TRIUMPHER "Storming The Walls" (Recensone)
Full-length, No Remorse Records
(2023)
Continua il viaggio del vostro umile recensore, e questa volta facciamo ancora tappa in Grecia: dal design del logo si potrebbe pensare ad una band Black Metal, ma in realtà ben presto arriva la sorpresa! Chiamando questo loro debut album quasi allo stesso modo di quell’altro esordio per un’altra band greca, ovvero gli Stray Gods, inevitabile scatta il paragone: mentre per questi ultimi il riferimento erano gli Iron Maiden, per i Triumpher l’omaggio è tutto nei confronti dei Manowar. Chi scrive ha perso di vista la band di Joey DeMaio dai tempi di “Louder Than Hell”, quindi un bel po’ di tempo fa, però confido di avere strumenti sufficienti per valutare questi eredi dei “Kings of Metal”: prendendo come (s)punto di partenza “The Triumph of Steel”, forse non il miglior album dei Manowar, ma di sicuro quello a cui sono più legato, i Triumpher ci spingono ad impugnare scudo e spada e a partire per lontane terre da conquistare.
Il cantante è tutto preso nella sua emulazione – quasi perfetta – della timbrica di Eric Adams: ci sono sezioni canore più melodiche, altre più rabbiose, e poi gli immancabili cori di dirompente epicità . Epic Metal suonato come le divinità dell’Olimpo comandano: il passo è spesso greve, ma non teme rincorse verso le linee nemiche a suon di doppia cassa! Proprio come nel settimo disco dei Manowar, anno 1992, abbiamo quella tentazione Power Metal, ma che mantiene sempre un tenore serio, solenne, drammatico. La scrittura dei brani è di pregevole fattura, l’esecuzione è sempre puntuale e ricca di pathos: tutto perfetto dunque? Non proprio: abbiamo quel maledetto vizio di mettere troppo materiale in ballo su un solo album, cosa a mio parere sempre a rischio di indigestione, anche quando la pietanza è così gustosa e succulenta! Non tutte le melodie sono davvero eclatanti, e le strutture dei brani a volte girano un po’ a vuoto. Questo non intaccherebbe troppo un prodotto più contenuto, ma quando il minutaggio diventa importante, certe lungaggini si fanno sentire.
Ogni tanto abbiamo anche il ricorso al blast-beat: ormai questa figura ritmica non è più esclusiva del metal estremo, infatti sempre più spesso la troviamo in contesti più classici! Mi fa sempre un effetto un po’ straniante, come se si trattasse di una nota fuori posto, non prevista dalla scala di riferimento; di sicuro è l’effetto che si vuole ottenere, ovvero spiazzare con un costrutto estrapolato dal suo linguaggio d’origine e integrato in un diverso contesto grammaticale.
Chiudiamo con un elogio alla scena metal ellenica, che, oltre al suo marchio di fabbrica applicato al Black Metal, sa anche confezionare validissime proposte in altre diramazioni della galassia Metal: stelle che brillano di luce propria e tanti pianeti abitabili, adesso spetta a noi scoprirli!
Recensione a cura di Luke Vincent
Voto: 80/100
Tracklist:
1. Journey / Europa Victrix
2. The Thunderer
3. Storming the Walls
4. Mediterranean Wrath
5. I Wake the Dragon (Promachos)
6. Esoteric Church of Dagon
7. Divus de Mortuus
8. Epitaphios
9. The Tomb
10. The Blazing Circle
Line-up:
Apostolos Papadimitriou - Guitars
Christopher Tsakiropoulos - Guitars
Mars Triumph - Bass, Vocals,
John "Maelstrom" Votsis - Drums
Web:
Bandcamp
Spotify
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