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VANEXA “Too Heavy to Fly” (Review)

Full-length, Punishment 18 Records 
(2016)

Accogliamo con sommo gaudio il ritorno in scena di una delle prime Heavy Metal Band della storia italiana: i savonesi Vanexa, autori negli anni '80 di due pietre miliari del cosiddetto Italian Heavy Metal Way, corrispondenti all’omonimo disco d’esordio “Vanexa”, capolavoro del 1983, e dal suo validissimo successore “Back from the Ruins” del 1988. Come tutte le altre band coeve, i nostri Vanexa raccolsero poco rispetto al valore dimostrato sia in studio che in sede live e dopo aver dato alle stampe il valido “Against the Sun” del 1994, nel 1995 si congedano al pubblico con “Sample Metal”, epitaffio autocelebrativo.
Ritornati nel 2010 con una raccolta e un live album (“Metal City Live” del 2011), i Vanexa, fanno dannatamente sul serio con questo “Too Heavy to Fly”, nuovo lavoro di inediti fresco di stampa. La line up, oltre ai membri storici quali Sergio Pagnacco al basso (presenza di lusso anche nei conterranei Labyrinth) e il drummer Silvano Bottari, conta nei propri ranghi gente del calibro di Andrea “Ranfa” Ranfagni (G. Hughes, Jan Paice e B. Marsden) al microfono, Artan Selishta e Pier Gonella (Necrodeath, e Mastercastle) alle chitarre.

L’album si apre con la rockeggiante title track “Too Heavy to Fly”, song caratterizzata da un mid tempo dal riff riuscitissimo, che ti entra dentro la testa e ti coinvolge in un cadenzato headbanging. Si capisce subito che questo non è un disco che lascia indifferenti e l’Heavy Metal di stampo classico dei Vanexa, anche se canonico, non risulta mai banale. Le impressioni positive vengono confermate anche dalla successiva traccia, la sostenuta “007”, che come si evince dal titolo è dedicata all’agente segreto più famoso del cinema: James, James Bond (scusate non ho resistito). Ottimo il lavoro delle due asce in “Life Is a War”, song dalla struttura canonica, dove la parte da leone la fa il vocalist Ranfa, mentre “Rain” si fa notale per grande feeling e il ritornello più bello dell’intero disco. Con “It’s Illusion” si ritorna su ritmi veloci intervallati da cavalcate nella più tipica tradizione metal, dove tutta la formazione regala una grande performance. “Tarantino Theme” oltre ad essere ad essere una song dal sapore hard & heavy di indubbia classe, è l’ennesimo omaggio al mondo del cinema e al genio (ma soprattutto alla sregolatezza) del regista di Pulp Fiction e Kill Bill. “In the Dark” è una strumentale che richiama le linee melodiche della successiva “Kiss in the Dark”, bellissima power ballad dal sapore dark e dal grande e riuscitissimo finale in crescendo. La speed song “Paradox” ci porta a tutta velocita al grande finale del disco, finale che prende forma e sostanza nella sognante “The Traveller”, pezzo hard dal gusto seventies supportato alle tastiere nientepopodimeno che da Ken Hesley, mitico keyboarder degl’immortali Uriah Heep e nell’occasione special guest d’eccezione.

“Too Heavy to Fly” è un disco di Heavy Metal classico che si lascia ascoltare e riascoltare senza sosta. Con canzoni scritte con il cuore e suonate con passione. Insomma, un vero colpo da maestro firmato da una band storica, pronta a prendersi la giusta gloria. Se il tempo è galantuomo, è giunto il momento di togliersi il capello.

Recensione a cura di: Antonio Arcudi
Voto 90/100

Tracklist 
1. Too Heavy to Fly 4:43 
2. 007 3:43 
3 .Life Is a War 4:09 
4. Rain 5:19 
5. It's Illusion 4:34 
6. Tarantino Theme 3:59 
7. In the Dark 1:20 
8. Kiss in the Dark 5:33 
9. Paradox 5:15 
10. The Traveller 5:05 

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