THE SPIRIT "Of Clarity and Galactic Structures" (Recensione)
Full-length, AOP Records
(2022)
A distanza di due anni dal precedente “Cosmic Terror” tornano i tedeschi The Spirit con il loro terzo album. Come si evince dal titolo il cosmo e la galassia sono sempre al centro delle tematiche trattate. Ma non ci troviamo di fronte ad una band psichedelica. La musica dei The Spirit si abbevera a quel suono nordico, che parte dal death metal svedese, attraverso un riffing articolato, in cui l’elemento “melodico” ricopre un ruolo importante nel determinare la loro proposta, ed arriva a sonorità più estreme, affini proprio al black metal, soprattutto in quelle accelerazioni che sfociano in feroci blast beat (“The Climax Of Dejection”).
I brani, tutti mediamente lunghi, sono costruiti su un riffing complesso ed articolato, in cui gli innumerevoli cambi di tempo e di atmosfera diventano elemento cardine della proposta. La voce gracchiante di Matthias Trautes è poco fantasiosa e dinamica, a tratti monotona, appiattendo in diversi momenti la proposta. E questo risulta il punto debole della band. Di contro risulta notevole il drumming di Manuel Steitz, elemento cardine su cui poggia il riffing fantasioso e dinamico (“Arcane Wanderer”). Interessanti risultano i momenti più “sperimentali” come in “Repression” dal riffing ipnotico, contrapposto alle esplosioni più classicamente death metal per poi sfociare in fraseggi al limite del black metal. Di sicuro è uno dei brani più riusciti.
I The Spirit riescono a costruire trame sonore interessanti mischiando i generi citati, sfruttando appieno la dinamicità che rende le composizioni estremamente variegate e mai banali (“Celestial Fire”). L’assalto di brani come “Timbre Of Infinity” sono più classicamente death metal e riportano alla mente band fondamentali come i Dissection, una delle maggiori fonti di ispirazione, ma la band riesce in questo terzo lavoro a proporsi con una decisa personalità che va al di là delle influenze. Come non menzionare la finale “Laniakea”, brano strumentale dal sapore oscuro, caratterizzato da una melodia di tastiera dai toni ossessivi.
“Of Clarity And Galactic Structures” è un album di metal estremo interessante che necessita di diversi ascolti per essere apprezzato appieno, perché costruito su una base sonora complessa, composta da riff articolati poggiati su un suono ed una produzione fredda che esalta un’esecuzione dall’alto tasso tecnico e dalla precisione chirurgica. Questo è un album che farà la gioia degli amanti del death metal scandinavo.
Recensione a cura di John Preck
Voto: 74/100
1. Of Clarity and Galactic Structures
2. The Climax of Dejection
3. Repression
4. Celestial Fire
5. Transition
6. Timbre of Infinity
7. Arcane Wanderer
8. Laniakea
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