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ANGUIS DEI "Angeist" (Recensione)


Full-length, Drakkar Productions 
(2021) 

Arrivano dal Giappone, anche se dietro la pelli si cela il torinese Summum Algor degli Adversam e dei più recenti Falhena, e con il loro "Hellish Orchestral Black Metal" si sono presentati sulla scena nel 2016 in qualità di adepti di una setta dedita alle pratiche più occulte ed esoteriche, dando forma alla loro satanica visione musicale con l'album di debutto "Angeist", rilasciato nel gennaio di quest'anno sotto la francese Drakkar Productions. La fomazione vede, oltre al già citato batterista, la mente del progetto Juno Bloodlust, Adeptus Juno, alla chitarra, al basso e alle tastiere, mentre la parte vocale è affidata ad Adeptus U.:È.:CE e alla partecipazione del cantante aggiuntivo RMS Hreidmarr, che dona alla proposta canora della band un'essenza ancor più variegata. 

La musica proposta dal trio è un black metal sinfonico e orchestrale che ricalca in parte le atmosfere oscure dei primi Emperor, rielaborandole in una chiava tragica e teatrale assolutamente personale, arricchita da una spiccata tendenza alla sperimentazione e all'unione dei generi; il risultato è una miscellanea di suoni aspri e di armonie delicate, espressa attraverso l'esasperato dualismo tra la ferocia del black metal e la sognante delicatezza delle tastiere, che la rende travolgente e cupa in ogni sua sfumatura musicale. "Angeist", che in lingua tedesca significa "spirito", si apre con un brano in norvegese dal titolo "Bortenfor Grensen" ("Al di là del confine") che spalanca le porte del teatro infernale degli Anguis Dei, la cui evoluzione iniziale dal black/doom sinfonico all'aggressività sonora del blast-beat è guidata da una stupefacente progressione vocale in cui il tragico scream di apertura muta prima in epico clean dai contorni power metal e in seguito nell'urlo lancinante che annuncia la carica esplosiva della batteria di Summum Algor e del riffing serrato di Adeptus Juno, su cui si erge lo scream graffiante di Adeptus U.:È.:CE; un assolo tecnico dai contorni heavy spezza il brano a metà, inaugurando la drammaticità sinfonica della seconda parte, arricchita da tastiere ambient e da una surreale miscellanea di voci e di cori in clean. Nella violenza di "Through the Aperture of Time" si fa largo una massiccia componente black/death, che tra riff folli e disturbanti, continui cambi di tempo e passaggi industrial travolge l'ascoltatore fino al lugubre intermezzo di organo e scream recitato, prima di un crescendo orchestrale dissonante dal riffing sinistro che si esaurisce nel caos sonoro del finale. "Angela Krudeliis Ambitiosa Nokturniis" progredisce dalla ferocia del blast beat iniziale e delle chitarre taglienti che lo accompagnano, sormontate dal growl demoniaco del vocalist, ad una serie di cambi di tempo dalle eco orchestrali in cui infervorano riff sperimentali disturbanti; un intermezzo atmosferico con cori femminili in sottofondo e sinfonie epiche dai richiami folk conduce alla follia del finale, tra urla che si inseguono, melodie sinistre e lugubri e veementi accelerazioni che conducono l'ascoltatore nel suo vortice esoterico e ritualistico, inabissandolo nei terreni inesplorati che la demonologia degli Anguis Dei riesce ad evocare dal sottosuolo.

La title-track inaugura una seconda parte più sperimentale del lavoro, unendo melodie industriali al confine col death metal a passaggi orchestrali pregni di tragica epicità, fino all'intermezzo in cui un deciso cantato in clean anticipa la furia di un blast beat cupo e di un riffing tagliente, che diviene poi un assolo sinistro dalle eco disturbanti; "L'Autre Serpent" è probabilmente l'episodio più riuscito dell'album, aperto da un blast beat dal riffing melodico e affilato e dal cantato industrial che si ripete fino al delicato passaggio centrale di pianoforte e di tragiche sinfonie orchestrali, a spalancare un finale in cui si fondono magistralmente la violenza della batteria di Summum Algor e le travolgenti armonie delle tastiere di Juno, in un vortice di suoni malinconici e maestosi che rappresenta l'apice drammatico ed epico del lavoro. Con il sinistro death/doom dalle eco industrial di "Separation of AEthy" si penetra nelle profondità più esoteriche dell'album, laddove attraverso visioni del mondo immateriale si evocano i livelli macrocosmici della conoscenza di crowleyana memoria per il controllo della natura; memorabile è il passaggio acustico orientaleggiante in crescendo che anticipa il blast beat conclusivo, caratterizzato da una serie di affilati assoli thrashy che si rincorrrono sul finale. Chiude il lavoro la lunga "Wrestoration", introdotta da un lugubre organo, da un tragico clean e da una sinfonia drammatica che anticipano la furia di un blast beat su cui lo scream di Adeptus U.:È.:CE si fa deciso e graffiante, prima di un passaggio di organo dalle lugubri armonie e dai richiami industrial che anticipa l'incantevole intermezzo di pianoforte; un tragico crescendo orchestrale schiude una seconda parte in blast beat dal riffing epico e serrato e dalle sinfonie folli e disturbanti, che tra numerosi cambi di tempo si esaurisce nelle chitarre taglienti e melodiche che accompagnano il blast beat conclusivo, dai richiami epici e drammatici, superba chiusura di un album ricco di atmosfere e dalle molteplici sfumature che ne definiscono la caotica essenza primordiale. "Angeist" è un'opera maestosa ed oscura che battezza gli Anguis Dei dopo sette anni di preossochè anonima esistenza, modellandone l'affascinante ricetta fino a darle una forma ben definita e personale di cui consiglio vivamente l'ascolto. 

La musica prodotta dal trio è sinistra e disturbante, volta a creare un uragano di sensazioni contraddittorie nell'ascoltatore e a liberarne l'anima dalle catene, spogliandola di ogni preconcetto e di qualsivoglia dogma stilistico o morale. I richiami a quel black metal sinfonico di metà anni Novanta sono palesi, ma il sound dei Nostri è di tutt'altra fattezza e dalle più variegate essenze, difficile da collocare in un panorama musicale definito ed oltremodo pregevole nel suo percorrere le frontiere sonore più azzardate, che prendono forma solamente al di là del confine materiale, ove è necessario condurre la mente se si vuole ascenedere alle più elevate dimensioni dell'Universo e lì ricercare l'essenza prima d'ogni cosa, che del satanismo spirituale è la meta e il fine ultimo. 

Alessandro Pineschi
Voto: 82/100

Tracklist:
1. Bortenfor Grensen 
2. Through the Aperture of Time 
3. Angela Krudeliis Ambitiosa Nokturniis 
4. Angeist 
5. The Darkenbound 
6. L'autre Serpent
7. Separation of Æthyr 
8. Wrestoration

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