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DGM “Tragic Separation” (Recensione)



Full.length, Frontiers Records
(2020)

Pollice in alto per i DGM. Ho ascoltato questo lavoro più volte, pur non essendo proprio un amante del genere. Ammetto di essere rimasto veramente colpito: avevo già sentito i primi due singoli, ben diversi tra loro, ed effettivamente non sapevo bene cosa aspettarmi, ma ora, con le idee ben chiare, credo proprio che questo sia uno dei migliori album usciti nel 2020 nel panorama italiano. 

Il disco parte con l’accattivante “Flesh And Blood” e subito si capisce che i ragazzi ci danno dentro seriamente, con una miscela di musica bella diretta ed incisiva, che sembra quasi cambiare genere con la seguente “Surrender”. Al primo ascolto pare quasi un pezzo scappato dagli anni ’90: influenze forti dei Mr. Big e i nostri sembrano quasi i Van Halen del loro glorioso periodo con Sammy Hagar. Invece no, sono proprio i nostri DGM! Una super hit, che non si riesce a smettere di cantare, che rimane in testa e non se ne va, una prova quasi spiazzante. Si ritorna subito nel loro sound con “Fate”, “Hope”, “Tragic Separation”, “Stranded”, “Land Of Sorrow”, una carrellata di brani dal solido marchio di fabbrica che tengono l’ascoltatore totalmente concentrato sul momento. Semplicemente stupende “Silence”, e “Turn Back Time”, un brano molto più metal degli altri, un vero capolavoro che attraversa molti generi, con caratteristiche molto ruvide nelle ritmiche, senza diventare mai noioso ma sempre coinvolgente nella sua struttura: ritmiche power, ritornelli AOR, metriche aggressive e fraseggi molto originali, tutto orchestrato da suoni paurosi. Il punto più alto dell’album. Finale con la strumentale “Curtain”, quasi un meritato riposo finale dopo una tale e instancabile cavalcata. Vero che stiamo parlando del maestro Mularoni, ma qui c’è anche molto altro. 

Questa storica band italiana merita rispetto, soprattutto dopo un album del genere. Marco Basile è per me una tra le migliori voci italiane e non solo, la forza e l’espressione di questo cantante fanno letteralmente ribollire il sangue: qui non c’è solo tecnica, ma anche creatività e passione per quello che canta. Grandiosa la potenza scatenata dal basso di Andrea Arcangeli, da gustare in ogni singolo fraseggio, perfetto tessuto di tutte le melodie create dal tastierista Emanuele Casali. A chiudere il cerchio, il batterista Fabio Costantino, a formare una combo impeccabile: tutto preciso, tutto perfetto. Ne hanno fatta di strada da “Change Direction” (1997), e se questi sono i frutti di tanti anni di passione e dedizione, la Frontiers Records fa davvero bene a tenerseli stretti.

Daniele Zafferani
Voto: 80/100

Tracklist:
1. Flesh and Blood 07:35 
2. Surrender 05:40 
3. Fate 05:46 
4. Hope 05:25 
5. Tragic Separation 07:37 
6. Stranded 05:35 
7. Land of Sorrow 05:04
8. Silence 05:54 
9. Turn Back Time 05:45 
10. Curtain

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