trasmettere con le vostre parole agli ascoltatori?

Dying Earth parla in generale dei mali di questo pianeta degli abusi perpetrati dall’uomo, con una tetralogia sulla soluzione finale: l’asteroide 99942 Apophis che potrebbe spazzarci via. Il messaggio è semplice: rendiamoci conto di essere ospiti come virus su questo pianeta e piantiamola di fare cazzate! Abbiamo invece scomodato E.A. Poe per mettere in musica la sua The Raven, chiesto aiuto a Charlie Chaplin col suo discorso all’umanità nella Title Track, mentre New Killing Breed apre l’album con una sassaiola di denuncia sulla pedofilia nella chiesa cattolica.

6) Come sono state, fino ad ora, le opinioni riguardo "Dying Earth"" da parte di stampa specializzata e pubblico?

Positive, ci sembra che sia stato capito e questo per noi è già una grossa soddisfazione. L’accoglienza oggi di un album di questo genere unita ai nostri tempi di gestazione può essere complicata, ma fino ad ora ci sentiamo premiati di tutto il lavoro fatto.

7) Cosa non è mai stato detto della vostra musica e cosa vorreste fosse detto? Insomma, credete che vada sottolineato un aspetto in particolare?

Per come la intendiamo noi, non c’è nulla che vada sottolineato. L’HM è un genere che lascia spazio ad intricate composizioni come pure a quelle basilari e dirette. Ci piace quando qualcuno si accorge che fluttuiamo tra questi due opposti e si accorge di come siano pezzi da poter spingere a volume alto per godere della potenza e al contempo da cuffie per apprezzarne tutti i ricami.

8) Chi ha realizzato l'artwork di ""Dying Earth" e qual è il suo significato?

L’artwork è stato realizzato da Genzoman, un pilastro della moderna illustrazione fantasy e gaming.
E' la cazzutissima rappresentazione di Apophis, il dio serpente del caos nella mitologia egizia, che si aggira su una Terra ormai distrutta con la sua forma di meteorite sullo sfondo. Abbiamo dovuto adattare il colore del nostro verdissimo logo….è stato un compromesso ostico, ma è l’unico di tutto l’album!

9) State lavorando a nuova musica? E cosa dobbiamo aspettarci in futuro dalla vostra band?

Siamo in piena attività creativa, stiamo lavorando sul prossimo album e potete essere certi che non sarà da meno di DE …anche perché l’argomento che tratterà è ancora più oscuro e personale. 

10) Quali sono e sono state le vostre principali influenze musicali e con quale band vi piacerebbe, almeno una volta, dividere il palco e perché?

C’è di tutto: dal Thrash al Metal classico, al Power, al Black e al Death con tutte le band più rappresentative e spesso di nicchia ad influenzarci. Direi che un po’ si sente, No? Perché una band sola? Ne abbiamo così tante cui rendere tributo e con le quali condivideremmo una birra dietro le quinte… Festival! Sono divertentissimi e la gente (pubblico, staff, gruppi) tira fuori il meglio di se in quelle occasioni. Di sicuro, per tributo al nostro nome, ci farebbe piacere ci fossero gli Over Kill anche perché così Dave Linsk potrebbe duellare dal vivo con Dan sui soli di Raijin come avviene su disco…he-he!

11) Parlatemi del video di The Raven. A voi le ultime parole famose!

E' stata un’esperienza intensa e divertentissima. Mi sono cimentato nella sceneggiatura e di conseguenza nella regia per realizzare un video che non fosse solo la ripresa di una band Metal all’opera, ma che rendesse giustizia anche alla novella d’ispirazione. I collaboratori sono stati preziosissimi e hanno contribuito a sviluppare le idee allo stesso modo con cui lavoriamo musicalmente nei K’K. Complicato, ma di grande soddisfazione! 
Beware the sound of Green Rage!


Intervista a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"

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