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CADAVERIC INCUBATOR "Nightmare Necropolis" (Recensione)


Full-length, Hells Headbangers 
(2021) 

Tra le nauseanti viscere dell'underground estremo più macabro e occulto, pullulanti di insopportabili miasmi e indicibili fetori, sguazzano allegramente tutte quelle band che fanno del disgusto sonoro il proprio marchio di fabbrica, vomitando testi di puro squallore e martellando con violenza mai doma le impavide orecchie dei sostenitori di un Universo musicale che unisce la durezza del brutal death metal alla frenesia del grindcore, in una ricetta non certo semplice all'ascolto. 

Sulle orme dei primi Carcass, dei Repulsion e degli Autopsy prendono forma nel 2004 in quel di Helsinki i Cadaveric Incubator, trio deathgrind capitanato dal bassista e cantante Antti Oinonen alias Necroterror, ex-membro degli slammer Torsofuck; dopo due demo e due split dal sound minimalista, ancorato alle sonorità grezze e spietate dei primi anni Novanta, la band si scioglie del 2007 per prendere nuovamente vita sette anni più tardi con una nuova formazione, ricostruita intorno alla figura del fondatore, al quale si aggiungono il batterista Pentele e il bassista Noisehunter. Il trio così rinnovato pubblica nel 2017 l'album d'esordio "Sermons of the Devouring Dead", a cui fa seguito dopo tre anni di silenzio il secondo atteso album in studio, dal titolo "Nightmare Necropolis". Il lavoro è composto solamente da otto tracce per un totale di circa mezz'ora, che denota pertanto una maggior lunghezza dei brani rispetto agli episodi precedenti e agli standard del genere; il sound si presenta in una nuova veste, arricchito da una tecnica ben definita e da un'inedita compattezza strutturale, che lo rende fluido all'ascolto e oltremodo costante. 

I richiami al death metal vecchia scuola si fanno più netti, guidati dalla ferocia della batteria di Pentele che picchia come un martello per quasi l'intera durata dell'album, rallentando sporadicamente fino a schiudere atmosfere ipnotiche e disturbanti che sfiorano il doom; le chitarre di Necroterror disegnano riffing ben costruiti e taglienti, sopra a un cantato in growl cavernoso e lugubre che talvolta raggiunge abissi inesplorati e assume la forma di pig-squeal, riportando le sonorità al puro deathgrind degli esordi. Il brano di apertura "World Necrosis" anticipa sin dalle prime battute la durezza dell'album, martellando con foga nella sfuriata brutal death metal iniziale, seguìta da un riffing sinistro dai contorni technical death; un duetto tra una cupa linea di basso e una batteria in crescendo preannunciano il finale, dominato da un rapido e incalzante assolo virtuoso. "Necropolis", dopo la furia bestiale che la inaugura, presenta il primo vero rallentamento dell'album in un oscuro passaggio doom ipnotico e disturbante, scandito dal growl catacombale di Oinonen e da un riff lento e sinistro, prima di una ripresa martellante dai richiami grindcore. Sulla stessa falsa riga è la successiva "Sarcophagidae", caratterizzata da cambi di tempo vertiginosi in cui ben si fondono accelerazioni brutal e passaggi death/doom in cui di nuovo dominano lugubri chitarre e una lenta batteria, che chiudono con trasporto e tragicità il pezzo.

"Through the Flesh" è forse il brano più complesso e meglio costruito dell'album, in cui i Cadaveric Incubator mostrano tutta la loro maturità tecnica e compositiva: un martellamento death/thrash dal riffing cupo e disturbante sfocia prima in un pregevole assolo melodico dopodichè apre una strofa con un cantato sporco e "thrashy", accelerando vertiginosamente fino al sinistro death/doom che anticipa la sfuriata grindcore finale. Chiudono l'album i quattro minuti e mezzo della lavorata "Coffin Defiler", che si evolve da una cupa introduzione doom a un blast-beat spietato che si interrompe per lasciar tuonare una lenta e sinistra chitarra, a rendere l'atmosfera opprimente grazie al catacombale growl di Necroterror; la ripresa veemente di metà brano anticipa il rallentamento disturbante, scandito da riff ipnotici e sinistri, che pone termine al lavoro. "Nightmare Necropolis" sancisce il ritorno sulla scena dei Cadaveric Incubator e il loro passaggio da mera band underground a consolidata formazione del panorama death/grind, che strizza l'occhio al death metal vecchia scuola senza rinunciare del tutto alla bestialità di un sound che ritrova le proprie radici nel più lacerante grindcore. A diciassette anni dalla sua fondazione il progetto di Oinonen sembra finalmente aver trovato una certa quadratura stilistica e musicale, oltre ad una line-up che ormai sembra definitiva: il songwriting del lavoro è notevole, così come le linee armoniche delle chitarre, e il cantato varia molto tra growl catacombale, pig-squeal e clean sporco e grezzo, mostrando anch'esso una certa maturità. 

Per gli appassionati del genere si tratta senza dubbio di un lavoro che merita almeno l'ascolto, pur non garantendo nulla di nuovo ma in cui l'identità sonora del trio di Helsinki sembra aver raggiunto una linea ben definita e promettente. 

Alessandro Pineschi
Voto: 72/100

Tracklist:
1. World Necrosis 
2. Blood Lust 
3. Necropolis 
4. Sarcophagidae 
5. Sickly Obsessed
6. Through the Flesh 
7. Frenzied Hatred 
8. Coffin Defiler

Line-up:
Necroterror: Guitars, Vocals
Pentele: Drums
Noisehunter:: Bass

Weblinks:
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