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ULVAND - "The Origins" (Recensione)


Full-length, Virtues Productions
(2020)

Band francese che vede in formazione membri di band quali Leiden e In Lupus Pacis. Questo sorprendente trio è formato dai seguenti musicisti:
Béran - Vocals
Serge - Vocals, Bass Guitar

Wilfried - Guitars, Programming

Il genere proposto affonda le sue particolarità e le sue basi nelle basi gettate anni addietro da formazioni come Theatre Of Tragedy o The Gathering, un po' per lo stile darkeggiante, e un po' per la voce femminile che ammanta di melodia le cupe atmosfere che la band riesce ad imbastire con ottima capacità. Lo stile non è assolutamente nuovo, ma si difende molto bene grazie ad un songwriting davvero ottimo, ma soprattutto grazie alle capacità dei musicisti coinvolti.

Il monicker del gruppo, tradotto, significa “spirito del lupo”, e dalle note biografiche apprendiamo che questo animale viene preso come simbolo di ferocia ma anche di spirito di protezione (sia dalla band, ma anche dall'immaginario collettivo). Il lupo incarna i valori di lealtà, coraggio e rispetto. In un certo senso poi, il lupo stesso da sempre è un animale schivo, misterioso, e in un certo senso discreto, proprio come la musica di questa band, che si muove sinuosa ma allo stesso tempo potente, come dimostrano varie canzoni, o sarebbe meglio dire "momenti", dato che i brani hanno il grande pregio di essere in primo luogo emozionanti, ma di saper cambiare rotta all'improvviso e di spiazzare l'ascoltatore, colpendolo in tutti i modi possibili per non annoiare. 

Il growl gioca anche un buon ruolo in questo; Serge, bassista e cantante, dà un apporto significativo all'opera, spostando l'asticella della potenza in alto, e in alcuni pezzi la band si cimenta in un puro gothic-doom metal, come in "Despair" e "Una Vida", splendido pezzo conclusivo dell'opera, che riporta in mente anche uno dei nostri orgogli italiani, ovvero i Lacuna Coil. Le atmosfere in questo pezzo si fanno ancora più tetre e oscure, grazie a dei break di chitarra arpeggiata bellissimi, e con tastiere sempre sugli scudi. Insomma un pezzo conclusivo davvero entusiasmante che ci fa capire di che pasta è fatta questa band. Un disco davvero valido, questo "The Origins", che riporta agli anni Novanta del gothic-symphonic metal, ma che riesce anche a stare al passo coi tempi grazie ad una produzione dei suoni perfetta e ad un approccio fresco e mai scontato nella composizione dei brani. Insomma, quando ci sono le idee, ogni stile musicale risplende nuovamente a nuova vita, come in questo caso. Consigliatissimi! 

Recensione a cura di Marco Landi
Voto: 78/100


Tracklist:

1. Human Zoo
2. Chrysalis
3. 7 Virtues
4. Valhalla
5. Despair
6. Una Vida

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