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ANVIL "Impact Is Imminent" (Recensione)


Full-length, AFM Records
(2022)

Quattordici tracce in cui a mio avviso sono racchiuse tante cose: l'essenza degli Anvil che ha superato le quattro decadi, l'essenza dell'heavy metal (e volendo dell'hard rock), e l'essenza di fare qualcosa perchè è giusto farlo, perchè è il cuore che lo dice e non il portafoglio. Ecco gli Anvil, gruppo leggendario canadese, che ha dato ispirazione a molti artisti che poi sono diventati famosissimi, mentre loro hanno sempre lottato per rimanere a galla...E alla fine ci sono riusciti, nonostante le mode e un pubblico che negli anni li ha un po' abbandonati. In questo album gli Anvil dimostrano di aver trovato una quadra definitiva con la loro formazione a tre che comprende ormai da qualche anno il solido bassista Chris Robertson e i due membri fondatori e inseparabili, ovvero Steve "Lips" Kudlow (chitarra, voce) e Robb Reiner (batteria).

"Impact Is Imminent" non aggiunge molto di nuovo rispetto al passato, ma personalmente ho notato una maggior freschezza e verve rispetto gli ultimi album, che erano sufficienti o poco più. Qui si ritorna a mio avviso quasi alla qualità di uno dei migliori album rilasciati negli anni Duemila, ovvero "Juggernaut Of Justice". Si inizia con due pezzi non da poco, ovvero "Take A Lesson", mid tempo roccioso e attitudine quasi minacciosa, introdotta dalla voce di Dave Grohl dei Foo Fighters, quando nel 2010 annunciò il terzetto canadese sul palco degli Spirit Awars, definendola, tra le altre belle cose dette in quell'occasione, una “great rock’n’roll band“. In questo pezzo la band a livello di testi si toglie qualche sassolino dalla scarpa e sottolinea le fasi salienti della storia della band. Dopodichè l'album viaggia a cavallo tra heavy metal e scanzonato hard rock ad alta potenza, con le buone ma non esaltanti "Another Gun Fight", "Fire Rain", "Teabag" e Don't Look Back. Si ricomincia a picchiare con la motorheadiana "Someone To Hate", un pezzo in bilico tra metal e tentazioni punk davvero trascinante e con un bell'assolo nella parte centrale. Riffing ficcante e tiro da giovincelli, ben fatto Anvil! Altre cannonate con "Bad Side Of Town" ed "Explosive Energy", mentre "Wizard's Wand" e soprattutto "Lockdown" ci riportano su velocità più contenute e con un alone più malinconico che viene a galla soprattutto in quest'ultimo pezzo, dal titolo esplicito. 

Il finale del disco ci regala ancora qualche buona sorpresa, come la spumeggiante "Explosive Energy", e quindi non resta che arrivare alla fine dell'album col sorriso stampato sul volto. Tirando le somme, a mio avviso questo album non è un capolavoro, ma è un disco davvero ben fatto e sorprendentemente ispirato. Certo, lo stile di questa band pesca a mani basse dagli anni Ottanta e un pizzico di anni Settanta ma riesce, anche grazie ad una produzione al passo coi tempi, a risultare credibile e gradevole. Forse quattordici tracce sono un po' troppe, perchè in fondo la formula poi si ripete oltre un certo limite fisiologico, ma glielo perdoniamo. Gli Anvil, i cui membri fondatori hanno superato da tempo i sessanta anni, sembra non abbiano ancora nessuna voglia di mollare, e per quanto mi riguarda sono sempre i benvenuti o bentornati in casa mia!

Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 70/100

Tracklist:
1. Take a Lesson 
2. Ghost Shadow 
3. Another Gun Fight 
4. Fire Rain 
5. Teabag 
6. Don't Look Back 
7. Someone to Hate 
8. Bad Side of Town 
9. Wizard's Wand 
10. Lockdown 
11. Explosive Energy
12. The Rabbit Hole 
13. Shockwave 
14. Gomez

Line-up:
Steve "Lips" Kudlow - Guitars, Vocals
Chris Robertson - Bass
Robb Reiner - Drums

Web:
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