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AYAKASI KAGURA "Zankyo" (Recensione)

Full-length, Autoprodotto
(2017)

...e proprio quando l'anno sembra aver dato tutto, al 31 dicembre, ecco che esce questo “Zankyo”, primo full-length di un gruppo che dice tantissimo pur senza innovare chissà che. Non è facile trovare informazioni su questo gruppo Giapponese, che esiste dal 2013 ma che ha vissuto assolutamente nell'underground, pubblicando prima d'ora solo un demo e due splitCD, anche perché quel poco che si trova in rete è scritto in ideogrammi nipponici. 
 
Mi pare di aver capito che oramai è diventato una sorta di one-man band, che si ispirano ai fumetti horror ed alla tradizione folk del Sol Levante e poco altro. Fortunatamente, la musica parla da sola e ci dice tutto quello che veramente importa sul loro conto: si tratta di un death metal brutale e senza compromessi, che non disdegna una buona dose di tecnica senza però indulgere in finiture progressive o math. In verità, un'altra delle poche cose che si riesce a leggere in giro in caratteri latini è che gli Ayakasi Kagura si definiscono un incrocio tra brutal death e musica tradizionale giapponese: una mezza verità, nel senso che le componenti tradizionali rimangono fortemente incastonate nel cemento armato, con poche concessioni ad intermezzi e sprazzi melodici. 
 
L'album, che ripresenta diversi pezzi già pubblicati precedentemente, è di fattura davvero ottima, tanto da superare in extremis il livello di tante altre uscite estreme che questo 2017 è stato capace di regalarci. Purtroppo, presenta una unica, grossa, pecca: la produzione. Il suono delle chitarre, in particolare, risulta davvero amatoriale, intelligibile ma privo di quella marcia brutalità, di quella devastante intensità che un lavoro del genere dovrebbe possedere. Questo però non toglie che “Zankyo” sia una vera e propria girandola di riff esaltanti, mai sparati a casaccio, perfettamente concatenati e che non si fanno mai soffocare dall'impatto sonoro: quella degli Ayakasi Kagura è una violenza sonora mai fine a sé stessa, e che anzi può permettersi, in chiusura, di incorporare persino le voci melodiche (AAAARGH) senza perdere niente della propria integrità. Memorabile.

Recensione a cura di: Fulvio Ermete
Voto: 78/100
 
Tracklist:
1. Mumyo no Hashi ~ Hyakkiyakou
2. Kuro to Aka dake no Sekai
3. Kubi, Yokose
4. Ninin Wankyu
5. Kurotsuka
6. Magatsuboshi
7. Shinobi Tsukiyo wa Oboro nite
8. Naburigoroshi
9. Nichirin no Kuni
10. Ooeyama Sekki Tan
11. Harawata Asari
12. Yasuna
13. Chimamire no Binsen
14. Renjou
15. Yume ga Koroshi ni Yattekuru 
 
DURATA TOTALE: 52:02

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