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MARTIN MYSTÈRE: Il fascino del mistero


Vi appassiona il mito di Atlantide? Credete in oscure macchinazioni che dominano il mondo e che non siamo soli nell’universo? Pensate che fate, sirene, mostro di Loch Ness e Yeti non sono solamente frutti di menti molto fervide? Se la risposta a tutte queste domande è sì, allora il Professor Martin Jacques Mystère è il vostro personaggio del fumetto ideale. 


Il Detective dell’Impossibile nacque nel 1982 dalla fantasia di uno dei più grandi sceneggiatori del fumetto italiano: Alfredo Castelli. Castelli è un uomo con una conoscenza enciclopedica, che nel corso degli anni si è rafforzata anche grazie al certosino lavoro di ricerca necessario per scrivere le storie di Mystère. Le sue avventure mixano azione e divulgazione, stimolando il lettore ad approfondire ulteriormente le tematiche affrontate. A corredo degli albi sono spesso fornite anche nozioni di carattere storico e antropologico, che il BVZM (il buon vecchio Zio Marty) ha sempre snocciolato con quasi pedante precisione. Oggi, grazie allo strumento del web, è facile reperire certe informazioni, ma una volta non era così semplice. Per questo il lavoro di ricerca svolto dagli autori è assolutamente da apprezzare. A dare un taglio grafico fondamentale ci ha pensato sin dal primo albo il disegnatore Giancarlo Alessandrini, che ha illustrato tutte le copertine e moltissime storie chiave. 


Il personaggio Mystère nacque editorialmente nel 1982, che fu un anno cruciale per il mondo del mistero. Proprio nel 1982 pubblicò il suo ultimo libro quello che è ancora oggi il più famoso e controverso autore di tale materia: Peter Kolosimo. Dietro questo pseudonimo degno di un personaggio dei fumetti, si nascondeva il giornalista modenese Pier Domenico Colosimo, che scelse di inglesizzare il suo nome e modificare la prima lettera del cognome da “C” a “K”. Kolosimo durante gli anni ‘70 fu autore di fortunatissimi libri su tutto ciò che è mistero. Essi erano dei veri e propri cocktail di enigmi che fondevano parapsicologia, esobiologia e fanta archeologia. 


La sua opera più nota fu “Non è terrestre”, che nel 1969 vinse il premio Bancarella. Come si può intuire dal nome, il libro raccontava della teoria secondo la quale molte grandi opere del passato, come la Sfinge o i Moai dell’isola di Pasqua, siano state costruite da civiltà extraterrestri che in tempi remoti hanno visitato il nostro pianeta. L’abilità di Kolosimo era quella di vendere queste teorie come assolutamente plausibili, forzando la realtà dei fatti. Alcune erano alquanto curiose, come quella secondo la quale persino elettroni e protoni fossero abitati da minuscoli esseri. 


Sempre nel 1982 Kolosimo collaborò attivamente in quella che è stata la più grande opera italiana sul mondo del mistero: l’enciclopedia Dimensione X, vero e proprio oggetto di culto dei primi anni ‘80. L’enciclopedia era costituita da 10 volumi, che con una veste grafica accattivante esploravano i più grandi enigmi. Rispetto alle opere di Kolosimo l'accuratezza scientifica era migliore e quindi più si avvicinavano allo stile del fumetto Mystère. 


Ma a chi si proponeva il nuovo personaggio bonelliano? In realtà le avventure del Professore furono il pretesto per inserire in pianta stabile nel mondo della Bonelli tematiche più horror e fantascientifiche. Da questo punto di vista un albo da segnalare è il numero 103 Necronomicon. In esso si parla dello pseudobiblion nato dalla mente dello scrittore americano Lovecraft. 


Altro filone legato alla figura di Mystère è quello delle storie sullo stile di “Ai confini della realtà”, nelle quali il protagonista diventa narratore di vicende paradossali. In questo ambito cade l’albo numero 84 “Assurdi Universi” nel quale si racconta di uno scienziato che scopre una sconvolgente verità: tutta la scienza dal Rinascimento in poi è basata su teorie false. In realtà il mondo è come se lo erano immaginato gli antichi, di conseguenza l’aldilà è esattamente come l’ha descritto Dante e la Terra è piatta. Seguendo questo stile nel 1992 da Martin Mystère nacque lo spin-off Zona X. Tra le tante storie spiccano alcune ucroniche tra le quali una dove un virus ha sconvolto il pianeta. Diciamo che in quel caso il BVZM ha avuto capacità divinatorie. 


Naturalmente, come per tutti i personaggi dei fumetti, il mondo di Martin è popolato da molti comprimari, che ben rispecchiano la natura molto ironica delle storie mysteriose (da scrivere con la “y”, come da tradizione). Il suo fedele collaboratore è Java, un uomo di Neanderthal, scampato all’estinzione della sua specie e che si esprime solamente con suoni gutturali. Prima compagna e poi finalmente moglie è la biondissima Diana Lombard, con un fascino erotico degno delle migliori donne mature. 


Diana però deve guardarsi dalle insidie della più giovane, ma sempre bionda, Angie, che ogni anno compare negli speciali estivi della serie. Angie è una svampita spogliarellista che ha il potere non tanto paranormale di far perdere il self control al professor Mystère. 


Antagonista principale è invece Sergej Orloff, in origine ricercatore e collega. Martin e Sergej hanno un’altra cosa in comune, oltre i percorsi professionali: la Murchadna, una portentosa arma a raggi costruita dai Mu, prima che la loro civiltà sparisse nel nulla tantissimi secoli fa. 


A contrastare le attività di Martin c’è pure l’inquietante organizzazione gli “Uomini in Nero”, che è pure il nome del primo albo della serie. I “men in black” hanno il compito di stroncare sul nascere qualsiasi ipotesi che contrasti quelle della storia ufficiale. L’esistenza di questa organizzazione è stata oggetto di molte illazioni e nel 1997 diede il nome alla famosa commedia fantascientifica con protagonista Will Smith. 


Nel corso degli anni la testata Mystère ha purtroppo perso lettori, tanto da passare nel 2006 da mensile a bimestrale. Probabilmente nel corso del tempo le avventure del BVZM hanno subito una forte concorrenza interna. Nel 1986 Dylan Dog e nel 1991 Nathan Never hanno catalizzato le attenzioni dei fan bonelliani di horror e fantascienza. Soprattutto Dylan Dog è diventato un fenomeno di massa capace di oscurare altri personaggi. L’Indagatore dell’Incubo e il Detective dell’Impossibile si sono incontrati varie volte, una anche abbastanza recente, ma c’è sempre la sensazione che, nonostante le cordialità, tra i due corra una certa rivalità. 


Quale sarà il futuro della testata? Da un po’ di tempo su di essa si addensano nubi non promettenti e se ci si riflette è abbastanza strano, dato il momento storico. Come è noto, il mondo del web è fucina delle più disparate e assurde teorie del complotto. Il problema è però che la fantasia ha superato la realtà. Prendiamo il terra piattismo ad esempio. Nell’albo di Mystère la teoria era raccontata come assolutamente fantasiosa, non lasciando spazio ad alcuna possibilità di fraintendimento. Sappiamo che alcuni oggi pensano che essa abbia un fondamento scientifico e che non si accetti come vera solamente per qualche oscuro complotto. Il paradosso è che il BVZM è troppo onesto intellettualmente, in un periodo in cui la faziosità è legge. 

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