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Intervista: MADVICE


Una bellissima realtà italiana, i Madvice", capaci di incendiare gli animi grazie ad un death metal melodico ma molto aggressivo. Il loro ultimo album “Under the Burning Sky” è una mazzata notevole e quindi abbiamo colto la palla al balco pe andare ad intervistare Asator (cantante) e Maddalena (chitarrista). Buona lettura!

01. Ciao ragazzi. Il vostro nuovo lavoro si intitola “Under the Burning Sky” e parla del fallimento umano e della ribellione di Lucifero. Si tratta per caso di un concept album?
ASATOR - Nonostante ci sia un filo comune nelle lyrics, il nostro non può essere definito un concept album. Non c'è una storia comune che lega le canzoni tra di loro, sebbene ci siano delle tematiche ricorrenti che vengono affrontate in maniera diversa di volta in volta.

02. Proponete un death metal che non disdegna comunque influssi moderni che si vanno ad alternare alla vecchia scuola. Era preventivato questo risultato?
MAD – Assolutamente no; l’unico obiettivo che ci eravamo prefissi, quando abbiamo gettato le basi di questo gruppo, era quello di proporre Metal di un certo impatto, genuino e senza troppi fronzoli. Ma quello che siamo noi stessi viene automaticamente assorbito dalle nostre composizioni, ed ecco che vengono fuori le nostre radici musicali abbracciate a qualcosa di più recente, in maniera naturale e spontanea.

03. Come nasce la vostra musica di solito?
MAD – Non seguiamo uno schema ben preciso, ma spesso e volentieri si parte da un mio spunto, o di Raffaele (bassista), che mi piace presentare agli altri già confezionato in una sorta di struttura che sia già “funzionante” e fluida alle mie orecchie. Il tutto, poi, viene ampiamente sviluppato e rivisitato con la personalizzazione e le caratteristiche di ognuno. Le liriche, invece, sono appannaggio quasi esclusivo di Asator. Il fatto di avere, ognuno di noi, i propri mezzi di registrazione, ci permette di essere molto più precisi e veloci nel trovare le idee funzionanti, e di snellire così il lavoro in sala prove. In fase di registrazione finale, poi, vengono aggiunte sovraincisioni e piccoli arrangiamenti che vanno ad arricchire i pezzi.

04. Come sta andando a livello di reazioni da parte di stampa e pubblico questo vostro nuovo album? Noi l'abbiamo recensito e l'abbiamo trovato ottimo!
ASATOR - I feedback ricevuti finora, siano essi provenienti da recensioni o dal pubblico, sono stati decisamente molto positivi, tutti hanno sottolineato un deciso passo avanti rispetto al nostro debut album "Everything Comes to an End" e questo non può farci altro che piacere.


05. Indubbiamente una nota di merito va anche alla produzione, chiara e potentissima. Dove avete registrato e mixato il disco?
MAD – Ti ringrazio! Mi sono occupata personalmente di tutte le fasi produttive del disco, tranne del mastering, fatto da Davide Barbarulo del 20Hz20kHz Mastering Lab di Napoli, col quale, personalmente, ho una fidata e fedele collaborazione da tanti anni.

06. C'è anche qualche vago influsso da parte del metalcore più intransigente a mio avviso nel vostro sound. Siete d'accordo? E come siete riusciti ad inglobare questo stile musicale nel vostro death metal?
ASATOR - Non ho una risposta precisa, non mi piace il metalcore, così come non mi piace tutto il metal che è venuto fuori dopo gli anni '90. Quindi, se c'è stata un'influenza del genere, per quel che mi riguarda non può essere stata che casuale!
MAD - A me invece non dispiace. Anche se non ne ho amato tutto il filone, qualche gruppo, come ad esempio i Killswitch Engage, l'ho apprezzato tanto. Ma anche io mi sento di indicare come piuttosto casuale l'influenza nei nostri pezzi. Probabilmente, colui che più ha spinto in tal senso è il nostro batterista, elemento un po' più giovane di noi e molto più sensibile a sonorità metalcore.

07. Dove vogliono arrivare i Madvice? Noi crediamo che possiate arrivare lontano, ma sappiamo che quando si parla di Italia qualcosa si inceppa molte volte, ed è inspiegabile...Cosa pensate che freni ancora molta gente dal dare risalto alle realtà del nostro Paese?
ASATOR - Probabilmente la mia non sarà la risposta più popolare del mondo: riguardo alla tua seconda domanda, devo dire che, per quanto io abbia conosciuto moltissime band italiane molto preparate e credibili, c'è anche una gran parte di esse che è veramente sopravvalutata, a cui manca la qualità di fondo per essere paragonabile ad altre realtà europee. Con questo non voglio dire che i Madvice siano fighi, sono sempre estremamente autocritico, mai soddisfatto di ciò che faccio e, in particolare, mai soddisfatto di come canto, sempre a un passo dal mandare tutto a puttane. Rispondo adesso alla prima domanda: non posso parlare per gli altri, ma non credo che ci sia la convinzione di arrivare chissà dove, con il metal estremo è sempre stato difficile arrivare da qualche parte, e credo che lo sia ancora di più nel 2023.

08. State suonando live? E come affrontate il palco di solito?
ASATOR - Da un paio di mesi a questa parte abbiamo finalmente ripreso a suonare live, dopo una pausa lunga diversi mesi. Il palco lo affrontiamo sempre con grande entusiasmo, è la parte più bella dell'essere musicisti! Sicuramente può esserci un po' di tensione, soprattutto quando non ci si esibisce da un po', ma la voglia di portare agli altri la nostra musica prevale sempre su tutto il resto.

09. “Under the Burning Sky” per noi è stato uno degli highlight del 2022 in ambito estremo. Credete che potrete fare ancora di meglio in futuro?
ASATOR - Innanzitutto grazie mille per il complimento, lo apprezziamo molto. L'intenzione è sempre quella di migliorarsi, passo dopo passo; magari non sempre ci si riesce, ma è sicuramente un obiettivo da prefiggersi ogni volta.

10. In questi anni avete avuto dei cambi di line-up? E quanto hanno influito sul vostro sound?
MAD – Non possiamo esattamente definirlo un cambio, perché il nostro attuale batterista Marco è entrato nel gruppo verso la fine del 2017, subito dopo le registrazioni del nostro primo disco “Everything Comes to an End” (realizzate come guest da Daniele Ciao, un nostro vecchio caro amico). Il suo ingresso è stato fondamentale, sia come parte creativa che dal punto di vista umano. Siamo riusciti a sopravvivere, come band, ad alcuni scossoni come la pandemia e un periodo di “separazione geografica” di alcuni di noi. Ma fortunatamente siamo ancora tutti qui, compatti, e felici di esserlo!

11. Abbiamo finito, le ultime parole a voi!
ASATOR - Grazie mille per lo spazio che ci è stato concesso, è molto importante per una band underground come noi avere la possibilità di far sentire la propria voce. Vi aspettiamo sottopalco al prossimo live!


Intervista a cura di Sergio Vinci

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