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Sci-fi e sperimentazione: ENIO NICOLINI AND THE OTRON (Intervista)


Enio Nicolini è un musicista storico del panorama italiano, basti solo citare la sua militanza in due grandi realtà come i The Black e gli Unreal Terror. Da qualche anno porta avanti questo suo nuovo progetto, gli Enio Nicolini and The Otron, dove continua la sua sperimentazione, proponendo un interessante heavy metal che vede il basso e i synth come protagonisti, senza alcuna traccia di chitarra. Il nostro John Preck ha recensito il suo secondo album, "Hellish Mechanism" QUI, valutandolo molto bene. E ora tocca ad Enio rispondere alle nostre domande. Buona lettura!

01 – Ciao Enio e benvenuto sulle pagine di heavymetalmaniac.it. Da bassista non ti nascondo che il tuo progetto mi ha molto incuriosito. Non credo di essere il primo a farti la seguente domanda. Perché formare una band heavy metal senza il suo strumento simbolo, ossia la chitarra? Qual è l’idea dietro a questo progetto così particolare?
Intanto grazie a te per ospitarmi sulle pagine di HeavyMetalManiac e anche a chi leggerà questa intervista. Sì hai ragione, la chitarra è un elemento simbolo del HM, ma ho da sempre pensato che si potesse rimanere nell’ambito del genere, usando anche soluzioni diverse. Ho iniziato la mia sperimentazione nel 2000 con il progetto Akron (doom/gotico, Black Widow rec.) dove avevo tastiere a sostituzione delle chitarre. Successivamente con il progetto Sloe Gin ho lavorato solo con basso, batteria e voce (2013, BloodRock rec). Poi si arriva ai giorni nostri con gli Otron. Perché questo percorso? E’ semplice la risposta, in primis amo il mio strumento (nasco bassista anzi contrabbassista) e poi il desiderio di farne una mia evoluzione, valorizzando le possibilità che da esso si possono creare (in funzione ovviamente delle mie capacità) e poi credo che il tutto si possa ricondurre ad un nuovo ramo che fa parte dello stesso tronco.

02 – Alla voce troviamo il tuo vecchio sodale Palermi, voce storica degli Unreal Terror. Come lo hai convinto a partecipare al tuo progetto? E ritieni questa formazione la naturale evoluzione della vostra vecchia band?
Reclutare Luciano Palermi è stato semplice, nonostante lui viva dal 1990 a Los Angeles. Siamo sempre in contatto ed abbiamo già lavorato alla reunion degli Unreal Terror nel 2011. Lo considero una delle migliori voci del panorama italiano e non solo. Per questo nuovo disco “Hellish Mechanism”, cercavo una voce dalla timbrica possente ma anche cristallina e soprattutto interpretativa, visto che il disco è un “concept. Ho ritenuto che Luciano potesse essere la persona giusta per creare le melodie adatte al disco e lui ha accettato di salire a bordo dell’astronave Otron, dando forza ai testi e alle melodie dei singoli brani. Ovviamente la sua timbrica può farci ricordare gli Unreal Terror, ma non credo assolutamente che gli Otron siano una evoluzione di essi, anche perché si viaggia con tematiche e strutture compositive completamente diverse.

03 – Ho trovato il lavoro al basso di grande spessore, non perché ti produci in tecnicismi fantasmagorici, ma perché raggiungi l’obiettivo più complicato, non far rimpiangere l’assenza della chitarra. Ci spieghi come hai costruito le tue ritmiche?
Ti ringrazio per questa domanda, perché mi da modo di focalizzare com’è strutturato il progetto Otron che parte da input melodici generati dal basso. Ti dico subito che non sono un bassista “virtuoso”, sono soprattutto un bassista “ritmico”. Nel tempo ho affinato l’uso dei “power chord” facedoli diventare il mio marchio di fabbrica. Questa tecnica fatta da una “dominante” e dalla sua “quinta o quarta” mi permette di comporre “linee melodiche” oltre al groove ritmico e mi danno la possibilità di sostituire il suono della chitarra, ovviamente anche con il supporto di effettistica. In sede di registrazione del disco ho inciso due linee di basso, una anche in maniera più convenzionale a sustein dell’altra.

04 – Inoltre trovo il ruolo dei synth essenziale in questo progetto, in quanto va ad integrare il tuo lavoro al basso, creando pienezza nel suono. Cosa puoi dire al riguardo? E ci presenti anche Gianluca Arcuri?
La scelta dei synth l’ho trovata la direzione più naturale per sviluppare tutto il progetto Otron che si posiziona in una dimensione cosmica, cibernetica, sci-fi, e soprattutto più moderna (per me ovviamente). Il mio modo di comporre e di usare il mio strumento può alle volte riportare alla “old school” di cui anagraficamente faccio parte, ecco che un drumming possente e moderno, con una voce molto interpretativa e soprattutto i synth sono elementi fondamentali a dare freschezza e credibilità a tutto il lavoro. Gianluca Arcuri (di Marzocca-An- nelle Marche) è una mia vecchia conoscenza, lui ha partecipato nel mio lavoro con ospiti “Heavy Scharing” (2015, Buil2Kill/Nadir) prestando i suoi synth nel brano “See the Stars” cantata da Tiziana Radis (Secret Tales). Gianluca è un grande professionista di suoni elettronici e synth, con una esperienza decennale in questo mondo e la scelta per me non poteva che essere la migliore.


05 – Trovo le tematiche sci-fi adatte alla proposta sonora. Ci vuoi parlare del concept che è stato creato? E’ autoconclusivo o prevede un seguito?
“Hellish Mechanism” è il naturale secondo capitolo dopo “Cyberstorm”, sempre scenari sci-fi anche se le storie qui raccontate hanno una sorta di consequenzialità, facendo di fatto diventare il disco un “concept”. Tutta la narrazione verte su una difesa e ricerca di vie di fuga e costruzione di nuove prospettive, alle imposizioni distopiche di algoritmi che cercano di allineare le visioni ad un unico pensare. Questo secondo lavoro Otron apre ad un terzo disco che chiuderà la “trilogia” di questi racconti cibernetici. Voglio qui approfittare di citare tutti i miei compagni di avventure dell'astronave Otron e che sono: Luciano Palermi alla voce, Gianluca Arcuri ai synth e elettronica, Damiano Paoloni alla batteria e anche fonico e produttore dei suoni di tutto l’album.

06 – L’emergenza covid sembra terminata. Prevedi di fare delle date a supporto del nuovo album?
Ovviamente due anni di pandemia hanno segnato anche noi Otron dal punto di vista organizzativo, soprattutto nel booking managment dissolto anch’esso con il periodo assurdo vissuto. Oggi con la nuova etichetta la Hellbones Records di Roma, stiamo programmando alcuni eventi per il 2023 e anche qualche mia clinic.

07 – Sei sulla scena metal da decenni ormai. Come la vedi cambiata rispetto ai tuoi esordi? Pensi che oggi l’heavy metal sia ancora una musica di rottura oppure questo spetta ad altri generi musicali più recenti?
Faccio musica dalla fine degli anni ’70. Il primo vero disco uscì nel 1985 “Heavy & Dangerous”, con gli Unreal Terror…certo un secolo fa e un mondo fa, di cui vado fiero e contento di averlo vissuto in prima persona. Oggi c’è una modalità nuova (diversa) di approcciare alla musica e sicuramente le giovani generazioni dovrebbero essere l’elemento di “rottura” e questo può accadere solo se ci si crede, se si ha passione e perseveranza, perché a differenza di ieri le modalità sono diverse e il tempo sulla scena è terribilmente veloce e alle volte ti intrappola nei suoi meandri di marketing facendoti perdere quella genuinità espressiva che stavi cercando di comunicare. Quindi rimando l’attenzione a quanto detto prima, il Metal è un credo soprattutto, un “modus vivendi” che non può essere tutto rinchiuso dentro regole di mercato…e può essere ancora una opzione ai nemici della musica.

08 – Tu sei abruzzese. Sicuramente non è una regione famosa per la sua scena metal, anche se negli anni sono venuti fuori diversi progetti interessanti. Ci puoi consigliare qualche band vecchia e nuova da scoprire ed ascoltare?
Mi sento di contraddirti, in quanto l’Abruzzo nel tempo ha dato nomi importanti nel metallo italiano, mi permetto di citare oltre ai miei Unreal Terror anche i The Black (dove ho militato dal 1990 al 2017)che con la Black Widow Records sono stati e sono ancora un punto di riferimento per il Doom Nazionale e Internazionale con il loro “Ars Metal Mentis”. Poi andando fuori dai miei progetti, voglio citare e consigliarti alcune band che hanno realizzato dischi sia nel passato che attualmente: Arkana Code, Blood Stained Host, Insider,Twisted, Prime Targert, Zippo, Shores of null e tanti altri. Segnalo anche la presenza di una importante Label di musica Metal alternativa la “Spikerot Records” di Pescara, oltre ad un Festival Metal, di carattere internazionale, che si tiene a Francavilla al Mare(Ch), in agosto il “Frentic Fest”.

09 – Chi è Enio Nicolini quando non imbraccia il suo basso?
Innanzitutto un padre e poi un marito, quindi con tutte le situazioni positive o imprevisti che comportano questa posizione…Mi piace cucinare e sono abbastanza bravo anche perchè quando preparo da mangiare, sono sempre sotto esame come se fossi a Masterchef.

10 – Grazie per il tempo che ci hai dedicato. Lascio a te l’ultima parola…
Grazie ancora per l’ospitalità sulle pagine di HeavyMetalManiac e a quanti ci/mi leggono, dico che il supporto ad un artista, ad una rivista, ad una radio ecc. è fondamentale per esserci ancora.

Enio

Keep on Metal


Intervista a cura di John Preck

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