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LIVIN' EVIL "Prayers and Torments" (Recensione)


Full-length, Independent
(2023)

I Livin' Evil sono una formazione heavy/power metal francese, che giunge al debutto discografico solo in questo inizio di 2023, dopo ben trentuno anni dalla loro prima incarnazione. Sicuramente la band avrà avuto delle vicissitudini che ora non occorre indagare, ma occorre invece indagare sul loro operato riguardo questo "Prayers and Torments", un album che personalmente potrebbe rivelarsi come una delle uscite imperdibili per i cari, vecchi fan dell'heavy metal più puro. Il primo brano, "Another Preacher of Satan" che segue la intro intitolata "The Tree of Evil", già arricchisce la nostra curiosità, perchè negli oltre sette minuti di durata del pezzo succede un po' di tutto: si passa dal metal tradizionale dei primi minuti, baciato dalla stupenda voce di Tasos Lazaris, ad una seconda parte più strutturata e che richiama per certi versi il prog metal.

Prima di addentrarci su altri aspetti dell'album, comunque, vi invito a leggere i guests presenti sull'album, che sono di fama mondiale, come ad esempio Roland Grapow che ha prestato il suo assolo sul brano "Feelings", o Timo Tolkki (assolo sulla traccia "Indians Cry"). Ma proseguiamo. La band con gli episodi "Behind the Light" e "Through the Night" mostra sia i muscoli che una vena melodica che spicca per un cantato molto anni Ottanta, che si caratterizza per cori che rimembrano molto l'heavy melodico di quegli anni gloriosi. Il primo capolavoro arriva con la traccia "A Song for a Dead Man", perfetta nel suo tiro puramente heavy/power e per un lavoro di batteria egregio, ma tutti i musicisti sono eccellenti, c'è poco da dire! Belli anche i sipari con chitarra acustica che mi hanno riportato in mente persino alcune hard rock band degli anni Settanta. Nella seconda metà dell'album la band mostra altri episodi degni di nota. La più heavy e cadenzata marcia chiamata "Step into a Blaze of Fire" e poi l'impennata quasi alla Iron Maiden rappresentata da "Indians Cry". Ma come non citare un altro capolavoro come "Fire"? Ecco, qui la band dà dimostrazione di tecnica sopraffina e di grinta, in uno degli episodi più aggressivi del lotto, bellissima!

Insomma, inutile andare ancora avanti, perchè le canzoni sono tutte ottime fino all'ultima "Epitaph for a Singular Friend", che è una chiusura con i controfiocchi, una canzone che sembra uscita quasi dai Judas Priest di Painkiller, con un lavoro di riffing di chitarra superlativo e un basso che si fa valere tra i solchi, con un lavoro di costante arricchimento, che va ben oltre il solito compitino. La batteria di Fabio Alessandrini è incredibile: parti in doppia cassa velocissime alternate a stacchi di vario tipo e rullate fuliminee. Grandissimo album da parte dei Livin' Evil, poco altro da aggiungere, che fanno valere la Francia metallica di questo 2023 assieme ai Fortunato, che ho avuto il piacere di recensire qualche giorno fa. Da comprare a scatola chiusa!

Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 80/100

Tracklist:
1. The Tree of Evil
2. Another Preacher of Satan 
3. Behind the Light 
4. Through the Night 
5. A Song for a Dead Man 
6. Illusory Dreams 
7. Smile of the Knife 
8. Feelings 
9. Step into a Blaze of Fire 
10. Indians Cry 
11. Fire 
12. Dreadful Fate 
13. Lyrical Agony 
14. Epitaph for a Singular Friend

Line-up: 
J̩r̫me Viel РBass
Tasos Lazaris – Vocals
J.A. Jacq – Guitars
Kiato Luu – Lead Guitars 
Fabio Alessandrini – Drums

Musiciens guests 
Simon Girard – Guitar solo on the track 2 
Phil Tougas – Guitar solo on the tracks 4 & 9 
Roland Grapow – Guitar solo on the track 8 
Timo Tolkki – Guitar solo on the track 10 
Xavier Boscher – Guitar solo on the track 11, 12 & 13 
Kosta Vreto – Guitar solo on the track 1

Web:
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