Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

Forbidden “Omega Wave”

Full-length, Nuclear Blast Records, 2010
Genere: Thrash Metal

Ormai chi manca all’appello? Intendo dire, dopo il revival del thrash e delle sue sonorità originarie, col proliferare di eserciti di nuove formazioni coi calzoni attillati e il giubbotto toppato, anche i grandi avranno pensato “E che diamine, questi si fanno i soldi che noi non ci siamo fatti venti anni fa o più facendo cose anche migliori, rimediamo!”.
Ed ecco che, come per incanto, oggi ci ritroviamo catapultati in una specie di “Ritorno al futuro” (ricordate il mitico film?), con una moltitudine di bands nuove e vecchie intente a fare il vero thrash metal, quello senza intrusioni, quello puro, soprattutto di derivazione Bay-Area e newyorkese. I Forbidden si uniscono alla serie di reunion illustri, e in meno di due anni di tour sfornano il loro contrattacco, questo “Omega Wave”.

Senza troppi giri di parole, dico subito che questo è un buon disco. C’è la tecnica, la classe, la potenza, ci sono i Forbidden insomma. Coloro che avevamo conosciuto soprattutto grazie ai loro primi due album, quelli cioè che tutti ancora acclamano come i loro capolavori. Perché diciamoci la verità, dopo quei due dischi non hanno fatto nulla di memorabile e si son sciolti perché nessuno li calcolava nemmeno di striscio. Togliete pure le motivazioni che adesso molti di questi artisti thrash ci propinano nelle loro interviste come cause dei loro scioglimenti. La realtà è che il 90% delle thrash metal bands nate negli anni Ottanta, dopo l’uscita del black album dei Metallica, hanno cercato di adeguarsi ad una commercializzazione che ha portato molti a pubblicare dischi mosci o mal assemblati, con inflessioni di altri generi che hanno appiattito la scena. La scena non era morta perché il thrash era già in crisi da anni (forse qualcuno può affermare che un disco come “Time Does Not Heal" dei Dark Angel del 1991 fosse deludente? Eppure era thrash. Ma l’elenco sarebbe lunghissimo riguardo i dischi di questo genere usciti in quegli anni che avevano le palle cubiche).
Il genere lo fecero morire gli stessi portavoce storici, coi loro dischi insignificanti e vuoti, nonché deludenti per tutti i loro seguaci, con uno smorzamento della violenza repentino. Se aggiungiamo che, in questo scenario, molti cercarono di adeguarsi, ma vendettero 2 copie e che altri gruppi meno famosi ma coerenti furono troppe volte snobbati, arriviamo al nocciolo della questione. Il thrash lo fecero morire le bands, non i fans o la stampa.

Ma “Omega Wave" cerca di rimettere le cose a posto, e cerca di mettere pezze a 13 anni di assenza dalle scene e ad alcuni dischi controversi. L’intento è quasi riuscito, ma sui sentieri della sincerità d'intenti non mi ci addentro nemmeno. “Omega Wave” ci assale con una bordata da capogiro, “Forsaken at the Gates”, che segue una intro evocativa. I tempi sono serrati e le chitarre affidate allo storico Locicero, coadiuvato dal nuovo (ma esperto) Steve Smyth, macinano riff arcigni, scattanti, oscuri. La voce di Russ Anderson appare in forma, non facendo troppi paragoni col passato ovviamente. Belli anche gli assoli. Ma perché iniziare un disco così bene e poi farlo subito seguire da un quasi mid-tempo insignificante come “Overthrow”? Questo pezzo mi ha ricordato i Testament del periodo “Low”/”Demonic”, ma quello che proprio non convince è il ritornello. La voce di Anderson si lancia nel suo solito pulito dal gusto epico, ma è la melodia a non convincere, un po’ sforzata. Canzone di mestiere, non brutta, ma dopo un inizio col botto, smorza un po’ la situazione. Troppo presto, peccato.
E’ proprio su questo binomio (canzoni potenti e convincenti alternate ad altre più ragionate e meno riuscite) che il disco si esprime. Quindi vediamo altri brani molto buoni come “Adapt Or Die” o la title track alternati a molti altri un po’ fiacchi, privi di mordente. Il disco in generale si difende molto bene e onestamente, va un po’ oltre quelle che erano le mie aspettative da questa band. Ma ci voleva poco, dopo gli ultimi dischi e dopo tutti questi anni di assenza, un disco appena sufficiente non mi avrebbe sorpreso. Qui siamo oltre quel giudizio, ma mi chiedo quanta longevità potrà avere un disco del genere. La cosa è un po’ irritante, perché i musicisti ci sono (e che musicisti), è che quando decidono di tirare mazzate thrash come si deve ci riescono ancora alla grande. Quindi perché fare un disco buono solo per metà? Volontà di dimostrare che la violenza non è tutto? Che la maturità presuppone chorus melodici, ma un po’ bruttini? Sta di fatto che “Omega Wave” fallisce un centro pieno che era tranquillamente alla loro portata, perché ripeto, ci sono qui dentro almeno 3 o 4 pezzi killer a dimostrarlo.

Vedremo al prossimo giro cosa ci riserveranno, per adesso godiamoci la parte buona di questo disco e, se vogliamo, gioiamo del fatto che, anche dei Forbidden col freno a meno tirato, valgono il doppio di tante nuove insignificanti leve.

Recensione a cura di: Kosmos Reversum
Voto: 68/100

Tracklist:
1. Alpha Century 02:00
2. Forsaken at the Gates 04:54
3. Overthrow 04:43
4. Adapt or Die 05:14
5. Swine 06:30
6. Chatter 02:16
7. Dragging My Casket 06:44 [view lyrics]
8. Hopenosis 05:30
9. Immortal Wounds 05:29
10. Behind the Mask 05:39
11. Inhuman Race 06:25
12. Omega Wave 06:00
Total playing time 01:01:33

http://www.myspace.com/forbidden__evil
http://www.facebook.com/forbiddenofficial

1 commento:

  1. per me questo “Omega Wave” è un capolavoro, non concordo con il recensore nel dire che gli album precedenti a questo sono brutti, Distortion e Green sono due CAPOLAVORI.

    RispondiElimina