REVOLUTIO "Vagrant" (Recensione)
(2018)
La proposta di questa band bolognese, dal tema post-apocalittico, รจ un Thrash Metal dalle influenze Metalcore, saggiamente "depurato" dai continui, ridondanti e spesso inutili breakdown che, purtroppo molto spesso, affliggono questo genere. Si tratta di un album dalla doppia anima: una piรน Thrash, che spazia da riff piรน classici ad altri piรน moderni, l'altra invece piรน melodica, seguendo un filone alla Metallica del Black Album, passando da ballad sontuose a riffoni con influenze hard rock. Sicuramente i pezzi piรน incisivi dell'album sono "Meek And The Bold", "The Oracle" (del quale la band ha realizzato un videoclip) e "Ozymandias".
I pattern ritmici di basso e batteria (rispettivamente Francesco Querzรฉ e Davide Pulito), tecnici e precisi, sostengono perfettamente le chitarre (Luca Barbieri) che sparano a ripetizione riff aggressivi, veloci e appaganti, senza scadere nel banale o lasciando nulla al caso. Gli assoli, davvero ottimi sia sotto l'aspetto interpretativo che stilistico, coronano il tutto, creando una perfetta colonna sonora per questo scenario alla Mad Max. Ammirevole anche il lavoro del cantante (Maurizio Di Timoteo), che spazia in molti registri canori, passando da voci molto "Hetfieldiane" fino ad impostazioni piรน classiche, quasi liriche alla Devin Townsend, lasciando spazio anche per qualche accenno di growl.
Il passaggio all'anima piรน melodica di questo album di 10 tracce, si sente circa a metร , dopo la strumentale "Eclipse" che fa quasi da interludio per la seconda parte della tracklist. Qui trovano spazio chitarre acustiche, synth, e melodie piรน articolate, soprattutto su tracce come "Requiem" e "Daydream", che rallentano un po' il ritmo forsennato della prima parte, senza perรฒ ammorbare l'ascoltatore. Conclude l'album la traccia "The Great Silence", forse una sorta di Tributo a "4'33" di John Cage, in cui si sente solo il rumore sommesso del vento, che spazia la landa desolata e ostile in cui i Revolutio ci hanno condotto con la loro musica.
Un buon album, sia dal punto di vista musicale che di produzione (registrato, mixato e masterizzato agli Audiocore studio), per gusto personale preferisco il primo dei due "filoni" artistici, probabilmente perchรจ piรน interessante e moderno, rispetto alla seconda metร dell'album.
Recensione a cura di: Andrea "Maelstrom" Bignardi
Voto: 75/100
Tracklist:
1. Aftermath 00:36 instrumental
2. Meek and the Bold 03:23
3. What Breaks Inside 04:13
4. The Oracle 05:27
5. Ozymandias 04:01
6. Eclipse 02:26 instrumental
7. Silver Dawn 05:26
8. Requiem 04:12
9. Daydream 05:41
10. The Great Silence 14:11 instrumental
DURATA TOTALE: 49:36
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