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THE TROOPS OF DOOM "Antichrist Reborn" (Recensione)


Full-length, Alma Mater Records
(2022)

Premessa veloce sui collegamenti tra questa band e i primi Sepultura. Entrambe le band arrivano da Belo Horizonte. La line-up dei The Troops Of Doom comprende il chitarrista (e all'epoca anche bassista) Jairo ‘Tormentor’ Guedz, storico membro della prima incarnazione dei Sepultura, e suonò nel loro primo demo/ep/split “Bestial Devastation”, e sul full-length "Morbid Visions". Inoltre abbiamo nella "famiglia" anche il disegnatore Sergio Oliveira, allora bassista nei thrashers brasiliani Chakal, che disegnò all'epoca la cover del primo vagito dei Sepultura, ovvero il già citato "Bestial Devastation". La copertina di questo "Antichrist Reborn” è disegnata nuovamente da quello storico visionario che diede vita a quel demone che caratterizzò i primissimi Sepultura, e chiama in causa il loro brano "Antichrist", presente su Bestial Devastation. Risorge quindi dalle ceneri di quella idea questa band (e lo stesso Sergio Oliveira è di nuovo artefice di questo artwork),  che propone guarda caso un thrash/death metal (con venature black) che riportano a galla gli anni Ottanta più violenti e malvagi di formazioni come appunto i Sepultura, i Possessed, gli Slayer o i Kreator. 

Da queste premesse è doveroso partire per inquadrare le coordinate stilistiche di questa band, che arriva al primo full-length dopo due prove sotto forma di ep quali “The Rise Of Heresy” (2020) e “The Absence Of The Light” (2021). Sono riusciti i The Troops Of Doom a regalarci un disco all'altezza delle aspettative che avevano creato coi due ep precedenti? Io direi di no, ma questo non vuol dire che siamo al cospetto di un brutto album, anzi. Però da musicisti così navigati e scomodando il nome Sepultura dei primi tempi, è certo che forse sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più, soprattutto perchè i due ep facevano presagire grandi cose. Ecco quindi che questa band riesce a regalarci circa quaranta minuti di musica infernale, ben coadiuvata dalla prova vocale di Alex Kafer (Vocals, Bass) e, in generale, da una prestazione d'insieme di rilievo. Tutti i musicisti infatti sembra sappiano a memoria come suonare del vecchio thrash/death, aggiornandolo con una produzione al passo coi tempi, quindi con chitarre belle corpose ed una pulizia del suono apprezzabile. Ma forse quello che manca a questo disco è la zampata vincente, il pezzo che ti faccia sobbalzare dalla sedia, che ti faccia davvero dire che quel Demone in copertina è tornato ed è più malvagio di quasi quaranta anni fa. Le mine in tracklist si sprecano, inutile citare episodi più riusciti o meno, perchè tutto l'album ha una cattiveria intrinseca importante e viaggia spedito e senza troppi fronzoli. Citare una "Far from Your God", piuttosto che "Altar of Delusion" o "Preacher's Paradox" è la stessa cosa. Ogni tanto la band rallenta in pieno stile Slayer, diventando più funerea e sulfurea, ma è la brutalità che fa capolino in ogni solco di questo disco, fino all'infame cover di "The Usurper" di altri loro numi tutelari come i Celtic Frost.

Un disco a mio avviso un po' troppo standardizzato e che vive di una sicura qualità e competenza, ma che ruba un po' troppo dai grandi nomi che ho citato non raggiungendo, a conti fatti, la qualità di nessuno di loro. Chiaramente non è facile per nessuno avvicinarsi ai quattro mostri sacri che ho citato in questa recensione, ma i Possessed un paio di anni fa hanno rasentato l'impresa, e i Nekromantheon con l'ultimo album pure, entrambi grazie ad una spiccata personalità. Personalità che i The Troops Of Doom non hanno, in mezzo però a molte altre qualità, sia chiaro. In ogni caso, un album che i die hard fans del thrash molesto potrebbero amare.

Sergio Vinci
Voto: 65/100

Tracklist:
1. Dethroned Messiah 
2. Far from Your God 
3. Altar of Delusion 
4. Grief 
5. Pray into the Abyss 
6. The Rebellion 
7. Deserters from Paradise 
8. Apocalypse MMXXII 
9. A Queda
10. Preacher's Paradox 
11. The Usurper (Celtic Frost cover)

Line-up:
Alexandre Oliveira - Drums
Jairo "Tormentor" Guedz - Guitars
Marcelo Vasco - Guitars
Alex Kafer - Vocals, Bass

Web:
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