Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA "Skyline Whispers" (Recensione) - [Reissue]


Full-length, Nuclear Blast Records
(2018) 

In occasione della “puntata precedente”, ossia della recensione della ristampa di “Internal Affairs”, avevo ricordato come sulle prime il fenomeno The Night Flight Orchestra mi avesse lasciato parecchio diffidente. Non si trattava della musica – non avevo ancora ascoltato i loro dischi – quanto dell'attitudine ad intestarsi una certa eredità direttamente figlia dei Settanta e degli Ottanta, come moltitudini di altri profeti avevano già fatto e avrebbero continuato a fare. Eppure... mi bastò ascoltare questo “Skyline Whispers” per ricredermi: i Night Flight Orchestra non sono “una delle tante band”, sono quasi un unicum nel panorama odierno. Niente a che fare con il vintage d'autore o la ricerca raffinata: la proposta musicale di Strid, Andersson e soci è quanto di più ruffiano e spavaldo sia uscito sul mercato negli Anni Dieci, e di questa attitudine la band ha fatto nel tempo una vera e propria bandiera. È anche vero che il fattore “geografico” è stato dalla loro parte, visto che a metà decennio uscivano una serie di capolavori dalla Svezia, come il debut degli Avatarium, i dischi degli Imperial State Electric, “Infestissumam” dei Ghost – ed è così che nei miei ascolti ho avuto il cosiddetto “periodo svedese”, poi sostituito dal periodo “canadese” di act underground di altissima caratura come i Blood Ceremony... 

Bando comunque alle divagazioni: a mio modesto parere, questo secondo disco del supergruppo di Helsingborg resta insuperato dal punto di vista della freschezza compositiva dei singoli episodi; è vero che nei lavori successivi il loro sound sarebbe divenuto più organico e focalizzato, ma è anche vero che non è stato facile negli stessi individuare alcuni brani “di punta” che sarebbero divenuti quelli che la band stessa definisce “classici moderni”. Ecco, di questi classici è pieno zeppo “Skyline Whispers”, dall'opener purpleiana “Sail On” all'alta caratura anthemica di “Living for the Nighttime”, dall'imperdibile spavalderia di “Stiletto” e “Lady Jade” all'approccio stradaiolo della kissiana “All the Ladies” (con un groove di batteria che vi rimanderà direttamente a Peter Criss). E poi, c'è “The Heather Reports”, che ho sempre considerato un esempio di composizione perfetta, con il suo incipit arpeggiato alla maniera del miglior Ulrich Roth, un ritornello azzeccatissimo, la cavalcata centrale e l'evocazione finale guidata dalla voce del buon “Speed” Strid, vero e proprio crooner dei nostri tempi, in grado di mettere insieme la carica bluesy di Coverdale con gli eccessi di Hadley. È proprio il richiamo alle variegate sonorità del New Romantic d'annata (applicate ovviamente al rock!) che ispira la bonus track “September You're A Woman”, mentre stupisce l'esclusione della carina “Floridian Eyes”, bonus track della precedente edizione uscita (ricordiamolo) per la nostrana Coroner Records nel 2015. 

In effetti, fa davvero piacere che sia stata proprio un'etichetta italiana a scoprire per prima il potenziale dei The Night Flight Orchestra, davvero una delle band più interessanti degli ultimi tempi, per me. E dire che i Soilwork non li ho mai considerati... dovrei? 


Recensione a cura di: Francesco “schwarzfranz” Faniello 
Voto: 90/100



Tracklist:
1. Sail On 04:47 
2. Living for the Nighttime 06:00 
3. Stiletto 04:31 
4. Owaranai Palisades 01:13 instrumental
5. Lady Jade 04:13 
6. I Ain't Old, I Ain't Young 05:04 
7. All the Ladies 04:26 
9. Demon Princess 04:54 
10. Skyline Whispers 02:23 instrumental
11. Roads Less Traveled 04:07 
12. The Heather Reports 09:56 
13. Floridian Eyes 06:10 

DURATA TOTALE: 01:02:38


WEB:

Nessun commento