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LIVE REPORT: MOONSPELL + ROTTING CHRIST + SILVER DUST - 11-11-2019 Estragon (Bologna)


SILVER DUST
Per il concerto di questa sera l’atmosfera è quella giusta per entrare appieno nel mood della musica che andrò ad ascoltare. E’ una serata fredda e piovosa. Arrivo all’Estragon che il parcheggio è semi vuoto. Forse non tutti hanno avuto la mia stessa percezione. Entro ed il locale è semi vuoto. Ha già suonato il primo gruppo a cui credo abbia assistito solo uno sparuto numero di persone. Va un po’ meglio con i Silver Dust. Sotto il palco si raggruppano un centinaio di metallers incuriositi dalla scenografia della band. Non conosco la band e quindi mi appresto ad ascoltarli con molta curiosità. Entrano con costumi da scena, sono carichi e cercano subito di portare il pubblico dalla loro parte. La scenografia è molto ben curata. I nostri sono ben collaudati e lo spettacolo è stato studiato fin nei minimi particolari. Sono una band molto teatrale. Passando all’aspetto prettamente musicale, devo dire che non si capisce bene cosa suonano. Sembrano gotici, con alternanza di voci clean e growl, hanno stacchi new metal, c’è elettronica, qualche accelerazione death, qualche ritornello pop, qualche ritmo danzereccio, tanto entusiasmo, ma andando sul concreto, poca consistenza. Alla fine del concerto sono arrivato alla conclusione che band come i Silver Dust rappresentano la musica dei tempi moderni, tanta immagine e poca consistenza. 


ROTTING CHRIST
E la poca consistenza diventa ancora più evidente quando entrano in scena i Rotting Christ. Loro non hanno bisogno di scenografia e costumi per andare in scena. Hanno la musica che parla per loro. Qui si invertono le caratteristiche dello spettacolo: poca apparenza e tutta sostanza. La band è in forma, sa stare sul palco e ci offre uno spettacolo che pesca a piene mani in tutto il loro repertorio, passando dal black metal ellenico del primo periodo, ai pezzi più moderni e gotici. Sul palco sono amalgamati e compatti, e coinvolgono i presenti che nel frattempo sono più che raddoppiati. L’ora di spettacolo a loro disposizione passa rapidamente e ci ritroviamo così di fronte all’ultimo cambio palco.



MOONSPELL
Prima delle 22:00 sale sul palco il solo Fernando Ribeiro che inizia il suo show cantando su una base, prima che tutta la band si unisca a lui. La band ci regala quasi due ore di musica, spaziando anche loro dall’ultimo acclamato 1755 al primo Wolfheart, passando per il capolavoro Irreligious con diversi estratti e passando per album come Memorial. Ribeiro è un cantante davvero carismatico che si dà l’anima ed è accompagnato da una band davvero in palla. Sono molto coinvolgenti e il pubblico risponde alla grande ai numerosi incitamenti del cantante. Il loro lusitan metal è un pezzo di storia del metal ed avere l’opportunità di vedere spettacoli così coinvolgenti non è così scontato. Ribeiro, nonostante gli anni che passano, riesce ancora ad usare bene la sua voce, sia nel growl che nel pulito. I musicisti che lo accompagnano offrono un suono compatto e una precisione che solo gruppi collaudati ed affiatati possono dare al proprio. Purtroppo le due ore passano velocemente, la band rientra per un doppio bis e poi resta a prendersi i meritati applausi per uno spettacolo davvero riuscito. 
Considerazione finale sul pubblico. Purtroppo non c’è stata una grossa affluenza ed è un peccato, ma chi c’era si è goduto un grande spettacolo. L’età media dei partecipanti è stata alta. Mi sono chiesto per l’ennesima volta. Dove sono i giovani? Esiste una audience giovane per il metal in Italia? O siamo destinati all’estinzione? 



Live Report a cura di John Preck

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