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Intervista: SERVAN


I Servan hanno da poco pubblicato il loro primo full-length, un bel concentrato di metal e folk che si uniscono alla perfezione. La nostra intervista quindi non poteva che partire proprio da questo album intitolato "Tales Of The Forest", e poi abbiamo parlato di molto altro con la band. Buona lettura.

01. Ciao ragazzi e benvenuti su Heavymetalmaniac.it. Partiamo dal vostro monicker, cosa significa di preciso?
Il nome Servan nasce un po' per caso. Enrico stava raccontando la storia del Changeling come ispirazione dei suoi testi ed un nostro vecchio chitarrista si accorse che si trattava, in un modo molto simile, alla creatura Servan del Folklore italiano. Il Changeling nelle fiabe europee era un demonietto che i troll mettevano nelle culle per sostituire i bambini che rapivano. Fiaba nata probabilmente con l'intento di giustificare i bambini nati con particolari deformità. Enrico è sempre stato affascinato dal racconto popolare nato per spiegare fatti della vita a cui nessuno sapeva dare una risposta. E questo è in poche parole ciò che si trova anche nei testi dei Servan. L'utilizzo del linguaggio della fiaba per raccontare storie sull'animo umano.

02. "Tales Of The Forest"; è il vostro ultimo album, ne vogliamo parlare?
Tales of the Forest è molto importante per noi. E' il nostro album di debutto e frutto di un lungo tragitto e crescita personale. Eravamo ragazzini quando abbiamo iniziato a lavorarci e quindi ha un posto molto importante nel nostro cuore. In sintesi, si tratta di un semi-concept album. Cerca di vedere le tracce come capitoli di un libro associando all'interno del booklet, sopra ogni testo, una breve descrizione narrativa, in modo da creare una specie di storia che si spinge in avanti mano a mano che si procede con l'ascolto. Allo stesso tempo però i testi dei brani cercano di essere anche fruibili singolarmente, nel caso di un ascolto più casuale, senza dover dipendere dalle altre canzoni per essere compresi appieno.

03. Credete che nel 2024 ascolteremo qualcosa di nuovo da parte vostra?
Enrico, nostro cantante e leader, ha già scritto il secondo album e numerosi altri brani da molto tempo ormai. Ora stiamo lavorando alla registrazione ed arrangiamento orchestrale dei suddetti. Questo procedimento è molto lungo e faticoso ma siamo sicuri che ripagherà l'attesa. In ogni caso prima del secondo album abbiamo intenzione di far uscire un piccolo EP anche per far sentire ai nostri fan l'evoluzione del nostro sound di cui siamo molto orgogliosi.

04. A livello live state facendo qualcosa e magari progettando qualcosa di interessante per il nuovo anno?
Al momento i vari impegni personali e il lavoro di registrazione ci sta un po' limitando ma a breve pensiamo di tornare a proporci in giro per l'Italia. Dietro le quinte inoltre si è aggiunto da poco un simbolico "sesto" membro dei Servan che ci aiuterà con la ricerca dei concerti e per quanto riguarda il lato tecnico live come fonica, mix ecc... Comunque sì, il nostro obiettivo e prima priorità è tornare presto a suonare live.

05. Quali sono le band che vi hanno influenzato agli esordi e quali ancora hanno un certo peso per voi?
Enrico nella composizione della musica non si è mai limitato ad alcun genere preciso. Compone sempre in base ai propri gusti, in modo di creare nel modo più spontaneo possibile. Allo stesso tempo però cerchiamo anche di avere un sound complessivo riconoscibile, senza allontanarsi troppo dal Folk Metal. In poche parole ci sentiamo vicini a band come i Finntroll ma con diverse influenze del panorama Melodic Death come Eluveitie, Dark Tranquillity, Kataklysm, Insomnium. Gli arrangiamenti sinfonici arriveranno sopratutto con i nuovi brani che non vediamo l'ora di pubblicare. Sentirete molte influenze alla Fleshgod Apocalypse.


06. Parliamo un po' di come nasce solitamente un vostro brano e in generale del processo compositivo.
La maggior parte dei brani sono composti mettendosi lì a suonicchiare la chitarra. Enrico pensa però che le canzoni migliori nascano direttamente dalla propria immaginazione. La famigerata ispirazione che viene nei momenti più inopportuni come al lavoro o durante un'uscita con gli amici. Lo smartphone è un prezioso strumento che ci permette di registrare la melodia canticchiandola in un vocale whatsapp. Dopodichè, la sera si estrapola la melodia con la chitarra e si compone poi il resto del brano sul computer. Guitar pro e poi Cubase sono i programmi preferiti di Enrico nello specifico.

07. In questi anni ci sono stati cambiamenti di line-up? E quanto hanno influito sul vostro sound?
Essendoci da molto tempo questa band ha visto numerosi cambi di line up soprattutto quando l'età complessiva era più giovane e vi era più inesperienza. Questo portava a numerosi litigi e incomprensioni. La formazione attuale è la più solida e duratura. Il grosso del processo creativo lo cura Enrico e le parti sono sempre definite anche se in fase di registrazione comunque c'è sempre la possibilità per ogni membro del gruppo di dire la sua o proporre arrangiamenti o abbellimenti soprattutto negli assoli di chitarra che sono curati al 100% da Francesco.

08. Cosa pensate che offrano i Servan di diverso in generale?
Come accennato in precedenza, crediamo che il nostro sound non essendo legato e vincolato da nessun genere nello specifico, offra grande varietà musicale tra un brano e l'altro. In base alla tematica, il sound può mutare per veicolare al meglio la storia e il messaggio che ogni canzone vuole raccontare. Vedendo la risposta del pubblico, siamo molto soddisfatti perchè abbiamo notato che la nostra musica arriva un pò a tutte le età. Può piacere ai fan metal old school come a quelli che preferiscono ritornelli orecchiabil,i come al fan metal moderno con breakdown e blast beat brutali. Per concludere pensiamo il nostro punto di forza sia la varietà, il groove e l'immediatezza.

09. Cosa significa per voi suonare folk metal?
Per noi è solo una traccia per definire a grandi linee la nostra musica. Non amiamo molto le etichette date ai generi e appunto non cerchiamo in nessun modo di seguire un pubblico preciso, vogliamo comporre musica nel modo più spontaneo possibile in base alla storia che si vuole raccontare. Non sto dicendo che domani suoneremo Industrial metal però non escludiamo qualsiasi influenza se questo porta a realizzare un' opera genuina e senza forzature.

10. Cosa pensate della fruizione della musica di oggi? Siete a favore della digitalizzazione o pensate che abbia in un qualche modo danneggiato la musica e soprattutto le piccole band?
Ci sono sicuramente sia elementi positivi sia negativi. Da un lato la digitalizazione ha portato a rendere più semplice ed economico sia la composizione che la fruizione della musica. Da una parte questa estrema semplicità ha portato ad una saturazione estrema che porta la gente a non appassionarsi a qualcosa di specifico. Basta vedere la maggior parte delle playlist della gente che sono composte da 100 brani di 100 artisti diversi. Però non siamo del tutto scettici, il metal, essendo un genere di nicchia, ha come punto di forza una fan-base più appassionata di musica e meno superficiale. In sintesi cerchiamo di vedere il lato positivo della modernità senza farci deprimere troppo dai lati negativi altrimenti non si va da nessuna parte.

11. Ragazzi abbiamo finito, concludete come volete l'iintervista!
Beh innanzitutto vi ringraziamo per lo spazio a noi dedicato e ringraziamo la nostra agenzia Rock on Agency che ci sta dando una grande mano con la promozione. Se volete ascoltare un folk metal diverso dal solito e vi affascina il mondo delle fiabe, date un ascolto al nostro album TALES OF THE FOREST che potete trovare facilmente su Spotify. Se poi vi piacciamo, rimanete collegati che a breve pubblicheremo nuovo materiale. Un abbraccio a tutti i lettori e keep on rocking!


Intervista a cura di Interceptor

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