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HADIT "With Joy and Ardour Through the Incommensurable Path" (Recensione)


Full-length, Sentient Ruin Laboratories 
(2021) 

Dopo otto anni di attività musicale e cinque dall'uscita dell'EP "Introspective Contemplation of the Microcosmos" il duo occult death metal di Varese Hadit è pronto a rilasciare l'atteso album di debutto, dal titolo "With Joy and Ardour Through the Incommensurable Path", prima nerissima opera sulla lunga distanza del progetto nato nel 2013 dalla collaborazione tra il chitarrista e cantante XN e il batterista Erik, quest'ultimo rimpiazzato poco dopo da Fulguator, a completare una formazione a due componenti rimasta da allora immutata. Lo stile musicale del duo richiama un certo tipo di death metal dai contorni doom e dalla forte componente esoterica, espressa attraverso un sound caotico e disturbante e vertiginosi cambi di tempo che sembrano voler riprodurre in musica i tumulti più profondi dell'animo umano, proiettandosi verso le altre dimensioni sorte dall'abisso primordiale e perennemente legate tra loro da fili invisibili, che tessono la tela astrale fino a racchiudere le più variegate realtà in un'unica occulta rappresentazione dell'etere. 

Assorbendo le atmosfere ritualistiche dai più antichi scritti teologici sulle origini dell'umanità e ridestando attraverso le loro liriche gli orrori narrati da Lovecraft nei suoi racconti, gli Hadit, il cui nome deriva dalla divinità thelemica citata da Aleister Crowley nel suo "The Book of the Law", rappresentazione del mostruoso serpente Aphopi nonchè spirito inferiore dell'uomo, si fanno ambasciatori delle verità cosmologiche più occulte che sono alla basa della conoscenza umana, creando attraverso sonorità claustrofobiche ed abissali un'aura oscura e tenebrosa che è perennemente presente nei trentotto minuti di durata dell'album, che traccia dopo traccia intende trasportare l'ascoltatore in un viaggio cosmico senza ritorno. Il lavoro si apre con l'ipnotica "The Unfathomable Onnipresence of the Sister of Sleep", la cui lenta introduzione è guidata dalle tetre distorsioni delle chitarre e da un'atmosfera abissale, su cui rimbomba come un lontano richiamo proveniente da un'altra dimensione il lacerante growl di XN, che assume poi connotati alieni e demoniaci prima di divenire un diabolico scream; un'accelerazione improvvisa desta dal sonno la ferocia della batteria di Fulgurator, accompagnata da un riffing tagliente e disturbante fino al ligubre death/doom che anticipa la sfuriata finale, dai contorni quasi industrial. Il caos e i cambi di tempo dominano la successiva "A Digression and Her Eternal Domain Above the Atmosphere", in un crescendo di chitarre cupe e dissonanti e dalla ritmica surreale in cui accelerazioni e decelerazioni si susseguono senza tregua, cavalcando le invisibili vette del Firmamento per poi scivolare nelle tetre profondità del cosmo, nota dopo nota.

"The Quest for Hearts and Conquest of Tim" è il brano più lungo della release, che in oltre sette minuti di durata si evolve dall'heavy/doom metal iniziale fino alla serie di brutali blast-beat e di mid-tempo che trascina il brano nel caos sonoro che lo rende disturbante e ipnotico, attraverso chitarre distorte all'inverosimile e un catacombale growl che si fa narratore della macabra essenza del maligno, guidando l'atmosfera esoterica del brano. La seconda metà dell'album è più votata alla violenza e alla furia di Fulgurator, che conduce la sua batteria a velocità nauseanti, marcando la vera essenza del death metal senza tuttavia rinunciare agli improvvisi e tetri rallentamenti che donando al sound un'essenza liturgica e ritualistica, quanto mai occulta; si susseguono cambi di tempo e incalzanti riff disturbanti, al di sopra delle variazioni in scream di XN che talvolta sfiora perfino il clean, mostrando tutta la sua versatilità vocale. In chiusura troviamo la breve "On the Incommensurable Path", introdotta da un cupo death/doom dai richiami melodici che risale verso un mid-tempo in cui le chitarre suonano fredde e taglienti, prima di spegnersi progressivamente nel lugubre e claustrofobico finale. "With Joy and Ardour Through the Incommensurable Path" è un album carico di un'aura sinistra e maligna che riecheggia in ogni singola nota, producendo una surreale miscellanea di suoni crudi e claustrofobici che sprigionano tutto l'orrore di cui sono capaci nelle diaboliche accelerazioni in blast-beat, spiazzando l'ascoltatore per la loro brutalità. 

Gli Hadit si confermano qui degni rappresentanti di quel metal estremo oscuro e disorientante che tende a raccontare l'abisso e a rievocare le atmosfere di eoni antichi e perduti, risvegliando dal loro sonno le creature di lovecraftiana memoria che li hanno vissuti, attraversando le dimensioni del tempo e dello spazio per scrutare l'Oltre e in esso disperdere la propria materiale essenza. 

Alessandro Pineschi
Voto: 73/100

Tracklist:
1. The Unfathomable Omnipresence of the Sister of Sleep 
2. A Digression and Her Eternal Domain Above the Atmosphere 
3. The Quest for Hearts and Conquest of Time 
4. The Submission of Rage for Propulsion Divine 
5. The Shredder of the Most Rooted Archetypes 
6. The Retaking of Meaning of Joy and Ardour... 
7. On the Incommensurable Path

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