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TWILIGHT FORCE "At the Heart of Wintervale" (Recensione)


Full-length, Nuclear Blast
(2023)

Qualche recensione negativa la dovete mettere in programma, ogni tanto: il vostro umile recensore può così sfogarsi a rigurgitare certi polpettoni musicali, come liberazione dalla sofferenza provata nel doverseli sorbire in prima battuta, al fine di poter scrivere righe come queste: non ringraziatemi, vi prego!, è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo! Sapete cosa c’era di bello nel debutto del 2014 di questi Twilight Force? Durava poco: 36 minuti e si tornava subito seri. Il gioco di ruolo improvvisato alla carlona dai nostri svedesi prevede un Power Metal che vorrebbe riprendere il discorso dei Rhapsody (of Fire), ma finisce per essere la parodia auto-compiaciuta di quel che fece grande il genere negli anni ‘90.

Guardando la durata degli album successivi a quell’esordio al fulmicotone, abbiamo epopee da 70 e poi da 57 minuti: prendendo atto che quest’ultima fatica ci costa “solo” 44 minuti di dolore, possiamo solo sperare che la band stia facendo un percorso a ritroso verso la moderazione, la sobrietà e il rispetto per l’ascoltatore! Non si chiede troppo: a piccole dosi tutto va bene! I brani sono belli plastificati, con delle melodie facili facili e a volte nemmeno così riuscite; ci sono le corse in doppia cassa e in plettrata alternata, ci sono assoli con tante note messe in fila senza una vera sequenza sensata. Tutto quadrato, preciso, anonimo e noioso. Non è che ci siano poi chissà quali riff grondanti epicità, anzi: Happy Metal allegro e semplice, un po’ troppo cariogeno.

Non va bene per la glicemia, e se siete diabetici statene alla larga: quando si sbatte contro i due brani da 10 minuti ciascuno, l’impresa diventa davvero ardua. Ho anche percepito, in uno dei brani meno disastrosi, un ricorso al blast-beat: ormai troviamo questo groove di batteria un po’ ovunque, come una spezia piccante che ci solletica il palato dopo tanto marzapane. Quindi, per porre fine a questo martirio: Happy Metal senza pietà alcuna, ma almeno non ruba troppo del vostro prezioso tempo. Perfetto, se preso con ironia: potrebbe addirittura migliorarvi l’umore in una giornata storta! Ci sono tantissimi passaggi demenziali, che ci strappano perfino un sorriso. O forse il mio è solo un masochismo latente? Dovrò sentire uno specialista…

Recensione a cura di Luke Vincent
Voto: 50/100

Tracklist:

1. Twilight Force 
2. At the Heart of Wintervale 
3. Dragonborn 
4. Highlands of the Elder Dragon 
5. Skyknights of Aldaria 
6. A Familiar Memory 
7. Sunlight Knight 
8. The Last Crystal Bearer

Line-up:
Born - Bass
Lynd - Guitars (lead, acoustic), Lute
Blackwald - Keyboards, Piano, Violin, Harpsichord
Aerendir - Guitars (rhythm)
Allyon - Vocals
De'Azsh - Drums

Web:
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