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BRVMAK "In Nomine Patris" (Recensione)



Full-length, Sleaszy Rider Records
(2018)

I Brvmak sono una band death metal attiva dal 2006, con attualmente una discografia che consta di attualmente di un ep ("Another Beer", 2006) e un full-lenght ("Captivitas", 2013). Dopo alcuni cambi di line up trovano la formazione ufficiale con l’entrata, nel 2015, di Sergio Rosa come cantante/chitarrista, aggiungendo al sound della band le sue influenze progressive. "In Nomine Patris" è quindi il secondo capitolo discografico dei laziali Bvmak. L’album è stato registrato, mixato e masterizzato presso i Time Collapse Recording Studio di Roma a cura di Alessio Cattaneo e Riccardo Studer (NOVEMBRE, ADE, SCUORN), e direi che la band ha fatto una scelta più che azzeccata, perchè l'album suona benissimo, pulito e potente al tempo stesso. In questo album si mescolano tematiche legate ai testi sacri, alla genesi dell'uomo, e il tutto lo si fa incanalandolo in una base death metal molto originale ed emozionante. 

Il death metal che ci propongono i Brvmak è davvero di eccellente fattura, ma a mio avviso le influenze che fanno grande questo album sono molteplici, e vanno dal prog metal, al death/black metal melodico. Salta subito all'orecchio l'ottimo growl di Sergio Rosa, possente e corposo, mentre per ciò che concerne la musica la band cerca di trovare un costante equilibrio tra tecnica, potenza e melodia e ci riesce alla grande. Le prime canzoni infatti mostrano una band che spesso si lancia in velocità sostenute, ma dove la melodia non viene mai meno. Ispiratissimo il riffing di chitarra, ma non è da meno la sezione ritmica, affidata all'ottimo batterista Davide Tomadini e al bassista Emanuele Lombardi. Anche gli assoli di chitarra sono di buona fattura e spesso fanno il loro ingresso, impreziosendo l'opera. 

Ho trovato ottimi anche gli episodi dove la band rallenta un po' il tiro e dove si fanno notare delle clean vocals, come in "Oblivion", o anche dove la band si lancia in suite strumentali, come ad esempio succede in "Toccata in Si minore". Il disco poi finisce con una traccia che mi ha ricordato un po' certi Opeth, si tratta di "Revelations", brano davvero immenso che supera i quindici minuti di durata e dove succede un po' di tutto e si toccano tutti i lati del sound dei Nostri. All'inizio del brano sembra quasi di sentire qualcosa di prog anni Settanta, poi il pezzo pian piano si evolve ed offre momenti di emozionalità elevatissimi, oltre che una spiccata propensione a strutture progressive. Questo è un brano che mi ha lasciato stordito per la sua bellezza e che eleva il disco in maniera incredibile e lo consacra come un gioiello da non perdere...

Cosa dire ancora? I Brvmak hanno scritto un album incredibile, che piacerà sia agli amanti del prog metal che agli amanti di sonorità più estreme. In questo "In Nomine Patris" non riesco a trovare un difetto, e lo dico sinceramente, e quindi non mi resta che fare un applauso di fronte a cotanta maestria. Capolavoro.

Sergio VInci
Voto: 90/100


Tracklist:
1. Preludio alla Genesi 02:25
2. Genesis 06:22
3. Tetragrammaton 05:16
4. Preludio all'Oblio 01:58
5. Oblivion 05:17
6. Vindicate 05:52
7. Omnipotence 06:31
8. Golgota 05:12
9. Toccata in Si minore 02:31
10. Revelations 15:36

DURATA TOTALE: 57:00

Line-up:
Sergio Rosa – vocals, guitar, viola
Gabriele Nucci – guitars
Emanuele Lombardi – bass
Davide Tomadini – drums

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