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ARCHGOAT "Worship the Eternal Darkness" (Recensione)


Full-length, Debemur Morti Productions
(2021)

Dieci tracce (delle quali una intro) per poco più di quarantuno minuti di ascolto è quanto basta a “Worship the Eternal Darkness", quinto lavoro full-length dei finlandesi Archgoat, uscito per Debemur Morti Productions il 26 Novembre 2021, per mostrare al mondo la dedizione da parte della band per brutalità, violenza, grezzume, blasfemia, produzione minimale, occulto e satanismo.

È chiaro che quando si tratta di bestial/war metal si sa già più o meno a cosa si va incontro: questo filone di black e death metal è abbastanza “statico" e sotto certi aspetti “caricaturale", difficile da prendere pienamente sul serio specialmente in relazione ai testi marcatamente blafemi e/o inneggianti a guerre e massacri. Vale in ogni modo la pena ascoltare qualche nuova uscita per valutare se qualche effettiva innovazione, seppur minima, venga introdotta. L'artwork in copertina di “Worship the Eternal Darkness" è già un valido biglietto da visita per un'opera nel segno della malvagità: la raffigurazione di una tortura infernale, perpetrata da esseri diabolici e scheletri su degli inermi angeli è realizzata utilizzando come colori i soli bianco, rosso e nero, come da tradizione del genere, minimale anche nelle cover-art. La band offre un classico sound tipico del genere, ossia un'estremizzazione del black e del death metal contaminata con sonorità grindcore e crust-punk; le linee vocali del cantante e bassista Lord Angeslayer sono paragonabili a quelle più comuni nel goregrind che nel black/death metal. 

Si registra in ogni modo un lavoro di mixaggio e post-produzione più curato rispetto agli standard del genere con l'inserzione di effetti (ovviamente macabri, sennò non si parlerebbe degli Archgoat) come campane ed urla di dolore a tratti udibili sui vari brani. Nel complesso “Worship the Eternal Darkness" è un'opera che trae il principale punto di forza dall'energia rabbiosa e violenta che sprigiona; come debolezza ha sicuramente la pressoché totale inesistenza di inserti melodici e la presenza ridotta all'osso di assoli di chitarra, fattori che rischiano a lungo andare di rendere l'ascolto relativamente noioso (pecca comunque generalizzata tipica del filone bestial/war metal). L'album in sintesi non è un capolavoro ma si lascia ascoltare: penso che un 67/100 sia il giudizio numerico più adatto. Per gli appassionati del lato più minimale, brutale e violento di black e death metal resta certamente una valida uscita in questa stagione. Gli scimmioni da guerra borchiati e muniti di cartuccera possono scatenare la loro rabbia primordiale. 

Prima di salutarci, vi ricordo di dare un'occhiata al canale Youtube omonimo della webzine: compatibilmente con gli orari di lavoro, realizzerò una recensione su “Worship the Eternal Darkness" degli Archgoat anche in versione video. Puntiamo a fare crescere il canale ed abbiamo bisogno dell'aiuto degli amici e delle amiche della webzine! Nel frattempo, vi ringrazio per l'anno vissuto insieme (il mio primo su Heavymetalmaniac.it) nel quale grazie a voi abbiamo raggiunto e superato il traguardo del milione di visite e vi auguro un buon 2022 al quale vi do l'arrivederci.

Recensore: Lupo Thrasher
Voto: 67/100

Tracklist:
1. Intro 
2. Heavens Ablaze 
3. Black Womb Gnosis 
4. All Christianity Ends 
5. In Extremis Nazarene 
6. Rats Pray God 
7. Empyrean Armageddon 
8. Blessed in the Light of Lucifer 
9. Worship the Eternal Darkness 
10. Burial of Creation

Line-up:
Lord Angelslayer - Bass, Vocals
Ritual Butcherer - Guitars, Songwriting, Lyrics (tracks 2-10)
Goat Aggressor - Drums, Lyrics (track 10)

Web:
Bandcamp
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