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Tankard "Vol(l)ume 14"

Full-length, AFM Records, 2010
Genere: Thrash Metal

Arrivati a quasi trent’anni di carriera e con ben 14 album alle spalle, la domanda che sorge spontanea è: hanno ancora un senso i Tankard nel 2011? La risposta secondo me sta nel mezzo, non tanto perchĂ© siano sulla piazza da molto tempo (ci sono gruppi di ultrasessantenni che sfornano ancora grandi lavori a dimostrazione che la qualitĂ  non coincide con il tempo che scorre), ma giunge spontanea dopo l’ascolto di questo ennesimo studio album dei tedeschi piĂ¹ beoni del thrash metal.
In realtĂ  “Vol(l)ume 14” è il solito disco dei Tankard, non troppo dissimile dal precedente “Thirst”, ma secondo me, anche rispetto a quel disco che giĂ  non era il loro top, perde un po’ il confronto.

I Tankard stavolta sembrano flirtare con maggiori porzioni di melodia. E sotto questo punto di vista devo dire che la band ormai non è piĂ¹ solo istinto e irruenza, ma sa sfornare prestazioni tecniche individuali di tutto rispetto, a partire dall’ottimo lavoro di chitarra che spesso strizza l’occhio all’heavy metal classico, ad un drumming dinamico, potente e incisivo fino ad arrivare alla voce del buon Gerre, piĂ¹ ragionata del solito ma sempre tagliente, che adesso sfoggia un look snello che lo ha ringiovanito di venti anni. A scapito di ciĂ², perĂ², vi è una certa staticitĂ  compositiva, un senso di stanchezza generalizzato che fa apparire piĂ¹ questo disco come realizzato da un’ottima cover band dei Tankard che non dai Tankard stessi. SarĂ  anche che la produzione stavolta è piĂ¹ accurata e pulita, sarĂ  che il tutto suona di giĂ  sentito, ma i brani non decollano. A partire da “Time Warp”, comunque buona, passando per “Rules For Fools” (che sembra una song dei Maiden in salsa speed metal) o “Weekend Warriors”, l’impressione è quella di trovarsi dinnanzi ad un disco che “vuole ma non puĂ²”.

Per evitare fraintendimenti dico perĂ² questo: “Vol(l)ume 14” non è un brutto disco, e chi magari pretendeva dalla band una sorta di evoluzione senza cambiamenti drastici, forse apprezzerĂ  questa loro “nuova veste” (le virgolette sono d’obbligo, perchĂ© in realtĂ  il trademark di base dei tedeschi è sempre riconoscibilissimo), ma io un disco sulla scia dell’irruento “Beast Of Bourbon” lo avrei gradito piĂ¹ che volentieri.
In definitiva c’è il thrash, ci sono i Tankard, c’è la copertina alcolica, quindi non abbiate paura di mettere il disco nello stereo che suona come i Tokyo Hotel, ma forse stavolta hanno un po’ esagerato diluendo un po’ troppo la solita salsa. Un disco che farĂ  forse la gioia solo dei loro fedelissimi fans, ma che in generale si rivela come un album di maniera e poco piĂ¹.
Ah, come rimpiango “Chemical Invasion”…Ma questo è un altro discorso (forse).

Recensione a cura di Kosmos Reversum
Voto: 64/100

Tracklist:
1. Time Warp 06:01
2. Rules for Fools 03:55
3. Fat Snatchers (The Hippo Effect) 05:12
4. Black Plague (BP) 04:24
5. Somewhere in Nowhere 04:09
6. The Agency 05:04
7. Brain Piercing of Death 04:20
8. Beck's in the City 03:29
9. Condemnation 06:23
10. Weekend Warriors 07:25
Total playing time: 50:22

http://www.tankard.org/
http://www.myspace.com/tankardfrankfurt

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