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AVENUELIE "Eva" (Recensione)


Full-length, Independent
(2024)

Si respira grande professionalità ed ambizione in questo secondo album degli italiani AvenueLie. Il disco innanzitutto gode di un ottimo sound. E' stato registrato, mixato e masterizzato da Matteo Magni presso il Magnitude Studio a Milano. La band in questi anni ha avuto un'ottima attività live, suonando anche con band come Pain of Salvation, Guano Apes, Michael Angelo Batio e Katatonia. Questo "Eva" viene presentato come un disco più moderno rispetto al precedente "Genesi" ed infatti è proprio così.

La band mette sul piatto dell'ascoltatore sette brani uno più bello dell'altro che si rifanno all'alternative rock e al nu-metal, con influenze groove e progressive. Immaginate di mescolare Five Finger Death Punch, Slipknot, Stone Sour, Stone Temple pilots, Godsmack, A Perfect Circle e Tool e avrete una idea di cosa sono capaci di combinare gli AvebueLie. Una produzione davvero di altissimo livello che esalta il lavoro dei musicisti sorregge dei brani diretti e che colpiscono duro pur non mettendo mai da parte la melodia. Un cantante e chitarrista come Valerio Castiglioni è davvero azzeccato in questo contesto sonoro. La sua voce è piacevole ma al tempo stesso grintosa. Ma la sua vera capacità è quella di costruire melodie che si ficcano subito in testa, dei refrain davvero ben pensati. I riff sono pesanti e le chitarre sono le protagoniste assolute in questo album, ma l'insieme è ciò che consente alla band di essere catapultata di diritto fra i grandi nomi dell'alternative metal internazionale. 

L'unico pezzo che lascia prendere un po' di respiro è la semi ballad "The Hourglass", posta più o meno a metà tracklist, ma per il resto la band picchia duro per tutta la durata dell'album, anche il discorso più melodico del brano sopra citato viene parzialmente applicato ad altre canzoni, formando una specie di ibrido tra il lato più pop del metal moderno e quello più pesante, come avviene in un pezzo più strutturato rispetto al solito come "Motherly". Forse le tracce più dure e violente sono poste ad inizio e fine tracklist, e corrispondono a "Cain" e "Puppets of Chaos", e anche questa è una scelta vincente, anche se c'è da dire che la pesantezza e il massimo del groove sono presenti in "Vellum", brano in cui la band pesta davvero molto e lascia un po' la solita melodia un po' da parte per buttarsi in cavalcate in doppia cassa e riff ribassati corposi e distruttivi. Ottimi comunque i ritornelli che stemperano questo approccio senza compromessi. 

In tutti i brani, comunque, è anche presente una vaga reminiscenza grunge o post grunge, ed infatti io personalmente ho sentito anche qualcosa dei Silverchair e dei già citati Stone Temple Pilots. In ogni caso se amate il metal potente e moderno, potete andare sul sicuro con questo album, che offre qualità, professionalità e, cosa più importante, ottime canzoni.

Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 80/100

Tracklist:

1. Cain
2. Vellum
3. Door of Perception
4. The Hourglass
5. Motherly
6. The Hole
7. Puppets of Chaos

Line-up:
Valerio Castiglioni – Voice and guitar
William Battiston – Drums
Matteo Mariani – Bass

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