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SRD "Ognja Prerok" (Recensione)


Full-length, On Parole Productions
(2020)

Carissimi lettori, il Vostro Hellbanno è tornato per proporvi una gustosissima “premiere”, prolisso francesismo per introdurre un disco fresco e piacevole come una mazza ferrata sulla testa. I paragoni con le ferite da arma medievale chiodata non sono casuali, poiché oggi, sotto la mia intransigente lente, abbiamo il secondo full-lenght dei SRD, band Black Metal Slovena, ufficialmente in uscita il 4 Dicembre 2020 su On Parole Prod. Piccolo trivia in avvio di recensione: ho avuto l'occasione di vedere questa band dal vivo di supporto agli Shining – in quel dell'Alchemica di Bologna – e sinceramente ne uscii piuttosto indifferente. Niente di male nella performance del combo Sloveno, ma quella sorta di ibrido fra i sovra-citati Shining, certi Watain e certi Carpathian Forest non mi aveva particolarmente emozionato, figlio probabilmente di un meno ispirato disco di debutto (“Smrti Sel” datato 2017 nd.r.) 

Questa sorta di “nuvola di Fantozzi” ha indubbiamente condizionato il mio primo approccio al seguito discografico dei SRD, soggetto della recensione odierna: reo-confesso di aver pensato male in principio, questo secondo disco della band mi ha malmenato e non mi è dispiaciuto (che vengano liberate dalle gabbie le battute sul BDSM, ve l'ho servita su un piatto d'argento) Cazzate a parte, performance maiuscola e disco notevole, dall'artwork (realizzato da Mors Ultima Ratio Art) ad ovviamente il contenuto: 8 tracce che picchiano e non annoiano mai, figlie di una composizione ispiratissima e di una resa sonora gustosa. Tutto funziona a dovere, tutto è “come dovrebbe essere”: la voce torreggia al di sopra di un sound monolitico, sostenuto da suoni potenti ma distinti, che riescono nella difficile impresa di mantenere un'aggressione invidiabile attraverso qualsiasi sfaccettatura di questo lavoro, senza però scadere nella resa / composizione forzatamente lo-fi. Altro super-plauso alla performance del cantante: normalmente, tendo a diffidare delle voci “troppo espressive” nel Black Metal degli ultimi anni – gorgoglii e parti chiacchierate spesso figlie di una totale incapacità di poter sostenere ritmi vocali alti consoni al genere n.d.r. - che invece in questo caso danno una colorazione rara ai pezzi, rendendone ancora più interessante e completo l'ascolto. Esempio calzante la traccia n°7 – i titoli sono tutti in Sloveno, abbiate pietà n.d.r. - dove verso la metà assistiamo ad una sorta di intruglio fra Attila Cshiar e Nocturno Culto che fa gelare il sangue, ad apertura di un riff che definire tamarro è veramente riduttivo. Ecco, ce l'ho, la parola del giorno è “tamarro”: per quanto questo disco rientri sotto la categoria del Metal Nero, la sensazione principale che mi ha accompagnato per tutto l'ascolto, è stata quella di un disco per fare casino soltanto per il gusto di farlo. 

Questo è un disco da alcolizzati, che ha molto di più la forma di una molotov, piuttosto che di un Pentacolo, ed in questo trova il suo innegabile punto di forza. Unico problema, magari, la lunghezza di più di un'ora che rende l'ascolto meno fluido e naturale, quando un disco con queste caratteristiche sonore e compositive non avrebbe avuto problemi con 2/3 tracce in meno. Tuttavia si tratta di un pelo nell'uovo, questo disco è una mazzata ed è inutile girarci intorno: complimenti dunque a SRD per aver convertito un recensore palloso come me, ma sopratutto per averci donato un disco Black Metal che farsi sfuggire sarebbe un errore madornale. 

Hellbanno (L.B.)
Voto: 90/100 

Tracklist:

1. Sonce 
2. Ognja prerok 
3. Nod 
4. Zev sna 
5. Zlohotne zvezde pleme 
6. Ihta iht 
7. Sreča na vrvici 
8. Onkraj

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