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Malsani, oscuri, horror: DAMNATION GALLERY (Intervista)


Oggi intervistiamo i Damnation Gallery, formazione horror metal tricolore che ha colpito il nostro John Preck in sede di recensione del loro ultimo album "Enter The Fog": I liguri hanno le idee ben chiare su cosa e come proporsi. Passando alla parte prettamente musicale, ci si trova dinanzi ad un suono cupo, a tratti primordiale, un heavy metal malsano che guarda ad un lontano passato per esprimere sensazioni dai connotati oscuri.
Scopriamoli meglio assieme!

01 - Partiamo subito nel chiedervi delucidazioni sul genere musicale che proponete. Cosa intendete per horror metal? Quanto è immagine, quanto è musica, quanto è testo?
Low: Musica e testo vengono ovviamente prima di ogni cosa. Noi attraverso le nostre canzoni cerchiamo di esternare quelle che sono le nostre esperienze di vita e lo facciamo attraverso una chiave prettamente "horror", perché facendo così riusciamo a trasmettere quello che vogliamo dire anche attraverso un punto di vista visivo. È per questo che ognuno di noi indossa una maschera e interpreta un personaggio,esse non sono altro che l'esteriorizzazione di quelli che sono i nostri lati più oscuri e difficilmente mostrabili nel contesto di "società moderna" e da qui la domanda: qual è il confine tra uomo civile e mostro? Credo che basti guardarci intorno in quello che ci accade e la risposta viene da sé. .Quindi per noi essere "horror metal" è portare avanti questo tipo di attitudine piuttosto che suonare un genere musicale preciso e definito.

02 - Quali sono le maggiori influenze che ritenete siano entrate nella vostra musica, facendo riferimento sia ai generi che alle band..
Low: Fare un elenco di tutte le band che ascoltiamo e che in qualche modo ci hanno influenzato o dato degli input sarebbe riduttivo…Certo credo che ovviamente per un discorso di immagine e di un certo tipo di attitudine citare i Death SS sia d'obbligo ma devo dire che tra tutti abbiamo tantissime influenze e ascolti che spaziano in ogni genere,non facciamo altro che prenderle e mescolarle in un linguaggio che cerchiamo di fare più nostro possibile. Certo non abbiamo l'arroganza di dire che stiamo inventando nulla di nuovo ,nella nostra musica puoi trovare dell'heavy, del thrash, del Black o del Doom. Noi mescoliamo tutti questi linguaggi e li facciamo nostri

03 - E adesso che avete chiarito questi punti, parliamo innanzitutto dei Damnation Gallery. Perché nascono? Con quali obiettivi? E arrivati al terzo lavoro in sei anni possiamo fare un primo bilancio?
Low: Siamo nati perché guidati tutti dall'esigenza di esternare quelli che sono i nostri pensieri e sentimenti in un linguaggio che volevamo rendere nostro, non ci siamo mai posti un obiettivo se non quello di crescere costantemente sia come musicisti che come persone, tutto è sempre nato in maniera molto spontanea senza riflessioni a tavolino. Personalmente sono molto felice del nostro percorso e non mi sento di fare un bilancio, quelli si fanno alla fine per noi invece ogni giorno è un nuovo inizio.


04 - Enter The Fog è come dicevo il terzo lavoro, quello che generalmente viene definito della maturità per le band. Allora vi chiedo cosa è cambiato dai precedenti lavori. In cosa siete cresciuti e dove siete migliorati?
Low: Diciamo che secondo il mio pensiero l'ultimo disco non è mai quello della maturità ma il prossimo disco sarà sempre il migliore. Detto questo posso dirti che rispetto ai vecchi lavori in Enter the Fog c'è stato un approccio più diretto ai pezzi, abbiamo cercato di mantenerli più snelli senza tanti orpelli. . .forse perché appunto dopo aver fatto Broken Time che era un disco estremamente ricercato e con arrangiamenti complessi abbiamo sentito il bisogno di fare pezzi più adatti alla dimensione live. In cosa siamo migliorati sinceramente vorrei che ce lo dicesse chi ci ascolta. . .

05 - Qual è il brano che meglio vi rappresenta in questo momento, quello che consigliereste a chi vuole approcciarsi alla vostra proposta musicale? E perché?
Low: Ti direi ora come ora "Old cemetery"...perché? Perché racchiude in sé molti elementi della nostra musica,atmosfere opprimenti e cupe alternate a parti più veloci e rabbiose…ma se devo dire sono molto soddisfatto di tutti i nostri pezzi e considero ognuno di essi un piccolo tassello del nostro percorso,ognuno di pari valore

06 - Di cosa parlano i vostri testi? Ci sono temi specifici che riconducono all’horror metal?
Scarlet: Nei nostri testi raccontiamo di noi, di esperienze di vita e anche magari di singoli momenti che più ci hanno segnato, cambiato e fatto crescere, nel bene e nel male. Abbiamo sempre voluto offrirci per quello che siamo e non ci è mai interessato presentare un' immagine costruita a tavolino. Per quanto riguarda le tematiche horror metal, posso dirti che siamo da sempre interessati a materie come l' esoterismo e l' occulto e attingiamo dalle nostre conoscenze per dare una componente metaforica a ciò di cui parliamo nelle nostre canzoni.


07 - Passando alla produzione, credo che “Enter The Fog” abbia un suono vero, per questo in sede di recensione l’ho definito “primordiale”. Come e dove è stato prodotto?
Low: C'è lo siamo prodotti da soli in realtà,sapevamo esattamente cosa volevamo e come ottenerlo così ci siamo attrezzati per farlo. Ti ringrazio per aver definito il nostro sound "primordiale",era proprio nostro intento tirare fuori un suono che fosse vero, live,che si discostasse da tante produzioni moderne che risultano si perfette e limpide ma anche estremamente stardandizzate.

08 - Nella dinamicità della vostra proposta colpisce l’interpretazione di Scarlet. Quanto è importante avere una voce che riesca ad essere sempre interconnessa con la musica composta?
Scarlet: Intanto ti ringrazio! Posso dirti che la mia voce, per quanto ( giuro ) sia naturalmente così, non avrebbe la stessa interpretazione che tu citi se non fosse per i miei compagni di band. Tutti concorriamo a far rendere al meglio il singolo, ognuno si mette al servizio degli altri per fare un lavoro coeso dove tutti possano dare il massimo. Abbiamo la fortuna di avere tra noi una tale alchimia che rende tutto questo facile e spontaneo

09 – “Enter The Fog” è uscito già da qualche mese. Quali sono stati i primi responsi che avete avuto?
Low: in questi ultimi tre mesi devo dire che il disco ha ricevuto sempre ottime recensioni e sta andando molto bene a livello di vendite, cosa di cui siamo molto soddisfatti.

10 - Vista la vostra immagine, cosa ci si deve aspettare da un vostro spettacolo?
Low: Per prima cosa sicuramente uno show senza fronzoli dove l'assalto sonoro la fa da padrone,il tutto condito da un contorno scenico e rappresentazioni a loro modo "teatrali" curate nel minimo dettaglio,che aiutino e invoglino chiunque viene ad ascoltarci ad entrare nel nostro mondo.

11 – Avete in programma delle date nei prossimi mesi? Se volete, le potete dire in questa sede in modo da farle conoscere ai nostri lettori…
Low: Data la situazione estremamente complessa per quanto riguarda i live al momento siamo in fase "organizzativa" nel senso che siamo in trattativa con vari locali e agenzie di booking per poter portare la nostra musica in più posti possibile, sia in Italia che all'estero e contiamo di poter comunicare le nostre future date entro pochissimo tempo. Negli ultimi mesi le date di supporto a Enter the Fog sono andate benissimo e la risposta del pubblico è stata eccezionale, di questo ne siamo grati e orgogliosi!

12 - Lascio a voi l’ultima parola…
Low: Intanto ti ringraziamo per lo spazio concessoci e per la tua bellissima recensione. Salutiamo e ringraziamo tutti quelli che ci hanno ascoltato negli anni e che continuano a sostenerci. Invece per chi non ci conosce e fosse incuriosito dalla nostra musica vi invitiamo a supportarci seguendoci sulle nostre pagine social:
Ricordiamo che Enter the Fog è disponibile su tutte le piattaforme digitali in primis Spotify e chiunque voglia avere una copia del nostro album o il nostro merch può visitare sia la nostra pagina bandcamp che la pagina della nostra Label,la Black Tears di Daniele Pascali che salutiamo e ringraziamo:
Ciao a tutti e ci vediamo presto dal vivo!


Intervista a cura di John Preck

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