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KLOGR "Keystone" (Recensione)

Full-length, Zeta Factory
(2017)

In uscita il 6 ottobre l’ultimo lavoro dei Klogr, la band alternative metal di nostri connazionali che sta riscuotendo sempre più consensi all’estero. Parlano di loro i principali magazine del settore, tra cui Metal Hammer UK; devono parte della loro fama al tour europeo del 2014 dei Prong, che ebbero la fortuna di accompagnare come band di apertura. Il loro sound è ispirato a Tool, Alter Bridge, A Perfect Circle, Staind e Stone Sour, per ottenere un groove metal potente incentrato su ritmica e linee vocali distorte.
Il disco è infatti scandito dall’enorme cassa di Maicol Morgotti, alla batteria, che “buca” letteralmente il muro sonoro formato dagli altri strumenti, sovrastando il tutto. Probabilmente il suono è stato processato attraverso un gate modulato dal segnale di cassa che agisce sulle tracce ritmiche di chitarra e basso, per far risaltare ulteriormente la cassa, come una cannonata.

Il tutto è amalgamato dalle chitarre e basso che creano un bellissimo ambiente di fondo, in primo piano sempre la voce del frontman Rusty, che alterna tra pulita e sorca a seconda delle situazioni e dei brani. Negli anni i Klogr hanno cambiato diverse formazioni, tra gli incontri più proficui sicuramente l’arrivo di Pietro Quilichini alla chitarra nel 2014. Pietro ha portato una nuova energia nel gruppo, trovando una grande intesa con il cantante, come dimostra l’alternanza tra pesanti riffs e introduzioni melodiche. "Keystone", questo il nome del quarto album in studio della band, è composto da 12 tracce, 2 delle quali (“Sleeping Through the Seasons” e “Prison of Light”) già pubblicate come singoli è disponibili su Spotify. Per questo disco i Klogr sono voluti andare sul sicuro facendosi produrre da David Bottrill, produttore di Peter Gabriel, Kid Rock, Smashing Pumpkins, Tool. Per la registrazione del disco si sono recati negli studi che li aveva accolti anche per i 3 precedenti album, gli ZetaFactory Studios di Modena, per spostarsi poi nei Mainstation Studios di Toronto per il mastering, effettuato direttamente dalle orecchie di David.

La scelta di rivolgersi a Bottrill per il mix, che in passato si è occupato di artisti più commerciali garantendogli un enorme successo, potrebbe essere il segno che con questo lavoro intendono coinvolgere maggiormente il pubblico. Ha dato un contributo non indifferente alla realizzazione di "Keystone": “David ha portato qualcosa che mancava alla band” dice Rusty “una visione esterna della musica e non alla ricerca di cosa sia trendy”. I ragazzi hanno trascorso diverso tempo in studio con il loro producer per la stesura e la registrazione dei brani, 14 ore al giorno per un mese intero, ma con grande passione e con un risultato di cui andare fieri! I testi sono incentrati su tematiche ambientaliste, argomento non nuovo per i Klogr che già in “Black Snow” nel 2014 avevano dedicato “Zero Tolerance” alla missione Sea Shepherd in difesa dei delfini della baia di Taiji, in Giappone. Anche in questo album troviamo “Pride Before The Fall” e “Dark Tides” rivolte a questo argomento. “Dark Tides” parla del sottostimato problema della distruzione degli ecosistemi degli oceani, dell' incontrollato sfruttamento delle risorse e della distruzione di tutti gli abitanti naturali. "Rabbrividisco quando penso alla vastità dell'oceano e a cosa l'uomo abbia fatto negli ultimi dieci anni, svuotandolo da quasi tutti gli esseri viventi”, dice Rusty. Anche la copertina è stata scelta per le tematiche trattate dal disco, è una tela dell'artista italiano Andrea Saltini, scelta appositamente dal cantante per “Keystone”.

“Something’s In The Air” è un altro brano dedicato all'ambiente, inizia infatti con la voce di un ipotetico giornalista che spiega la situazione ambientale enunciando i valori di CO2 nell’aria e definendoli i più alti da quando l’uomo è presente sulla Terra. La voce parla sia in italiano che in inglese in sottofondo; terminando il discorso con "We're fucked" "Siamo fottuti", segue l'intro del brano con un potente riff di chitarra.
Se l'obiettivo dei Klogr era quello di trasmettere energia ci sono sicuramente riusciti! Mi ritrovo meno nelle tematiche trattate dai testi, ma apprezzatissima l’aggressività del suono. Un disco che ti dà la carica!

Recensione a cura di: Alessandro Friggi
Voto: 75/100

Tracklist:
01. Sleeping Through The Seasons 
02. Prison Of Light 
03. Technocracy 
04. The Echoes Of Sin 
05. Pride Before The Fall 
06. Something's In The Air 
07. Drag You Back 
08. Sirens' Song 
09. Dark Tides 
10. Silent Witness 
11. Enigmatic Smile 
12. The Wall Of Illusion

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