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IMMORTAL "War Against All" (Recensione)


Full-length, Nuclear Blast
(2023)

Per la mia prima recensione su questa webzine non avrei potuto iniziare con disco migliore. Credo che gli Immortal non necessitino di presentazioni, essendo uno dei gruppi portabandiera della scena black metal degli anni ’90 e, forse, uno dei pochi a non aver abbandonato quello che era il loro stile originario. Durante il periodo a guida Abbath, tuttavia, la band aveva inanellato una serie di album che non mi avevano mai convinto. Poi, nel 2018, Abbath viene allontanato dalla band (pur essendone stato per anni il volto, soprattutto a causa dei problemi fisici di Demonaz) e gli Immortal tornano ad essere guidati da Demonaz. E il risultato fu un disco clamoroso, che riportò le lancette indietro di 25 anni. 

L’attesa per il nuovo album, quindi, era tanta, così come il timore di un passo falso. Fortunatamente, già dal primo singolo/title track, si era capito che il disco non avrebbe deluso. “War Against All” apre il lavoro con un assalto violentissimo come una delle tempeste di neve tanto care al gruppo, con un ritornello tanto semplice quanto efficace. La successiva “Thunders Of Darkness” non si discosta di molto dall’opener. Lo scopo di Demonaz sembra voler essere quello di annichilire l’ascoltatore, lasciandolo spossato e disorientato da tanta violenza. Ed è proprio a questo punto, invece, che arriva un attimo di respiro, con la cadenzata “Wargod”, che, per certi aspetti, mi ha riportato alla mente le atmosfere di “At The Heart Of Winter” ma in versione più cupa, con quelle sonorità tipiche degli anni ’90 e con uno dei caratteristici arpeggi alla Immortal. “No Sun” continua su un up tempo, con continui cambi di tempo e con chitarre che si intrecciano, riportando alla mente sia “At The Heart Of Winter” che “All Shall Fall”, ma senza riprendere la durata delle canzoni del primo né la scarsa ispirazione del secondo. 

Qui tutto funziona perfettamente, i pezzi sono essenziali, senza inutili lungaggini. Se proprio dovessi indicare una cosa che non mi è piaciuta è l’eccessiva presenza di pezzi mid/up tempo a discapito di brani più veloci e feroci (come invece accadeva in “Northern Chaos Gods”, il lavoro precedente). Ma è veramente una cosa di poco conto e di gusto puramente personale, che passa in secondo piano quando ci si trova di fronte ad un brano come “Return To Cold”, forse il migliore del disco insieme alla titletrack. Il brano più lungo del disco, poi, viene affidato una canzone strumentale che, cosa incredibile per quanto mi riguarda, riesce a non annoiare e non spezza l’atmosfera generale del disco e questa non è una cosa da poco, per un gruppo che suona black metal. Con “Immortal” si torna ad atmosfere che mi hanno riportato alla mente quel capolavoro che risponde al nome “Battles In The North” e scusate se è poco. Il disco si chiude, ancora una volta, con una canzone dedicata a Blashyrkh, creatura inventata da Demonaz ma alla cui esistenza, ormai, tutti noi siamo abituati e ci sembrerebbe strano non trovarne riferimenti in un lavoro a firma Immortal.

Per quanto mi riguarda, al netto di titoli forse un po’ scontati, questo “War Against All” si candida ad essere uno dei dischi migliori di questo 2023, insieme a quello dei Marduk. Ovviamente, qui non c’è traccia di sperimentazioni, orchestre e tutte quelle innovazioni che, ultimamente, hanno trasformato il black metal. Qui c’è la chiara e netta intenzione di affermare che quando i capostipiti di un genere ritornano, non ce n’è per nessuno! Con buona pace di tutti quelli che cercano le novità. Qui non ne troverete. Qui c’è black metal fatto come Satana comanda e a me sta più che bene così!

Recensione a cura di Marco Wolf Lauro
Voto: 90/100

Tracklist:

1. War Against All 
2. Thunders of Darkness 
3. Wargod 
4. No Sun 
5. Return to Cold 
6. Nordlandihr 
7. Immortal 
8. Blashyrkh My Throne

Line up:
Demonaz - Vocals, Guitars, Songwriting, Lyrics
Arve Isdal - Session Bass, Guitars (additional)
Kevin Kvåle - Session Drums

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