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SKELETAL REMAINS "The Entombment of Chaos" (Recensione)


Full-length, Century Media Records
(2020)

Una intro atmosferica mi proietta nel nuovo disco degli Skeletal Remains, devo dire che sono incuriosito da questa band californiana. "Chosmic Chasm" è una gettata di aria gelida e misteriosa sul loro quarto lavoro in studio dal titolo "The Entombed Of Chaos". Netta sterzata con "Illusive Divinity" che altro non è se non un brano tritasassi, a ritmo di blast beat accompagnati da un grezzo growl. Si accennano degli assoli chitarristici ma fanno solo da contorno. "Congregation Of Flesh" non varia granché la ricetta del quartetto, mostrando il tipico sound del Death vecchia maniera. Quindi atmosfera caotica e ritmica veloce. Sul finale i tempi rallentano senza creare particolari sorprese. 

È il momento della mazzata che non può lasciarti scampo, "Synthetic Impulse" lascia spazio al disperato growling di Chris Monroy che convince per intensità ma pecca in monotonia. La chitarra solista cerca di innalzare la qualità del pezzo ma il risultato non cambia. Comincio ad avvertire un senso di noia per un album che mi sembra non abbia personalità, in effetti non riscontro significativi cambi di rotta nella direzione intrapresa. "Tombs Of Chaos" però è di una spanna superiore al resto delle tracce: un mix di chitarre distorte, batteria forsennata e voce spinta al limite ci portano man mano al momento dell'assolo di chitarra degno di nota. Il cantato si fa da parte, la batteria costruisce un tempo più lento ed azzeccato. "Enshrined In Agony" è un intermezzo strumentale dal timbro acustico sognante, ci sta bene perché spezza la ripetitività generale del full-lenght. Andiamo avanti con la tracklist e vediamo cosa succede. "Dissectasy" si lancia in una corsa furibonda che distrugge tutto intorno a sé. 

Unico elemento di spicco è come al solito la parte riservata ai virtuosismi di chitarra. "Torturous Ways To Obliteration" è un assalto micidiale alle nostre orecchie. Qui noto una grinta típica del Thrash indirizzata certo nel versante Death Metal. Il brano è di una violenza inaudita mista ad una buona capacità di evocare sentimenti morbosi. La terzultima traccia "Eternal Hatred" parte gradualmente con note che provengono dalle retrovie, il cantato di Chris Monroy è diverso, assume un tono pesante e più oscuro. La ritmica è decisa ma dall'andamento solenne, sembra la scena di un esercito che avanza verso il nemico da sconfiggere . "Unfurling The Casket" è carica di pathos, grazie ad un amalgama che funziona alla grande. Il clima è di battaglia, le forze del combo americano sono ben messe in campo. Si chiude con "Stench Of Paradise Burning", cover dei Disincarnate. Il brano è senz'altro efficace anche nell'interpretazione degli Skeleton Remains che ci fanno capire di trovarsi a loro agio con sonorità del genere. 

Il growling di Chris Monroy è convincente, si evidenzia la capacità di costui nel saper cantare in tono più basso. Concludendo trovo che sia un album a due facce, nella seconda parte mi è piaciuto ma non nella prima dove ho riscontrato una carenza di idee. Il limite sta soprattutto nella voce di Chris Monroy che si esprime spesso nel solito registro vocale, eppure è potenzialmente capace di variare come ho potuto constatare nella cover finale. Mi hanno convinto le due chitarre nei momenti degli assoli ma la ritmica è noiosa nel complesso. "The Entombment Of Chaos" potrà anche piacere per la genuinità delle intenzioni ma non lascia traccia nella mente dopo averlo ascoltato. 

Andrea Bottoni
Voto 60/100

Tracklist:
1. Cosmic Chasm 
2. Illusive Divinity 
3. Congregation of Flesh 
4. Synthetic Impulse 
5. Tombs of Chaos 
6. Enshrined in Agony 
7. Dissectasy
8. Torturous Ways to Obliteration
9. Eternal Hatred 
10. Unfurling the Casket
11. Stench of Paradise Burning (Disincarnate cover) 

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