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MALIGNANCE - "Regina Umbrae Mortis" (Recensione)


Full-length, Kult of Cthulu Records

(2020)


Pubblicato originariamente nel 2003, oggi vede di nuovo la luce Regina Umbrae Mortis degli italiani Malignance, in una nuova veste grafica e con una rimasterizzazione che ha puntato al miglioramento dei suoni. La band si esibisce in un black metal primordiale, che molto deve a gruppi come i Marduk, i quali come ben noto, nessuno spazio lasciano alla melodia, ma altresì si producono in un assalto sonoro, a lunghi tratti nichilista. Quindi la ricetta dei nostri prevede continui blast beat, con un riffing serrato, su cui si staglia la voce scream e malvagia di Krieg. 

Purtroppo Regina Umbrae Mortis continua a soffrire di una produzione non all’altezza, con una scarsa profondità e momenti confusionari. Nonostante ciò la band riesce a trasmettere quel senso di oscurità e di alienazione che album di questo tipo dovrebbero provocare nell’ascoltatore. Si percepisce da parte dei Malignance la volontà di proporre determinate sonorità, di creare atmosfere malsane, anche se nel corso dell’album non sempre riesce a centrare l’obiettivo. Questo, ad esempio, avviene nell’eponima canzone, in cui viene fuori, in tutta la sua malvagità, l’anima più nera della band, un brano in cui le atmosfere create sono quelle che vorremmo ascoltare su tutto il lavoro. Anche un pezzo come “Deadhead Lodge” riesce a creare quella sensazione di malsana oscurità con le sue melodie sinistre e la voce malsana. 

Regina Umbrae Mortis è un album in cui è possibile ritrovare sia gli aspetti positivi che negativi di un genere, che nella sua forma più estrema e più integralista può soffrire di una ripetitività che alla lunga emerge in un ascolto come questo, soprattutto quando ci si basa sempre su determinate ritmiche e riff. Inoltre diversi brani soffrono di una lunghezza eccessiva che portano a far perdere l’impatto agli stessi e ad allungarsi inutilmente. Allo stesso tempo è da riconoscere alla band la qualità non indifferente di riuscire a suonare un black metal assolutamente credibile. Album consigliato ai black metallers più oltranzisti. 

Recensione a cura di John Preck
Voto: 60/100 

Tracklist:
1. Intro
2. The Lament's Configuration
3. Statement of Supremacy
4. Deadhead Lodge
5. Regina Umbrae Mortis
6. Horror Vacui
7. Fornicate with Pestilence
8. Inverted Pantheon
9. Nameless Paradox

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