FICTIO SOLEMNIS "(A)ster" (Recensione)
Full-length, Independent
(2022)
L'artista è colui che modella la base della propria creazione per costruire qualcosa di inedito attraverso la tecnica, l'ispirazione e la fantasia e dando concreta realizzazione ad un'idea: questo è il concetto su cui si fonda il neonato progetto symphonic death/black metal umbro Fictio Solemnis, il cui nome trae ispirazione dallo steso radicale del vasaio come espressione dell'arte come trasformazione. Il quartetto fondato a Perugia per volontà del chitarrista Daniele Boccali e completato dal bassista Alessandro Travetti e dagli ormai ex-membri Andrea Bruni alle vocals ed Alessandro Cudici e Norman Ceriotti alla batteria si è presentato a inizio anno con un EP di debutto dal titolo "(A)ster", ambizioso concept incentrato sul tema del mito le cui liriche spaziano dall'antica Grecia al simbolismo egizio, descrivendo la ciclità della vita in un lavoro che è da considerarsi la forma embrionale di un'opera più definita e complessa che vedrà la luce nel prossimo futuro.
Il breve lavoro si compone di sei tracce comprensive di intro e di outro per un totale di diciotto minuti che rappresentano un assaggio di quello che sarà il modello musicale, stilistico e lirico del progetto, ancorato ad un'idea generale definita ma certamente ancora in attesa di essere effettivamente trasformata. L'introduzione orchestrale curata dal maestro Francesco Ferrini apre la violenza in puro stile symphonic death metal di "Ophiucus", brano ispirato all'omonima costellazione moderna definita come "uomo che porta il serpente": la batteria di Ceriotti spazia tra continui cambi di tempo e il growl di Bruni suona aspro e diabolico fino all'intermezzo sinfonico quasi recitato, che si apre ad una ripresa technical death metal con tanto di assolo sinistro da parte dell'ospite Edoardo Casini e conclusa da un passaggio epico corale, espressione del lato più sinistro e lugubre della mente di Boccali.
"Ouroboros", dedicata al serpente/drago che si morde la coda e allegoria del cerchio infinito, presenta influenze varie e contrastanti tra l'aura sinistra del suo lento riffing iniziale e la successiva accelerazione death metal, passando attraverso passaggi quasi nu metal che non danno al brano una propria identità. Il lavoro sale di livello con la feroce e devastante "The Name of Night", guidata dalla batteria di Cudici e in cui si scorgono influenze blackened nel riff serrato della parte centrale, in un manto di sinfonie solenni ed epiche che esplodono nella tecnica dell'assolo finale del solista Casini. "Astera" attinge alla mitologia greca dell'omonima vergine delle stelle, dea della giustizia, e si apre con una delicata introduzione acustica su cui esplode la violenza di un blackened death metal dal riffing serrato e dalle vocals rabbiose, tra cambi di tempo al limite del doom, assoli tecnici e sinistri e riprese devastanti.
"(A)ster" è in sostanza un EP dotato di un'ottima tecnica e di un'idea concettuale di fondo che sarà interessante veder prendere forma sulla lunga distanza: gli assoli di Edoardo Casini riescono sufficientemente a legare le parti dell'album, che troppo spesso spazia tra la ferocia del death/black sinfonico e le atmosfere lugubri e rallentate di un death/doom sinistro di certi intermezzi appena accennati, senza trovare una vera quadratura. I presupposti per un buon album di debutto senza dubbio ci sono, ammesso che Travetti e Boccali riescano a circondarsi di membri stabili per poter dare al loro progetto una vera stabilità. Non rimane che attendere fiduciosi un'opera prima che potrebbe rivelarsi molto interessante.
Voto: 70/100
1. Intro
2. Ophiucus
3. Ouroboros
4. The Name of Light
5. Astera
6. Outro
Alessandro Travetti - Bass
Alessandro Cupici - Drums (tracks 3, 4)
Daniele Boccali - Guitars (rhythm)
Andrea Bruni - Vocals
Bandcamp
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