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FUNERAL MARMOORI - The Deer Woman

Full-length, Minotauro Records
(2015)

I Funeral Marmoori sono una band di Firenze attiva dal 2008, e sotto le ali della Minotauro Records rilasciano il loro secondo album, il qui presente "The Deer Woman", dopo il buon "Volume 1" del 2012. Nei solchi di questo nuovo album affiora tutta la passione per le sonorità Seventies dei Nostri, ovvero un hard rock molto doomeggiante, con l'ottimo uso dell'organo Farfisa ad opera di Nadin, che si occupa anche di suonare il juno synth che, permettetemi l'ignoranza, è uno strumento che non conoscevo prima d'ora.

La proposta dei Nostri si rivela quindi sfaccettata, per nulla immediata, in quanto fortemente imparentata anche con certo prog italiano (ma non solo). L'uso particolare delle tastiere, unito a strutture piuttosto contorte e ricercate, evocano atmosfere a volte sognanti, a volte misteriose ed esoteriche, il tutto supportato da un'ottima padronanza sia strumentale che compositiva. La voce del Capitano è arrabbiata ma allo stesso tempo calda ed espressiva, sebbene non abbia nelle sue corde tante variazioni e si esprima quasi sempre su un unico registro. E' comunque, come dicevo, il lavoro strumentale a fare la parte del leone, con dei veri e propri gioiellini di psychedelic-prog-doom metal.
Un esempio che potrebbe essere alzato come vessillo e simbolo di questo album è "The Deer Woman", pezzo che apre le danze, piuttosto lungo ed elaborato. A volte la band si cala in atmosfere davvero oscure e rallentando i tempi evocando il doom più profondo, come in "Boletus Satanas", che ha degli innesti atmosferici pazzeschi e nell'uso costante dei synth i suoi punto forte, e una interpretazione del Capitano più che convincente. Un brano davvero da brividi lungo la schiena, emozionante e con un crescendo incredibile verso metà canzone, dove i tempi si fanno più incalzanti.

E' bello sentire ancora band che compongono album di questo spessore, dove si percepisce la volontà di esprimere feeling in primo luogo, e dove ogni elemento è curato al dettaglio, senza l'urgenza che ultimamente si sente in tanti album, figlia di un modo di intendere la musica ormai distorto, figlio delle mode e delle abbuffate di mp3 a poco o nullo prezzo. Ogni brano è una piccola perla dove la band si lascia andare in maniera disinvolta ma per nulla scontata, ed è un piacere proseguire con la tracklist, in quanto non si hanno cadute di tono, dalla più ritmata "Last Sip", alla lisergica "Drunk In Hell", che pare evocare oscuri presagi che si abbatteranno sull'umanità molto a breve. In questo pezzo ho scorto sonorità vicine ad una band che apprezzo davvero molto, ovvero gli Electric Wizard, ed è buono il finale dilatato e allucinato.

Avrete quindi capito che questo non è un disco usa e getta, per svariati motivi. Il primo è che questa band è quanto di meglio ci possa offrire il panorama doom odierno, ma non di quello canonico; qui si parla di un continuo flusso di idee, di voglia di osare pur mantenendosi attaccati alle radici del genere. Nota davvero di merito per la tastierista, che non offre il solito compitino e nemmeno si dimostra invadente e fuori luogo ma anzi, sostiene in maniera decisiva tutti i pezzi, rendendoli affascinanti e onirici, con un lavoro di arrangiamento encomiabile e che ben si sposa con i bei riff di chitarra. La chiusura è affidata ad una cover dei seminali Death SS, presente come bonus track, che viene modulata secondo le sembianze sonore dei Funeral Mormoori, per un risultato forse ancora superiore all'originale.
"The Deer Woman" è senza dubbio uno dei migliori album che abbia mai sentito in ambito psichedelico e doom, e lo dico senza timore di esagerare...Quindi cosa aspettate quindi a far vostro questo disco? 

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 80/100

Tracklist:
1-The Deer Woman
2-Boletus Satanas
3-Last Sip
4-Drunk in Hell
5-Hunters Kies
6-Petronica
7-Profanation (Bonus Track) Death SS cover
DURATA TOTALE: 43 minutes

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