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[REPORTAGE] METAL FORTRESS - Castello di Gradara (03-09-2022)


Due sono stati gli elementi che mi hanno ridestato dal mio torpore post ferie estive, convincendomi a mettermi sulla A14 per partecipare al festival: le band in cartellone e la location. Il complesso medioevale di Gradara credo sia uno dei più belli che abbiamo sullo stivale ed organizzarci un festival metal è quanto di più impensabile, ma allo stesso tempo, quanto di più affascinante ci possa essere. Se poi prendiamo il bill composto per l’occasione, l’abbinamento è pressoché perfetto. Spero che questo tipo di iniziative siano sempre più frequenti sul nostro territorio. Questo è un altro modo per valorizzare quanto di bello abbiamo da offrire e da far scoprire. E la curiosità per la location (in cui sono stato diverse volte da turista) ha spinto anche mia moglie a seguirmi, cosa più unica che rara, quando si parla di metal. Alla fine vi dirò quale sarà stato il suo livello di partecipazione e di gradimento. Arriviamo alle porte delle mura dopo le 19:00. Ai consueti turisti che girano, o sono seduti per i locali, si aggiunge un nutrito numero di metallari che gira o si gode il fantastico tramonto sulla porta ovest. Ecco il meteo, altro punto interessante. Guardando le previsioni, fin dalla partenza, continuava a mettere pioggia, consistenti sul tardi, proprio quando si sarebbero dovuti esibire gli headliner. Per fortuna, come succede sempre più spesso, le previsioni meteo sono state completamente disattese. Dopo aver appreso che all’interno del festival c’era solo il punto birra (e questo in un festival metal non può mancare, altrimenti potrebbe non essere considerato tale!) e niente ristoro, decidiamo di fermarci a metà salita a mangiarci qualcosa. Per chi non è mai stato a Gradara, bisogna spiegare che prima di arrivare al Castello di dantesca memoria, c’è una lunga salita con una discreta pendenza, ed una volta arrivati su, è difficile voler tornare giù per qualsiasi ragione, a meno che non si voglia fare attività fisica. La scelta obbligata di mangiare fuori dal Festival ci costringe a saltare la band di apertura, i Draconicon, che riusciamo a vedere solo nell’esecuzione dell’ultimo brano a chiusura del loro set. Mi rendo conto che molti hanno fatto la nostra stessa scelta. Infatti durante il concerto di apertura non c’era molta gente presente.

DRACONICON


Nel mentre c’è il cambio palco, individuo e vado a salutare i ragazzi di heavymetalwebzine, che proprio stasera presentano il quarto numero della loro fanzine cartacea incentrata proprio sui Domine, headliner della serata. E ovviamente faccio mia una copia. Presto su queste pagine ne parlerò dettagliatamente!

                                                                  ETERNAL SILENCE


La seconda band sul cartellone sono gli interessanti Eternal Silence, forti di un nuovo album uscito meno di un anno fa (“Timegate Anathema”). L’ho ascoltato molto bene e quindi sono curioso di vederli in questa sede. La band si presenta grintosa e compatta sul palco, sciorinando i brani dell’ultimo lavoro e interagendo con il pubblico che si fa sempre più numeroso. Per chi non li conoscesse gli Eternal Silence propongono un heavy metal con forti tinte sinfoniche, grazie all’utilizzo molto interessante del violino che si integra perfettamente sul tessuto elettrico e fornisce quell’elemento melodico che risalta tra riff pesanti e le voci del cantante/chitarrista Alberto Cassina e la voce potente di Marika Vanni. Il loro live è potente e preciso e mi fa apprezzare quanto ascoltato in versione studio.

TRICK OR TREAT


A seguire ci sono i Trick or Treat con il loro power metal melodico e ultratecnico. La band è in palla, Alessandro Conti con la sua voce potente e la sua allegria coinvolge il pubblico presente. I loro brani sono conosciuti e molti appassionati sono qui per loro, basta vedere in quanti indossano la loro maglietta. La band ha delle qualità tecniche superiori e si esaltano con twin guitars su partiture super dinamiche con precisione chirurgica. I Trick or Treat hanno una discografia tale che gli permette di spaziare in tutta la loro storia, suonando tutti i pezzi più coinvolgenti. Sono loro, al di là dei gusti personali, a prendersi la palma di band più coinvolgente della serata. C’è anche da dire che la loro proposta è anche la più melodica tra le band presenti e riescono a far presa anche su persone meno avvezze al metal come ad esempio, mia moglie!

WHITE SKULL


Si comincia ad accumulare qualche minuto di ritardo, per dei cambi palco più lunghi del previsto. Il palco, infatti, non è molto grande e le band si devono alternare nel cambio. Quando salgono su i veterani White Skull è già notte da un po’ e il pubblico è oramai tutto presente. Sono diverse centinaia le persone accorse all’evento e questo rende la serata ancora più coinvolgente. I White Skull propongono il loro classico metal arcigno di scuola teutonica in modo convincente grazie ad una performance molto precisa e grintosa. Le due anime della band hanno atteggiamenti diversi on stage. Da un lato abbiamo l’anima storica Tony “Mad” Fontò che è carico a palla, si rivolge spesso al pubblico incitandolo, lo si vede proprio felice. Dall’altra c’è la cantante storica Federica De Boni, molto presa nell’interpretare il suo ruolo di sacerdotessa del metal, con dei modi distaccati, anche quando si rivolge al pubblico, alternando l’italiano all’inglese. In mezzo c’è il funambolico nuovo chitarrista Valentino Francavilla, che più volte si prende la scena con degli assoli di malmsteeniana memoria davvero notevoli. Anche i White Skull finiscono il loro concerto visibilmente soddisfatti di una performance di grande qualità che ha ampiamente soddisfatto il pubblico presente.

DOMINE


Con mezz’ora di ritardo sul programma iniziano il loro show i Domine. Nonostante sono anni che non pubblicano del nuovo materiale, sono sempre super seguiti ed amati. I loro live sono sempre degli eventi, grazie alla proposta epica ed evocativa. Ad un Enrico Paoli visibilmente felice di stare sul palco, sorridente dall’inizio alla fine, si contrappone una performance sentita e rabbiosa del grande Morby. Lui ha accusato la lunga assenza dal palco e lo ribadisce più volte durante lo spettacolo. Loro due sono l’epicentro di questa band e lo dimostrano con uno spettacolo di grandissima qualità, in cui sciorinano tutti i loro classici per la gioia di quanti sono lì. Ed il pubblico apprezza seguendo Morby nei molti cori epici che si susseguono. E lo incoraggiano quando lui fa segnale che certe tonalità stasera farà fatica a raggiungerle. Detto questo bisogna lodare il lavoro della sezione ritmica, meno appariscente ma essenziale nel dare sostanza a questo live, e soprattutto bisogna fare un plauso a Riccardo Iacono alle tastiere che accompagna nei cori Morby e con il suo tappeto sonoro rende la musica più piena ed epica. I Domine sono stati protagonisti di un grande show in una serata e un contesto davvero speciale. Sono le 00:30 quando la band rientrato per un bis, deve staccare il jack per l’orario. Il pubblico defluisce soddisfatto da questo festival con un cartellone davvero interessante e per delle esibizioni molto coinvolgenti. Spero che questo evento, nei prossimi anni, diventi un appuntamento fisso, in questa cornice magica ed evocativa, cercando di mantenere questa semplicità e questa genuinità che me lo ha fatto molto apprezzare. Un plauso va all’organizzazione e alle band. Durante il viaggio di ritorno sulla A14, mia moglie, visibilmente soddisfatta della serata, mi ha confessato che gli sono piaciuti Trick or Treat. Loro, durante il loro show, hanno annunciato una data speciale che ci sarà a fine settembre, e lei in auto mi fa “Andiamo?”

Live report a cura di John Preck

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