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FORTUNATO "From High Above" (Recensione)


Full-length, Independent
(2023)

Si definiscono come neoclassical heavy metal i francesi Fortunato, e la definizione calza a a pennello. Tra i solchi di questo loro quarto album si scorge un livello tecnico-compositivo molto elevato e appunto, si sente tutto l'amore per la musica classica da parte di questi ragazzi. Per certi versi, questo filone di metal parte dai lontani anni Ottanta, e non è così difficile trovare riferimenti ad un mostro della chitarra come Yngwie Malmsteen, che forse per primo riuscì ad estremizzare il concetti di chitarrismo metal e spunti neoclassici.

Nel caso dei Fortunato, però, non vi è uno strumento predominante come la chitarra, ma vi è un ottimo lavoro d'insieme da pare di tutti i musicisti, che concorrono alla riuscita di bellissime canzoni, e queste sono sempre abili dallo stare alla larga dal concetto di tecnica fine a se stessa. Le prime due canzoni, ovvero "After the War" e "Evil Machine" mostrano una band in palla, ma è col terzo episodio che a mio avviso la band comincia a fare proprio sul serio. Infatti "Just What We Have" è un pezzo molto riuscito, sfaccettato e ricco di idee vincenti, con una parte centrale che si impenna man mano che avanzano i secondi, e nel finale abbiamo una cavalcata in pieno stile heavy/power metal. La successiva "My Sky at Night" è un episodio dove le orchestrazioni fanno da collante tra momenti più rilassati ed altri più potenti. La voce del mastermind Markus Fortunato (voce e basso) mi ha ricordato a tratti Blaze Bayley, ma con una timbrica leggermente meno nasale e più piena.

I ritornelli sono quasi sempre l'asso nella manica di tutte le composizioni di questo album. ma la band sa prendersi ampi margini di respiro ed introspezione, come avviene in episodi come "Until My Last Breath" e "If You Die", entrambe contraddistinte da una certa malinconia di fondo. Poi abbiamo sul finale della tracklist un episodio validissimo come "Arise!", dove semplicemente la band riesce a far quadrare tutti gli elementi finora espressi, in una canzone con delle bellissime tastiere, assoli di chitarra vorticosi e un finale nuovamente malinconico che tocca a fondo il cuore di chi ascolta.

Dopo l'interlocutoria "Day After Day" la band chiude l'opera con altri due episodi degni di nota. La più hard rock oriented "Storms Can Come" e poi c'è il gran finale con la lunga (sono oltre nove minuti di durata) "Moment of Weakness", aperta da un pianoforte inquietante a cui fanno poi seguito le chitarre di Sebastien Vallée e Alex Faccinetto. Poi il brano si arricchisce di orchestrazioni che condiscono un andamento epico e pomposo. Tantissima la classe espressa in questo brano, che ha una evoluzione impressionante man mano che passano i minuti, ma che forse sarebbe potuta essere ancora migliore con un finale più aggressivo. In ogni caso con questo brano i Fortunato mettono il sigillo finale ad un'opera maestosa e intrigante e che deve assolutamente essere presa in considerazione dagli amanti dell'heavy neoclassico, ma anche dell'hard rock e del power più epico.

Tracklist:
1. After the War 
2. Evil Machine
3. Just What We Have
4. My Sky at Night 
5. Until My Last Breath 
6. If You Die
7. Arise! 
8. Day After Day 
9. Storms Can Come 
10. Moment of Weakness

Line-up:
Markus Fortunato - Bass, Vocals
Sebastien Vallée - Guitars
Sly Conte - Drums
Alex Faccinetto - Guitars
Stéphane Soulier - Keyboards

Web:
Bandcamp
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