HELSTAR "The Devil's Masquerade" (Recensione)
(2025)
Tornano gli US metallers Helstar, una band quasi leggendaria, parlando di puro metal statunitense, capitanati dall'altrettanto leggendario cantante James Rivera. Questa formazione realizza un undicesimo album che farà la felicità di tutti i metallari più esigenti e sicuramente questo è un disco che non deluderà i fan della band in questione.
Superate varie fasi di carriera durante le quali gli Helstar si sono spinti dal progressive fino al power/thrash degli ultimi tempi, ma sempre mantenendo i piedi ben saldi nel puro heavy metal, ora ci consegnano un album che ritorna indietro ai fasti di tecnica e ispirazione di "Nosferatu", pur non disdegnando la potenza e le venature più pesanti dell'ultima parte di carriera. Personalmente credo che questo album sia migliore rispetto al precedente "Vampiro", perchè semplicemente ha un guitar work più ficcante ed ispirato. Sentire pezzi veloci e diretti come "The Staff Of Truth", "I Am The Way" o "Seek Out Your Sins", alternati a brani decisamente più elaborati ("The Black Wall", "Suerte De Muleta","Carcass For A King") è una goduria per chi ha apprezzato l'evoluzione di questa band che ormai dura da quarant'anni.
La band questa volta, poi, opta per una produzione molto naturale ma che non penalizza la potenza e la pienezza del suono, trovando un compromesso tra la loro prima parte di carriera e l'ultima. La prestazione dei singoli è come sempre più che soddisfacente, con James Rivera che si rivela il solito mattatore alla voce, capace di elevare il tutto ad un livello superiore, perchè capace di cantare praticamente ciò che vuole, sia in termini di melodia che di ferocia.
Insomma, questo ritorno degli Helstar è convincente, ma forse non raggiunge quello che per me è il loro migliore album degli anni Duemila di questa band, ovvero "Glory Of Chaos". Nel disco appena menzionato questa band si spingeva verso territori thrash e talvolta anche black metal, distruggendo tutto mantenendo comunque la classe che la contraddistingue. Forse con "Vampiro" e questo nuovo "The Devil's Masquerade" la band è voluta un po' tornare alle proprie origini, e soprattutto al loro disco più osannato, il già citato "Nosferatu", probabilmente il capitolo più tecnico mai sfornato da questi texani. Il risultato è comunque decisamente buono, al di là delle mie preferenze, che tendono a privilegiare le loro uscite più estreme.
Dal punto di vista dei testi, "The Devil's Masquerade" si immerge in storie di vampirismo, possessione demoniaca e caduta dell'umanità, traendo ispirazione da film e serie horror di culto come Annabelle, Midnight Mass, The Exorcist: Pope e persino da episodi classici di Twilight Zone. Ogni traccia racconta una storia, fondendo mito, orrore e simbolismo con la potenza distintiva degli Helstar.
Se volete del puro metallo suonato alla vecchia maniera ma ispiratissimo, cupo e tecnico accomodatevi, questo album vi accoglierà in tutta la sua bellezza.
Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 78/100
Tracklist:
1. Avernus
2. The Devil’s Masquerade
3 Stygian Miracles
4. Carcass For A King
5. The Staff Of Truth
6. Seek Out Your Sins
7. The Haunting Mirror
8. The Black Wall
9. Suerte De Muleta
10. I Am The Way
2. The Devil’s Masquerade
3 Stygian Miracles
4. Carcass For A King
5. The Staff Of Truth
6. Seek Out Your Sins
7. The Haunting Mirror
8. The Black Wall
9. Suerte De Muleta
10. I Am The Way
Line-up:
Larry Barragán - Guitars
James Rivera - Vocals
Michael Lewis - Drums
Garrick Smith - Bass
Alan DeLeon Jr. - Guitars
Web:
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