CHRONOSFEAR: potenti sinfonie (intervista)
I Chronosfear sono ormai una conoscenza ben consolidata, non solo su questa zine virtuale, ma anche nel panorama power metal italiano. La loro qualità è stata messa al servizio anche dell'ultimo album "The Astral Gates Pt. 1", che abbiamo recensito QUI e valutato molto bene. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Filippo Tezza (voce/songwriting) e Xavier Rota (basso). Buona lettura!
01 - “The Astral Gates Pt. 1” è il vostro secondo lavoro. Ci parlate del concept che si sviluppa durante l’ascolto?
Xavier: Ci troviamo in un futuro distopico non troppo lontano (anno 2101), in cui le persone vivono sotto il pugno di ferro di un’organizzazione chiamata Egida. Nel disco narriamo la prima parte delle vicende di un galeotto (‘The Prisoner’) e di come un vecchio scienziato pazzo (‘The Old Scientist’) lo 'sfrutti', cancellandogli i ricordi e facendogli perdere ogni volontà , 'costringendolo' a viaggiare nel tempo attraverso le Porte Astrali nel tentativo di modificare il passato al fine di cambiare il proprio futuro del 2101. Essendo un concept abbastanza complesso, per aiutare l'ascoltatore a comprenderlo meglio ed evitare che possa perdere il filo tra un brano e l'altro, abbiamo deciso di inserire nel libretto non solo i testi, ma anche dei brevi scritti che collegano i pezzi tra loro. Essendo il disco la prima parte, aspettatene 'almeno' una seconda: il racconto completo è troppo lungo e dettagliato per riuscire a comprimerlo in un solo disco.
02 - Come nasce e quanto tempo avete impiegato per scrivere e registrare “The Astral Gates Pt. 1”?
Fil: La scrittura del disco è iniziata già prima che uscisse il disco di esordio, ovvero già nei primi mesi del 2018. Piano piano durante i successivi due anni ho continuato a scrivere e proporre alla band brani nuovi, che, dopo alcuni ultimi affinamenti durante il primo lockdown, sono stati scelti per la tracklist del nuovo album, tenendo conto anche del mood dei vari capitoli della storia che via via intanto Xavier stava ultimando. Le fasi di registrazione sono durate circa 5-7 mesi, facendo comunque tutto per conto nostro e a distanza (anche per via delle restrizioni degli ultimi anni), e considerando anche le produzioni orchestrali a cura di Giacomo Savina. Poi tutti i multitraccia sono stati affidati alle mani di Francesco Gambarini (Black Alley studio) per il mixaggio e mastering, e ci hanno anch’essi portato via diversi mesi. Quindi si è trattato sicuramente di una gestazione lunga, ma realizzata senza alcuna fretta.
Xavier: La parte che forse ci ha impegnati di più è stata quella relativa alla scelta delle tracce, in modo tale che rievocassero il mood che la storia voleva esprimere, nonché quella di selezionare le parti di storia da inserire sottoforma di testo e quelle da inserire invece sottoforma di prosa descrittiva nel booklet. Il tutto sempre lavorando a distanza... ore ed ore passate al telefono o in video chat che sono valse la pena.
03 - State già lavorando alla seconda parte? Potete darci qualche anticipazione su quale sarà lo sviluppo sonoro?
Fil: Si, stiamo lavorando già alla “Pt. 2”, ed anzi, quasi tutti i brani sono già stati scritti ed arrangiati. La storia era già stata scritta, e qualche testo è in fase di bozza. Alcuni di questi sono brani che avevo già ultimato nel periodo successivo all’esordio, come dicevo prima, e che sono stati in prima battuta esclusi dalla “Pt. 1” perché meno adatti, e che invece si sono rivelati più adatti agli avvenimenti della seconda parte della storia. Parlando di sonorità , per continuità con il nuovo disco appena uscito, l’intenzione è quella di mantenere un arrangiamento sinfonico/coristico molto presente e ‘massiccio’ anche per la “Pt. 2”. Cercheremo ad ogni modo di dare ancora una volta una certa eterogeneità alla tracklist, miscelando power e qualche inserto prog, con un occhio di riguardo per sonorità e strutture un po’ più moderne e meno classiche. Confidiamo nel dare un seguito degno e all’altezza della “Pt. 1”!
04 – Quali ritenete siano le vostre maggiori influenze? Quali band vi hanno maggiormente ispirato?
Fil: Senza dubbio tutto ciò che è stato il filone del power metal europeo è un'influenza un po’ comune a tutti all’interno della band. Gruppi come Stratovarius, Avantasia, Blind Guardian, Rhapsody, o sul lato progressive Symphony X, Dream Theater ecc… sicuramente rientrano un po’ nei gusti di tutti. Io e Frank in particolare poi siamo anche appassionati di sonorità più estreme, anche se per ora queste non rientrano nel target dei Chronosfear (se non per qualche accenno sporadico qua e là ). Anche in qualità di songwriter tendo ad ispirarmi a queste grandi realtà , cercando comunque di sviluppare il più possibile una personalità adatta e funzionale a questa band.
Xavier: Come già accennato da Fil, ognuno di noi ha delle provenienze musicali differenti, sia in ambito metal che non. Ognuno mette la propria mano ed il proprio gusto a disposizione del gruppo.
05 - Come avete coinvolto Alessia Scolletti dei Temperance? “Fragments” credo che abbia un grande potenziale, amplificato da questa guest. Che riscontro avete avuto fino a questo momento con questo brano? E come nasce?
Fil: Fin da subito, in base allo sviluppo della storia che sta dietro al disco, c’era la volontà di realizzare un featuring con una voce femminile. Alessia è stata un’idea di Michele che l’ha contattata per la partecipazione, e ha accettato di buon grado. Abbiamo già avuto occasione di aprire un paio di shows per i Temperance e li conosciamo quindi personalmente. “Fragments” si è rivelata una canzone estremamente adatta per questo duetto, vista la direzione molto cadenzata e melodica e l’utilizzo di numerosi intrecci vocali. Ne è uscito un brano complesso negli arrangiamenti, ma allo stesso tempo orecchiabile e melodico, impreziosito ulteriormente dalla voce di Alessia.. uno dei brani di cui sono personalmente più orgoglioso e soddisfatto, e che pare stia avendo un riscontro molto buono dagli ascoltatori.
Xavier: Quando entrerete nel dettaglio del concept del disco, capirete perché serviva una voce femminile (e nella seconda parte potrebbe essere anche più importante). Quando la band si è trovata a parlare della necessità di una voce femminile, tra le varie proposte, è balzata subito all'orecchio Alessia, perché pensavamo che la sua voce potesse fondersi molto bene con quella di Fil, ed il risultato ci ha dato ragione.
06 - E’ possibile parlare di una scena italiana di power metal sinfonico, con delle proprie caratteristiche ed una propria identità ?
Fil: Sicuramente in Italia abbiamo talenti grandiosi nella musica metal, spesso troppo sottovalutati. Tuttavia il power metal, contrariamente ad altri sotto-generi, almeno per quanto di nostra conoscenza, non sembra particolarmente diffuso nell’underground nazionale, e probabilmente lo è ancora meno il symphonic power. Del resto in Italia questo genere ha dato i suoi massimi frutti tra fine anni ’90 ed inizio 2000, motivo per cui anche da parte nostra cerchiamo di rendere un po’ più moderna la nostra proposta musicale, per quanto possibile.
07 - Come avete affrontato questi due anni di pandemia? Da un punto di vista musicale quanto ha impattato sulle vostre scelte? Ha influenzato in qualche modo la vostra scrittura?
Xavier: Partiamo dal fatto che la pandemia è stata un periodo molto duro per tutti. A livello musicale, tuttavia, ci ha 'liberato' da alcune incombenze lasciandoci un po' di tempo in più da dedicare alla musica. Io, ad esempio, durante il primo lockdown, ho portato a termine la stesura del racconto e successivamente, non avendo date live in programma, sono riuscito a suonare molto di più del solito anche se, purtroppo, in solitaria.
08 - Oggi sembra che i live siano finalmente ripartiti con una certa continuità . Come pensate di promuovere “The Astral Gates Pt. 1”? Avete in programma delle date? Avete o state pianificando un tour a supporto?
Fil: Per noi è ancora presto purtroppo per parlare di tour o di date ben definite per promuovere il nuovo disco. Al momento abbiamo in programma la partecipazione al Coop Beer Fest (in provincia di Milano) a luglio, dove riprenderemo a suonare dal vivo dopo quasi tre anni. Poi speriamo di riprendere a pieno regime con la stagione autunnale. Non possiamo negare che tutto questo lungo e buio periodo e circostanze varie personali ci abbiano tenuto molto a freno in questi anni. Non è stato sempre così semplice mantenere lo stesso entusiasmo.. ma contiamo di ripartire finalmente a vele spiegate!
09 - Quanto è importante per i Chronosfear la dimensione live? E cosa si deve aspettare un fan che vi viene ad ascoltare?
Fil: Importantissima. E’ l’obiettivo finale che dà un senso a tutto il nostro lavoro. Il live è la nostra dimensione, per quello è stato così difficile stare assenti dai palchi per tutto questo tempo. Chi viene a vederci si aspetta uno show energico e ‘sentito’, dove cerchiamo di dare una nuova dimensione ai pezzi registrati in studio. Il nostro obiettivo è lasciare un piacevole ricordo, un brivido, un’impressione, qualsiasi cosa, a chi ci ascolta. Speriamo sempre di riuscire in questo!
Xavier: Tutti noi amiamo salire sul palco (come quasi tutti i musicisti) e non vediamo davvero l'ora di poterci ritornare! La nostra idea di live è quella di suonare come da disco, aggiungendo però ulteriore potenza, e di far capire ai fans che lo facciamo veramente con il cuore!
10 - Siamo giunti alla fine della nostra chiacchierata. Lascio a voi l’ultima parola…
Fil: Grazie a Sergio e a tutta la redazione per questo spazio. Se avete voglia di scoprire qualcosa riguardo alla nostra proposta, non esitate ad ascoltare la nostra musica e chissà , speriamo vi piaccia a tal punto da vedervi prima o poi sotto qualche palco! Un saluto a tutti!
Xavier: Grazie a Sergio e alla redazione per la chiacchierata. Speriamo di aver fatto venire l'acquolina in bocca ai lettori, così che possano andare ad ascoltare il nostro nuovo disco in attesa di poterci vedere live! Un saluto e a presto!
Intervista a cura di John Preck
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