HOMME "Ma Vie En Théorèmes" (Recensione)
Full-length, Independent
(2025)
Il debutto degli HOMME arriva come una confessione in musica, un diario esistenziale trasformato in rock progressivo dall’anima profondamente francese. Ma vie en théorèmes è un’opera che distilla quasi vent’anni di vissuto in un racconto emotivo e stratificato, dove la voce e i testi di Christophe Massol diventano la chiave d’accesso a un mondo interiore complesso, fragile e incandescente. Il gruppo, nato nel 2021 a Villeneuve-Loubet, si è sempre presentato come un progetto che mette al centro l’essere umano con tutte le sue contraddizioni, e questo primo album ne è la manifestazione più completa e matura.
Il viaggio si apre con Abus de pouvoir, un brano conciso e tagliente che fa da cornice tematica all’intero percorso: una denuncia emozionale, più che politica, della sopraffazione quotidiana, con un groove nervoso e un cantato che alterna lucidità e ferite aperte. Subito dopo, la title-track Ma vie en théorèmes si trasforma in un piccolo manifesto sonoro: sette minuti in continua evoluzione che uniscono rock progressivo, poesia introspettiva e un crescendo emotivo che cattura la complessità del “vivere per deduzioni” — tra fragilità, logica e caos. È uno dei momenti più intensi dell’intero album.
Toxic Girl cambia scenario e colpisce per immediatezza, con un’impronta più rock e un ritornello che resta impresso, mentre Éclosion programmée, già nota come uno dei primi brani a presentare l’identità della band, porta con sé un senso di metamorfosi inevitabile. L’alternanza fra tensione e liberazione racconta perfettamente lo spirito degli HOMME: una musica che non vuole confortare, ma rivelare.
Idées noires introduce un’atmosfera più cupa e riflessiva, dove la melodia guida un percorso intimo che accarezza le parti più fragili dell’essere umano. Con Mon évidence emergono le sfumature più luminose del disco, mantenendo però quel carattere emotivo pulsante che resta sempre la firma della band.
Mon capitaine — uno dei singoli anticipatori — vive della sua immediatezza: diretto, energico, trascinante, ma sempre sostenuto da un lirismo che va oltre i codici del classico rock francese. Il successivo Le tunnel amplia l’impronta progressiva dell’album, evocando sensazioni di smarrimento e ricerca, un passaggio che funziona come cerniera narrativa verso l’ultima parte del disco. Pile ou face introduce un respiro più ritmico e deciso, quasi a voler bilanciare il peso emotivo dei brani precedenti.
Il capitolo finale è affidato a Le grand voyage, brano che incarna perfettamente la visione della band: un commiato poetico, un inno all’incertezza e alla meraviglia dell’esistenza. La conclusione non è una soluzione, ma un’ulteriore domanda rivolta all’ascoltatore, coerente con l’identità di un album che mette al centro la complessità dell’essere umano senza mai semplificarla.
Dal punto di vista sonoro, Ma vie en théorèmes alterna eleganza e urgenza, sospeso fra rock progressivo, atmosfere cinematografiche e un’anima emotiva che richiama la tradizione della chanson française pur rielaborandola in chiave moderna. L’esecuzione della band è impeccabile: le chitarre di JP Mendez e Arthur Delevirg dialogano con finezza, mentre la sezione ritmica di Jacques Anoufa sostiene ogni variazione con un dinamismo misurato e potente. La produzione, calda e dettagliata, permette alle parole di Massol di occupare il centro della scena senza soffocare l’impatto strumentale.
Ma vie en théorèmes è un debutto sorprendentemente maturo, emozionale e ben costruito, capace di coniugare introspezione e forza espressiva. Un album che parla a chi ama il progressive rock, ma anche a chi cerca una musica che racconti l’essere umano nelle sue infinite contraddizioni. Un’opera sincera, vibrante, profondamente viva.
Recensione a cura di Simone Lazzarino
Voto finale: 85/100
Tracklist:
1. Abus de pouvoir
2. Ma vie en théorèmes
3. Toxic girl
4. Eclosion programmée
5. Idées noires
6. Mon évidence
7. Mon capitaine
8. Le tunnel
9. Pile ou face
10. Le grand voyage
Line-up:
Christophe Massol – Vocals, Bass
JP Mendez – Guitars
Arthur Delevirg – Guitars
Jacques Anoufa – Drums
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