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Canti marinareschi e metal: GREAT MASTER (Intervista)


I Great Master sono una band power metal italiana con uno stile caratterizzato da una forte verve epica. Nel 2009 esce l'album di debutto intitolato "Underworld" sotto l'etichetta Underground Symphony. Nel 2012 la band torna in studio di registrazione per pubblicare nel 2013 il secondo full lenght intitolato “Serenissima”. Serenissima è un concept album storico sulla Repubblica di Venezia e i suoi maggiori rappresentanti storici. Primo disco heavy metal ad essere dedicato alla repubblica marinara un doveroso tributo alla terra natale della band. Nel 2014 la band partecipa al Tribute Heavy Load chiamato “Tales Of The Northern Swords” con il brano “The King”. Nel 2016 esce il terzo album intitolato “Lion And Queen”, sempre con tematiche legate al Veneto ma introducendo anche argomenti legati a storie di fantascienza. A novembre 2019 la band con una nuova formazione pubblica il loro quarto album intitolato "Skull And Bones - Tales From Over The Seas". “Skull And Bones” è un concept album per raccontare la storia della pirateria nel 1600 e i fatti che hanno preceduto il romanzo di Robert Louis Stevenson, “Treasure Island” una storia che può essere allineata con la serie TV “Black Sails”; purtroppo l'insorgenza della pandemia di COVID-19 impedisce alla band di promuovere dal vivo il disco appena uscito. Nonostante le restrizioni, che rendono tutto più complicato, nel corso del 2020 la band pubblica il primo Vinile chiamato “Black Death 2020”, e a maggio 2021 il quinto album “Thy Harbor Inn”, una carrellata di brani della tradizione marinara rivisitati in chiave metal, con tutta l'energia e gli arrangiamenti epici del suono Great Master. Nel corso del 2022, con la timida ripresa della scena live europea, la band riprende la sua attività concertistica condividendo il palco con artisti come Haggard, Wind Rose, Trick or Treat, e scrivendo e registrando il sesto album in studio.


1 - Ciao ragazzi e benvenuti su Heavymetalmaniac.it. Parliamo del vostro ultimo album "Thy Harbor Inn. So che si tratta di brani della tradizione marinara rivisitati in chiave metal. Giusto?

Jahn: Ciao e grazie dell’invito! Thy Harbour Inn è un album che raccoglie dei canti popolari inglese-irlandesi denominati “Shanty”. Sono dei canti marinareschi del 1800 che venivano cantati a bordo dei grandi velieri mercantili nei momenti di lavoro. Esisteva uno shanty per ogni tipo di lavoro che fosse il governare la nave dalle vele al cordame o scaricare e caricare il carico nei porti. Dopo aver rilasciato nel 2019 Skull and Bones, abbiamo voluto realizzare questo disco nel ben mezzo del periodo di pandemia per continuare l’epopea marinaresca quindi abbiamo riarrangiato questi shanty nel nostro stile metal accompagnati da un paio di brani da Skull and bones e una cover dei Running Wild.

2 - La copertina di "Thy Harbor Inn". Chi l'ha realizzata e cosa rappresenta precisamente?
Jahn: La copertina è stata realizzata dalla JVA e rappresenta una taverna portuale dove i marinai si ritrovavano per bere e raccontarsi storie di mare e a cantare ovviamente. Lo scheletro è stato usato come simbolo pirata per richiamare il precedente album e disseminati qua e la si possono ritrovare vari elementi che riguardano la band.

3 - Vogliamo parlare delle vostre influenze musicali?
Jahn: Le nostre influenze sono molto varie ma hanno tutte una base di metal tradizionale. Personalmente posso dire che sono cresciuto con gli Iron Maiden e l’epic metal dei Manowar, Warlord, Virgin Steele abbracciando poi il filone teutonico del power metal quindi Running Wild, Helloween, Gamma Ray e infine al viking piu epico dei Bathory. Per la restante parte della ciurma si ha sempre una base di Iron Maiden ma si aggiungono altre band come Savatage, Angra, o Stratovarius.

4 - State già lavorando a nuova musica? E ci saranno cambiamenti importanti nel vostro sound?
Jahn: Abbiamo finito di registrar il nuovo album che uscirà quest’anno, stiamo solo ultimando le pratiche contrattuali per poi uscire con il comunicato. Il cambiamento si c’è in quanto abbiamo chiuso il periodo pirata ed è ora di raccontare una nuova storia. Una storia avvincente presa da un racconto molto famoso di uno scrittore francese.
Un lavoro per il quale ognuno di noi ha dato il massimo e son sicuro che chi ci segue lo apprezzerà. Tredici pezzi di heavy/power metal melodico in stile GM con molti cori realizzati sempre da noi. Il disco come per I recedent è stato mixato e masterizzato da Simone Mularoni ai Domination Studio.

5 – Di cosa trattano le liriche di “Thy Harbor Inn” e chi le ha scritte?
Jahn: Le liriche di Harbour Inn sono testi già esistenti i cui autori sono sconosciuti, trattano momenti di vita dei marinai che possono essere i loro viaggi o avventure (Randy Dandy – Rolling Down to Old Maui) oppure momenti di divertimento alla locanda tra birra e rum (All for me Grog), i momenti di raccolta del gruppo per un viaggio (Here’s Health ot the Company). Invece per I due brani Great Master, Skull And Bones è una sorta di inno piratesco che è stato importato dal precedente album come Long John silver che è riferita al personaggio dell’Isola del Tesoro di Robert Louis Stevenson che abbiamo accompagnato anche con la cover Treasure Island dei Running Wild fatta in versione acustica.


6 - Chi sono i Great Master nella vita di tutti i giorni?
Manuel: I Great Master sono un gruppo di vecchi amici che si divertono a suonare insieme e ogni volta ci si trova sono sempre un sacco di risate.

7 - Non sempre si parla di strumentazione. vogliamo dare due cenni su cosa di solito usa ognuno di voi in studio e nei live?
Manuel: Per il reparto chitarre nei live Jahn e Manuel si affidano al marchio LTD in particolare i modelli EC-401 equipaggiate con pickup attivi EMG (60 al manico e 81 al ponte) e per l’amplificazione utilizzano le simulazioni digitali di Mooer regolate per riprodurre i suoni creati dagli amplificatori reali usati durante le registrazioni ai Domination Studios di Simone Mularoni. Per le registrazioni assieme alle già citate LTD EC-401, sono state schierare anche altre chitarre: una Kiesel Vader (usata per i soli), una Gibson Explorer, un Ibanez S520 EX, una Fender Stratocaster poi acustiche Martin e classiche Eko. I suoni che sentirete nel nostro nuovo lavoro sono stati sapientemente realizzati da Simone presso appunto il suo studio utilizzando principalmente delle testate EVH 5150 e pedalini vari.
Giorgio: Personalmente uso più o meno la stessa strumentazione sia in live che in studio (una vecchia Yamaha s90ES da 32 kg e una Korg taktile muta) per uniformare il più possibile il sound delle tastiere; in studio però, per quel che riguarda gli arrangiamenti orchestrali, ovviamente ricorro all'uso di plug-in specifici per ampliare la gamma di possibilità timbriche.

8 - A tal proposito, come sta procedendo la vostra attività live?
Manuel: Stiamo puntanto ad avere situazioni (come ci sono state di recente) che portino ad avere la possibilità di ampliare la platea alla band, e siamo molto attenti a selezionare assieme alla nostra agenzia i possibili eventi live. Diciamo che siamo per la filosofía pochi ma buoni

9 - A voi le ultime parole. Un saluto da parte nostra!
Jahn: Grazie Metal Maniac per il supporto. Invito chi ancora non ci conosce a seguirci sui nostri social Facebook, Instagram, Youtube ma anche spotify o bandcamp per ascoltare la nostra musica. Le novità a breve saranno molte quindi rimanete sintonizzati!


Intervista a cura di Sergio Vinci

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