Intervista: ROSSOMETILE
E' per noi un piacere ed un onore intervistare i Rossometile, band gothic metal campana a dir poco storica. Il loro ultimo album "Gehenna" sta riscuotendo ovunque pareri lusinghieri e anche sul nostro sito è stato valutato molto bene (potete leggere la nostra recensione QUI). Lasciamo alla band la parola al chitarrista Rosario Runes Reina. Buona lettura!
01. Ciao e benvenuti su Heavymetalmaniac.it. Partiamo dal vostro monicker, cosa significa di preciso?
Il “rosso di metile” è un composto chimico utilizzato come indicatore di pH e la scelta del nome fu suggerita dall’intenzione di adottare un termine chimico che rappresentasse il legame e l’equilibrio tra gli elementi della band. Il rosso di metile essendo composto da quattro elementi (Azoto, Carbonio, Ossigeno e Idrogeno) rappresentava la perfetta trasposizione chimica di ogni membro della band, analogamente ai quattro elementi naturali della materia (Terra, Fuoco, Acqua, Aria). Pensammo così di unire “rosso” e “metile” formando la nuova parola “Rossometile”.
02. "Gehenna" è il vostro nuovo album, parlateci della sua genesi, dall'inizio fino alla fine!
La figura femminile è stata sempre al centro dell’immaginario dei Rossometile. Ogni narrazione parte sempre da un racconto dove la donna è protagonista. In Desdemona, il nostro precedente album, la figura femminile è centrale ma è immobile nella sua condizione. In Gehenna invece la figura femminile si muove, si agita, perché è preda della sua passione, del suo tormento, e lo mostra senza vergogna estraendo il suo cuore dal petto. La copertina di Gehenna quindi mette al centro dell’immaginario dell’album il tormento della figura femminile piuttosto che la sua immagine. Ciascuna delle donne di Gehenna ha una sua storia da raccontare: Magdalena è un baluardo di ciò che è giusto secondo il proprio cuore, ma condannato dalla società ; la guerriera di “Valhalla” esprime il suo aspetto iracondo e guerriero, la sua brama di vittoria e l’orgoglio sia per il successo della guerra che per l’eventuale morte in battaglia, morte che la rivestirebbe del più alto onore poiché verrebbe ammessa nell’esercito che combatterà alla fine del mondo; la sirena morente dell’ultimo brano “The Dying Mermaid” è una povera anima che esprime il suo dolore in un ultimo doloroso canto nella sua lingua mistica prima di tornare a fondersi con il mare, il suo vero luogo di origine. Più di tutte, però, siamo sicuramente affezionati alla figura di Frida Kahlo, una donna che ha lottato per tutta la sua vita con il dolore in tutte le sue forme fino ad accettarlo come suo compagno di vita, alla quale abbiamo voluto rendere omaggio con il brano “Pasionaria”.
03. Che cosa significa un titolo come "Gehenna"?
Cercavamo un titolo per il disco che racchiudesse il concetto di passione e tormento, tema che fa da sfondo a tutte le tracce contenute nell’album. A un certo punto ci siamo imbattuti in questa parola e leggendone il significato ci sembrava perfetta e in linea con i nostri scopi. La Gehenna era infatti una vallata in cui si bruciavano i rifiuti, era quindi continuamente invasa dalle fiamme e per questo motivo Gesù nella Bibbia la cita come metafora dell’inferno, il luogo di tormento per eccellenza.
04. Quali sono le band che vi hanno influenzato agli esordi e quali ancora hanno un certo peso per voi?
Non credo che la nostra produzione sia stata influenzata da qualche band in particolare. Ogni componente ha gusti musicali differenti e questo sicuramente si riflette nella nostra proposta, ma abbiamo sempre evitato che tali preferenze ci condizionassero troppo. Preferiamo lasciarci ispirare dal confronto interno alla band.
05. Parliamo un po' di come nasce solitamente un vostro brano e in generale del processo compositivo e di registrazione
In genere il procedimento è il seguente: Ros propone le prime idee compositive e i primi riff, poi le melodie vengono rielaborate insieme a Hela che le adatta alla voce e, alla fine, si lavora all’arrangiamento ritmico da parte di Rino e Pat. La scelta dell’argomento del brano a volte precede la creazione del brano stesso, ma il più delle volte è conseguente a quanto creato fino a quel momento e si delinea meglio al momento della scrittura del testo. Anche il titolo generalmente viene in un secondo momento, più raramente invece esiste già dall’inizio ed è la spinta creativa per gli altri passaggi di composizione del brano.
06. In questi anni ci sono stati cambiamenti di line-up? Quali i più importanti?
La nostra band purtroppo è stata sempre afflitta da numerosi cambi di formazione, spesso inevitabili perché in un lasso di tempo così lungo (28 anni) le esigenze e le priorità delle persone cambiano, e ciò va rispettato. Ros e Rino sono membri fondatori, Pat si è unito alla band nel 2010 e per il modo in cui ha abbracciato il progetto è da noi tutti considerato anch’egli un membro fondatore. Prima di Pat abbiamo avuto diversi bassisti, ma i cambi di formazione numericamente maggiori sono stati nel ruolo della voce. I primi quattro album hanno tutti cantanti diverse. Evidentemente questo percorso tortuoso ci è servito per giungere all’incontro con Hela e al suo ingresso avvenuto nel 2019 dopo il quale abbiamo trovato stabilità e creatività producendo tre lavori discografici in meno di cinque anni.
07. Cosa pensate che offrano i Rossometile di diverso in ambito metal?
Non abbiamo la pretese di aver inventato nulla, né di essere la novità del panorama metal nostrano. Abbiamo certamente un modo personale di fare musica che deriva naturalmente dalle inclinazioni di ciascuno di noi e dal background musicale individuale. La scelta del cantato in italiano è certamente qualcosa che ci distingue. Anche avere una sezione ritmica senza doppia cassa è sicuramente una novità nel genere. Un’altra nostra caratteristica è quella di collocare il cantato e la melodia al centro di tutto. Si tratta di aspetti che nell’insieme contribuiscono a creare il nostro sound che è sicuramente diverso dagli standard symphonic gothic metal a cui siamo abituati. Questo, in modo del tutto naturale, ci rende abbastanza distinguibili.
08. Parliamo dei vostri testi, che da sempre sono molto introspettivi. In questo album cosa affrontano nello specifico? E chi li ha scritti?
Dei testi se ne occupa principalmente Hela che cura anche l’aspetto fonetico delle parole. Prima della scrittura del testo bisogna definire l’immaginario del brano e questo avviene confrontando le idee di tutti. Ci piace utilizzare tutte le nostre influenze culturali per creare qualcosa di innovativo e ricco dello stesso fascino di cui sono rivestiti miti, leggende e altre situazioni narrative. In “Gehenna” ci sono evidenti riferimenti biblici, danteschi e belcantistici che condiscono la nostra opera, tutto parte del nostro personale bagaglio culturale con cui abbiamo voluto illustrare e raccontare il tema della passione e del tormento in tutte le sue sfumature. Alcuni brani sono stati ispirati da questi elementi, altri invece erano già esistenti e hanno avuto solo in seguito un argomento che sembrava adatto ad essere illustrato con quel tipo di brano.
09. Cosa pensate della fruizione della musica di oggi? Siete a favore della digitalizzazione o pensate che abbia in qualche modo danneggiato la musica, e soprattutto le piccole band?
Il tempo che viviamo, il progresso tecnologico, lo stile di vita hanno modificato il modo il cui si ascolta la musica e credo abbiano introdotto anche una massificazione del “prodotto” musica. Il calore e la verità del suono del vinile degli anni ’70 è stato spazzato via dalle super produzioni quantizzate e a volte fredde. Tuttavia si tratta del normale processo di cambiamento che le cose subiscono nel tempo. La digitalizzazione a mio avviso non ha danneggiato la musica ma, nell’ambito di un complessivo e complesso cambiamento culturale, ha offerto nuove possibilità di veicolazione, soprattutto ai più piccoli. Quindi pur essendo consapevole di ciò che si è perso a causa del cambiamento, cerco di individuare le opportunità e i vantaggi che tale cambiamento ha implicato.
10. Come è andato il precedente album "Ostara"? La gente ha apprezzato la vena unplugged di quel lavoro e la riproposizione di vecchi brani in questa nuova veste?
Ostara è stato un lavoro discografico innanzitutto dedicato a noi, alla nostra storia, al nostro percorso. Difatti non abbiamo previsto alcun live di quell’album. Abbiamo comunque ottenuto un buon riscontro di critica e di vendite ma nei mesi successivi la sua pubblicazione abbiamo percepito che a quel punto era necessario realizzare presto un nuovo album elettrico che ci rilanciasse live, e così è stato. Diciamo che forse Ostara ha avuto, tra le altre cose, anche il merito di darci lo slancio giusto per la realizzazione di Gehenna.
11. In cosa pensate che "Gehenna" si differenzi dai vostri lavori precedenti?
Ogni nuovo lavoro discografico porta un cambiamento, ma credo che la lavorazione di Gehenna in particolare abbia avuto effetti terapeutici precisi su tutti i membri della band. È senza dubbio il nostro album più maturo, nella scrittura, nel sound e nella direzione stilistica, ed è il frutto di una lavorazione d’insieme che stavolta è stata particolarmente efficace. Evidentemente questa line up costituisce l’alchimia perfetta dei Rossometile. Desdemona è stato il primo album con Hela alla voce, ma al momento del suo ingresso nella band alcuni brani erano già scritti e molti arrangiamenti già decisi. Ilaria si è calata perfettamente nel mood adeguandosi alla direzione tracciata, e lo ha fatto con risultati eccelsi, tuttavia, a differenza di Desdemona, Gehenna è un album nato con lei, ispirato da lei, e che racconta molto di lei, quindi inevitabilmente la resa generale è stata maggiore, da tutti i punti di vista.
12. Ragazzi abbiamo finito, concludete come volete l'intervista!
Grazie mille alla redazione di Heavy Metal Maniac per le domande interessanti e per lo spazio che ci dedicherete, e un saluto affettuoso ai lettori.
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