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THE RIVEN "The Riven" (Recensione)


Full-length, The Sign Records
(2019)

La Svezia…grande nazione! Ci delizia sempre con band estremamente interessanti, sia nel campo extreme-metal sia con delle band che possiamo definire “heavy-blues”. La band che vi presento in recensione sono fautori di un revival anni ‘70 sull’onda lunga dei Led Zeppeln e via discorrendo, il loro nome è The Riven,  ed è anche il nome del loro debut album successivo all’ep dal titolo "Blackbird" uscito nel 2017. La band è composta da quattro elementi, almeno fino all’uscita dell’album ovvero marzo 2019, poi la line-up è cambiata perdendo il batterista: 

Totta Ekebergh - Voce 
Arnau Diaz - Chitarra 
Max Ternebring - Basso 
Olof Axegärd – Batteria 

Il disco è composto da nove tracce per una durata di circa quaranta minuti, assolutamente godibili e piacevoli, andiamo ad analizzare tutte le tracce: 

The Serpent
Si parte subito con una chitarra bella allegra e una batteria molto caratteristica la voce della cantante è direi incandescente, passa dal roco aggressivo al quasi stridulo, un giochino davvero interessante. Il basso lavora parecchio rendendo il suono compatto, ottimi i virtuosismi di chitarra che in questo genere sono particolarmente calzanti. 

Far Beyond
La seconda traccia ha un inizio leggiadro, con la chitarra molto suadente e la voce di Totta è riflessiva e quasi sensuale, a seguire la batteria anch’essa leggera quasi impalpabile. I ritmi si alzano di quel poco da dare un senso di movimento al pezzo, anche qui numerosi sono gli assoli ed i riff ficcanti. Un brano molto rilassato ma che all’occorrenza tira fuori le unghie. 

Edge of Time
Canzone questa, più sostenuta la voce è grintosa così come tutto il reparto strumentale, un pezzo molto melodico sopratutto nel ritornello e che rende tantissimo se ascoltata ad un volume decente. Risulta difficile non segnare il tempo con il piede... 

Shadow Man
La chitarra inizia con un arpeggio rilassato ma poi il ritmi si alzano subito, il ritornello è fatto per rimanere nel cervello, il cantato è meno roco, più leggero, anche la batteria mantiene uno stato etereo che mi piace, un brano raffinato e passionale, direi quasi rilassante. 

Finnish Woods
Poco meno di sei minuti per questo quinto pezzo che parte con con una chitarra leggera, così come la voce; poi i ritmi si alzano ma in modo graduale sopratutto nel ritornello, per il resto è pezzo molto rilassato ed evocativo fino ad arrivare al minuto tre e trenta quando la chitarra esplode con un bell’assolo e i ritmi schizzano alle stelle, la voce diventa aggressiva e pungente, poi tutto torna quieto e tranquillo. 

Fortune Teller
Si ode solo la voce di Totta ad aprire il pezzo poi la chitarra, in un crescendo di sonorità più blues che metal, una composizione molto carina che riesce ad incuriosire anche il metallaro più incallito, credo che mi stia innamorando della voce “mutante” della cantante svedese, che riesce sempre a stupirmi in ogni brano, in questo pezzo cambia talmente tante volte che è impossibile starle dietro. Anche qui melodia e tecnica esecutiva vanno a braccetto per dar forma ad un pezzo piacevole ed elegante 

I Remember 
I ritmi sono melliflui, suoni soffusi, gli anni ‘70 sono tornati adesso ascoltando questo brano, figli dei fiori e pantaloni a zampa d’elefante, anche la batteria che fino ad ora ha pestato piuttosto decisa ora è delicata. Un brano ispirato e romantico che aggiunge un tocco di risolutezza a questo album, da segnalare l’assolo di chitarra finale e la voce spettacolare di Totta 

Leap of Faith
Si erano dimenticati di schiacciare l’acceleratore e se ne ricordano ora, infatti il penultimo pezzo parte a bomba, chitarra basso e batteria si scatenano in questi tre minuti al fulmicotone. 

Sweet Child
Ultimo capitolo di quest’opera un brano non veloce, non pesante ma molto melodico e con delle punte di cattiveria in cui la voce e la chitarra si uniscono e danno vita ad una simmetria sonora incredibile, un pezzo che chiude in bellezza un album davvero interessante. 

CONCLUSIONI:
Cosa dire, non sono un’amante del genere, e questo si è capito, ma devo ammettere che i The Riven sono riusciti ad affascinarmi con le loro melodie e con i loro virtuosismi e sopratutto mi rimane in testa la voce di Totta che davvero è qualcosa di incredibile. Questa band rende meglio in maniera indiscutibile sui brani tranquilli, in quelli più diciamo “vigorosi” si perde un po’ ma comunque un album super consigliato agli amanti del genere che trarranno sicuramente delle vibrazioni positive; per chi invece è portato sul metal più pesante un ascolto può essere più che sufficiente. 

Recensione a cura di Igor Gazza
Voto: 80/100 

Tracklist:
1. The Serpent
2. Far Beyond
3. Edge Of Time
4. Shadow Man
5. Finnish Woods
6. Fortune Teller
7. I Remember
8. Leap Of Faith
9. Sweet Child

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