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ELEMENT OF CHAOS "A New Dawn" (Recensione)

Full-length, Agoge Records
(2016)

Gli Element Of Chaos arrivano da Roma e nascono nel 2007, e questo loro nuovo lavoro, "A New Dawn", arriva a distanza di tre anni dall'esordio “Utopia”, uscito nel 2013. La proposta degli Element Of Chaos è davvero avvincente, in quanto cerca di mescolare vari stili come il prog, l'avanguardia, il djent e il death-core, con risultati del tutto apprezzabili. La band, che presenta una tecnica individuale di primissimo livello e una produzione del suono ottima, ci presenta dieci episodi piuttosto eterogenei  (più due bonus track), nei quali non ci sono barriere di sorta.
Una musica a tratti pesantissima, ma spesso intervallata con sapienti e intelligentissimi break o inserti, addirittura a volte in pianoforte, come nella bellissima e schizoide "Idiots A Ride". Di solito la band affronta il proprio personalissimo concetto metal con molto groove e inglobando influenze che vanno da Devin Townsend, ai Mesghuggah, ai Fear Factory, ma anche qualcosa di Voivod. Capirete che con queste influenze è davvero difficile inquadrare questa band, ma tutto sarà molto più chiaro e divertente ascoltando questo disco, sebbene occorra avere la mente un po' aperta.

Ogni episodio gode di una propria personalità, e non rimarrete impassibili a piccole perle come "A Second Dawn Of Hiroshima", che apre col botto l'album, la già menzionata "Idiots A Ride", la potente e devastante "Just A Ride", dove la band pare voglia annientare tutto, ma con intelligennza e cura per ogni arrangiamento. Molto indovinati gli ingressi di clean vocals che si intrecciano ad un growl spietato. 
Questa band pare piuttosto a proprio agio nel destrutturare e ricomporre i puzzle che formano i propri brani, e difficilmente si lancia in velocità esasperate, o quando lo fa ritorna poi presto su qualcosa di più groovy e calcolato. Niente qui è lasciato al caso!
"Nothing But Death" è un altro episodio da capogiro, con i riff di chitarra che lasciano spazio a tastiere che avvolgono con melodie più ariose, e dove le voci si alternano sempre tra pulito, growl e scream. In questo brano le strutture sono più lineari e quindi è più facile star dietro a ciò che la band propone, ma non mancano dei break inaspettati e contorti. Se dovessi citare ancora un episodio che mi ha molto colpito, direi sicuramente "Epiphany", una canzone dove la tecnica raggiunge livelli stellari e dove l'intelligenza compositiva raggiunge vette incredibili. 

Insomma, a parte gli episodi che ho citato, state tranquilli che il disco è davvero ben fatto nel suo insieme, e nessuna canzone può lasciare scontenti, ammesso che si lasci a questo disco la possibilità di crescere e di entrare pian piano sottopelle. Come avrete capito, non siamo al cospetto di un disco facile; qui tutto è ragionato, ma al tempo stesso pensato per fare piuttosto male. L'atmosfera apocalittica che si respira durante tutto il lavoro è un qualcosa che raramente capita di sentire, e quando il tutto è supportato da un drumming eccellente come quello di Wonderboy e da soluzioni musicali ricercate, non rimane altro che fare i complimenti alla band per il lavoro fatto in tutti i suoi aspetti.
PS: La traccia di chiusura, "Sons Of The Atom", è la quiete dopo la tempesta, una traccia eccellente che chiude con note dolci e malinconiche un disco che ha divorato, nel suo incedere, capacità cognitive e anche altro. 
Molto, molto bravi e fuori dagli schemi. Da tenere d'occhio!

Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 75/100

Tracklist:
1. The Second Dawn Of Hiroshima
2. Idiots Lose Control
3. Just A Ride
4. Nothing But Death
5. Mutant Circus Manifesto
6. Coming Home
7. The Harmony Concept
8. Epiphany
9. A New Dawn
10. Sons Of The Atom
11. Epiphany (Paternoise Remix)
12. The Butterfly Effect (Live In Studio)
DURATA TOTALE: 00:52:00

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