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MARDUK "Viktoria" (Recensione)


Full-length, Century Media Records

(2018)

Brutale, prepotente, ma di classe. Con questi tre aggettivi potremmo sintetizzare il nuovo album dei Marduk. Da tempo i Nostri sono artefici di album di spessore, dalle innegabili qualità tecnico-compositive, ma da quando è entrato D. "Mortuus" Rostén alla voce i Marduk hanno saputo evolversi non rimanendo ancorati a loro stessi e ai loro primi, validissimi album. Parliamo comunque di una band che da sempre non delude praticamente mai, ma da un bel po' di anni sorprendono per una freschezza compositiva che sembrava essere andata persa nel periodo subito successivo a "Panzer Division Marduk", e che poi è durata qualche album.

Più o meno io sancisco la loro "evoluzione" a partire dall'album "Plague Angel", poi rafforzata con "Rom 5:12" e così via. Adesso tocca a "Viktoria" rimarcare questa loro ritrovata verve compositiva, e ci riesce in pieno, forse anche più rispetto al recente passato chiamato "Frontschwein".
Un disco che inizia in maniera strana, questo "Viktoria", ovvero con uno degli episodi più scarni e "sempliciotti" del lotto, ovvero "Werwolf", per poi cominciare a prendere quota già a partire dalla seconda traccia, "June", dove Mortuus si rende protagonista di una prova vocale agghiacciante in senso buono, tra scream velenosi e parti pulite, tutto incastonato alla perfezione. La chitarra di Morgan morde e taglia a fettine tutto, la batteria distrugge. Un episodio in pieno stile Marduk che ci fa capire che i Nostri non sono tornati per essere secondi a nessuno!
La violenza continua con "Equestrian Bloodlust", feroce e bastarda, e si arriva ad un episodio più cadenzato e atmosferico, cioè "Tiger I". Si prosegue con "Narva", una delle mie canzoni preferite del disco. Riff davvero ispirati questa volta e la sensazione che i Marduk di "Panzer Division Marduk" possono avere un senso anche in questo 2018. Un pezzo malvagio e tritaossa che non può non esaltare, condito con chitarre che si lasciano andare in arrangiamenti perfetti, dove la melodia gioca un ruolo fondamentale.

"The Last Fallen" ancora annienta tutto ma mostra un po' il fianco in fatto di ispirazione, non presentando un riffing davvero degno di nota, e quindi rappresenta uno degli episodi meno ispirati del disco a mio avviso. La title-track "Viktoria" è di una cattiveria inaudita, Mortuus sembra indemoniato, i riff incalzano velocissimi ma sono azzeccatissimi alcuni rallentamenti posti a sorpresa in cui anche il basso si ritaglia un po' di spazio. Chiudono il disco "The Devil's Song" e "Silent Night", la prima con una nota melodica più spiccata che ho molto gradito, la seconda come unico episodio davvero lento del disco, un po' anomalo e sinceramente non bellissimo e quindi non ideale a chiudere un disco che si era tenuto su livelli più che buoni.
Album in definitiva che non definirei un capolavoro, ma che riconferma i Marduk come realtà black metal su cui andare sul sicuro, perlomeno per chi cerca violenza, violenza e violenza. Per altre sfumature legate al black metal vi consiglio di guardare altrove, perchè questi invecchiano ma non mollano mai la presa, infierendo senza pietà o rimorsi. Gente brutta!

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 75/100

Tracklist: 
1. Werwolf 02:02 
2. June 44 03:49 
3. Equestrian Bloodlust 02:51 
4. Tiger I 04:12 
5. Narva 04:31 
6. The Last Fallen 04:25 
7. Viktoria 03:06 
8. The Devil's Song 03:46 
9. Silent Night 04:12 

DURATA TOTALE: 32:54

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