INSINERATEHYMN "Irreverence of the Divine" (Recensione)
Full-length, Memento Mori
(2025)
“Irreverence of the Divine” è un concentrato di marcio death metal, diretto e feroce. Questo terzo lavoro definisce ancora di più le coordinate sonore degli americani fatto di ritmiche veloci, chitarre taglienti e una voce growl, profonda e malata (“Visage Of The Infinite”). A colpire è l’ottimo lavoro dietro le pelli, con uno stile dinamico, fluido, suonato alla vecchia (“Mephitic Anamnesis”). Di contro risultano un po’ ridondanti i solos di chitarra, a tratti troppo lunghi, non sempre fluidi e che non riescono a dare quella marcia in più all’economia generale dei pezzi. gli Insineratehymn si producono in un buon death metal, che non fa certamente gridare al miracolo, scrivendo una musica derivativa, anche se efficace nel portare a casa il risultato, grazie a una buona dinamica generale (“Cosmic Abominations”).
La stessa produzione è proficua nel far risaltare l’anima malsana della band, che si sviluppa attraverso un riffing diretto e aggressivo (“Sempiternal Suicide”). Non ci sono particolari picchi, ma l’album nella sua interezza può essere considerato come un unico blocco di violento death metal. Non ci sono momenti di respiro ma tutto l’album ruota intorno a una folle spirale di ritmiche tese a essere più veloci possibili, con blastati a enfatizzare i momenti più ficcanti e allo stesso tempo costruendo i classici rallentamenti che servono per generare vortici di marciume in cui affogare (“Covenant Of The Virtuous”). Le canzoni non troppo lunghe servono a tenere compatto e brutale il risultato finale, salvo qualche eccezione.
Siamo dentro un suono classico che guarda alla storia del genere, con poche proiezioni dentro uno stile più moderno (“Apolytes Of God’s Disease”). Siamo dalle parti di gruppi come Immolation, Sinister, Asphyx, quindi dentro un approccio grezzo, con chitarre affilate e un sound generale che non va oltre un certo modo di intendere il death metal. Anacronistico? Per nostangici? Sicuramente questo modo di concepire e suonare estremo non è mai venuto meno, anzi negli ultimi anni si sta assistendo sempre più a un ritorno di queste sonorità. “Irreverence of the Divine” è indubbiamente un album per amanti di certe coordinate musicali, mentre per chi cerca una produzione più moderna dovrà sicuramente rivolgersi altrove.
Gli Insineratehymn ce la mettono tutta per risultare convincenti e ci riescono grazie a una costruzione equilibrata dei pezzi, che non fa certamente gridare al miracolo, ma riesce comunque a farsi apprezzare per l’attitudine genuina e la capacità di costruire canzoni dal giusto feeling.
Recensione a cura di John Preck
Voto: 72/100
Tracklist:
1. Revelations...
2. Irreverence of the Divine
3. Cosmic Abominations
4. Delusive Omniscience
5. Sempiternal Suicide
6. Mephitic Anamnesis
7. Covenant of the Virtuous
8. Visage of the Infinite
9. Acolytes of God’s Disease
10. Empyrean Desolation
Line-up:
Miguel Martinez - Bass
Abraham Garcia - Drums
Demitree Rivera - Guitars (lead)
Frank Montero - Guitars (rhythm), Vocals
Nico Poblete - Bass
Web:
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